Gomez e Vargas illuminano Firenze

L'Europa League si tinge anche di viola

Intanto a Firenze c'è uno stadio quasi sold-out, maglie viola che come zanzare ronzano per tutta Firenze suonando il clacson dei motorini

di Tommaso Nuti

L'Europa League si tinge anche di viola

Ed eccola li, la striscia di giocatori che, stretti per la mano, corre verso la Fiesole, quella curva, pardon, quel "muro viola" grande protagonista della partita.

Non resta che aspettare le estrazioni di Nyon tra Napoli, Fiorentina, Dnipro e Siviglia. Quattro potenze europee, due italiane. Una coppa da non dimenticare mai.

Sono passati 7 anni, per i viola, dall'ultima semifinale di Europa League ai tempi Coppa Uefa, battuti ai rigori dai Glasgow Rangers.
La Fiorentina è in semifinale dopo aver eliminato la Dinamo Kiev con un risultato complessivo di 3-1, ma con un dominio assolutamente perfetto, tranne che per la "sbandata" dei dieci minuti prima del 2-0 di Juan Manuel Vargas.
Brividi e spettacolo, paura e personalità. C'è stato tutto nella notte europea che ha tinto di viola uno dei quattro posti delle grandi.
Dalla gara dell'andata la squadra di Montella ha evidenziato la voglia di passare il turno reduci da esperienze di campionato non molto gradite dai tifosi (vedi Fiorentina - Verona 0-1).
All'andata Babacar, ieri Gomez e Vargas. Proprio quel numero 33 così tanto acclamato e aspettato ha timbrato il cartellino.


Poco fuori dal campo, delineato da un'area tecnica Vincenzo Montella ha avuto ciò che gli spettava, rispetto e riconoscenza. Criticati per i pochi gol o per il largo turnover, Mario Gomez e l'allenatore viola hanno ottenuto con caparbietà il loro obiettivo, riportare Firenze a godere, a far uscire i tifosi dal Franchi con il sorriso, a farli sentire vivi.
Certo, forse con un po' di fortuna, ma Mario segna, ma dopo una prestazione generosa dettata da rincorse fino alla propria area per fermare i contropiedi avversari. Con il gol di ieri sera supera Rummenigge, diventando il quarto tedesco più prolifico di sempre in competizioni UEFA. Riecheggia così la bolgia di quel caldo agosto di tre anni fa, quando l'Artemio Franchi accolse il centravanti  con 25.000 voci.


"Era molto dura, alla fine si è visto che non siamo abituati a giocare queste partite e per questo sono molto contento. Possiamo fare questo regalo ai tifosi e alla società, è importante vincere perché qui tutti danno il 100%" -dichiara il numero 33.
La Fiorentina spumeggiante che promette spettacolo e punta a grandi imprese. Una nave in cui i marinai remano tutti dalla stessa parte. Da Neto, personalità e sicurezza straordinaria e ri-acclamato dalla sua curva, passando per Pizarro arrivando a Salah Joaquin e Gomez.
Un uomo piccolo, con il 7 stampato sulle spalle e un Joystick in mano. David Pizarro dirige e diverte, e poi diverte e dirige, in un gioco di parole simile a quello delle sue gambe, che cambiano direzione in una frazione di secondo.
Lancio lungo, sui piedi di Joaquin, ritrovato tassello importantissimo nel mosaico di Montella, altro cambio di campo, sul petto di Salah, scatenato nella seconda frazione di gara.
Insomma, serata magnifica per il "pek"che era stato risparmiato in campionato aspettando la tanto agognata notte di Europa.
40 milioni in palio per l'accesso alla Champions League, la coppa dei "grandi". Un motivo in più per la società, dopo aver centrato la seconda semifinale europea dell'era Della Valle, per portare avanti il tentativo di alzare l'asticella, per una stagione da protagonisti.

Intanto a Firenze c'è uno stadio quasi sold-out, maglie viola che come zanzare ronzano per tutta Firenze suonando il clacson dei motorini. È una grande notte per Firenze che torna a sognare. E lo fa con grande calma, dopo le emozioni europee e le delusioni di Serie A, costruendo il proprio percorso mattone alla volta, riposto da tutti quei giocatori del percorso viola, che, come loro stessi hanno mostrato, potrebbe essere davvero indimenticabile.

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