Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Nicola Sturgeon leader dell'SNP
Otto mesi dopo la loro debacle nel referendum per l'indipendenza, i nazionalisti scozzesi hanno fatto irruzione nel Parlamento di Westminster. L' SNP (Scottish National Party), non solo è stato in grado di gestire abilmente la sconfitta, ma il loro leader, l'avvocato di 44 anni Nicola Sturgeon, ha ricevuto l’appoggio di milioni di cittadini britannici a tempo di record. Il partito nazionalista è passato da 6 a 56 deputati, praticamente cogliendo la maggior parte dei 59 seggi assegnati alla regione nella Camera dei Comuni.
Con questo risultato, è diventata la terza forza politica del Parlamento britannico e il pensiero fisso di David Cameron.
Quest’ultimo, vincitore netto delle elezioni, sembra subire da giorni molte pressioni affinché accetti l’indipendenza della Scozia e visti i risultati dei nazionalisti non può far a meno di interessarsi alla cosa.
Nel suo primo discorso dopo essere stato rieletto, Cameron ha promesso garanzie alla Scozia, “…il governo attuerà che tutte le parti si concordino per dar maggior spessore a Scozia, Galles e Irlanda del Nord”, ha detto.
“Allo stesso modo, consapevole del peso del movimento per l'indipendenza - George Osborne, ministro delle Finanze- ha sottolineato che il governo farà in modo che gli scozzesi si sentano parte integrante del Regno Unito.”
“Dobbiamo rispettare l'esito delle elezioni in Scozia e vedere cosa possiamo fare per rendere i cittadini scozzesi ancor più dentro al progetto per un Regno Unito ancora più forte”, ha dichiarato in un'intervista alla BBC.
I nazionalisti, dopo tante lusinghe, aspettano fatti concreti e non solo parole.
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