Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Gli ostaggi Warren Weinstein (a sinistra) e Giovanni Lo Porto (destra)
Barack Obama è apparso ieri in conferenza stampa per esprimere il suo “profondo rammarico” per la morte di due ostaggi, un americano e un italiano, durante un attacco anti-terrorismo effettuato dagli Stati Uniti contro la base di Al Qaeda al confine tra il Pakistan e l’Afghanistan. I due morti sono Warren Weinstein e Giovanni Lo Porto, sequestrati rispettivamente nel 2011 e nel 2012, mentre svolgevano il loro lavoro assistenziale in quell’area.
L'attacco è stato condotto da un drone della CIA, probabilmente in territorio pakistano, e ha anche ucciso un cittadino statunitense legato ad al Qaida, Ahmed Farouq.
Fino ad ora le informazioni erano state classificate, ma la pressione del “Wall Street Journal”, che ha avvertito la Casa Bianca di pubblicare l’incidente, ha costretto Obama a esporsi pubblicamente portando alla luce il fallimento di tale operazione.
In precedenza, mercoledì, aveva parlato per telefono con la vedova di Weinstein e comunicato con il Presidente della Repubblica Italiana.
Il presidente USA ha detto che “anche se a volte queste situazioni autorizzano specificamente determinate azioni e, in questo caso, è stata un’autorizzazione generica, perché non era stato progettato di liberare gli ostaggi e uccidere un leader di Al Qaeda. Ignoravamo la presenza nella base tanto dei prigionieri come di Ahmed Farouq. L’obbiettivo era solo quello di distruggere detta base. L'operazione si è basata su un sistema di intelligence che per ore ha raccolto immagine dell’aerea; abbiamo creduto che fosse un recinto di Al Qaida, ma pensavamo non ci fossero ostaggi”.
“Come presidente e comandante in capo mi assumo tutta la responsabilità delle operazioni di antiterrorismo. Il governo degli Stati Uniti esprimere il suo più profondo rammarico”, ha aggiunto.
“ Ora le famiglie hanno il diritto di conoscere la verità perché siamo in una democrazia. La dura verità è che gli errori a volte mortali possono essere commessi. Ma ciò che ci rende unici è quello di confrontarsi con i nostri errori, identificare ciò che dobbiamo imparare e essere sicuri che non si ripetano.”
Piccola riflessione di chi scrive.
Ma la frase di cui sopra non era già stata pronunciata da Nixon, Carter, Regan, Bush, Clinton…? Sono più di 30anni che i vertici americani la ripetono, ma siamo sempre alle solite… Solo scuse e nient’altro!”
Riprendiamo il discorso.
Obama ha, inoltre, affermato, nella sua testimonianza, che dopo aver appreso del rapimento di Weinstein, di fede ebraica, di avere ordinato alla sua equipe di fare tutto il possibile per liberarlo e riportarlo a casa.
E per l’italiano, Presidente, cosa avrebbe ordinato?
Ah, ma l’Italia è niente in confronto agli ebrei.
Obama, ha poi confermato che Mercoledì ha parlato alla vedova dell’ostaggio statunitense e al Primo Ministro Matteo Renzi, relazionandosi con loro per l’accaduto e facendo le sue più sentite condoglianze.
Quest’ultime sì che saranno servite alle famiglie…
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