Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La Fondazione Teatro della Toscana
Ormai la “Buona Scuola” di Renzi è ai voti fra polemiche e scioperi. Fra i punti della riforma si prevede che anche gli studenti dei licei dovranno prendere confidenza con l’alternanza scuola-lavoro, già nota negli istituti tecnici e professionali. Dovranno esser svolti stage non retribuiti, in aziende pubbliche o private, per un totale di 400 ore per gli studenti degli istituti tecnici e 200 per quelli dei trienni dei licei.
Eppure in Toscana esiste già un’eccellenza nel campo della formazione di giovani studenti. La Fondazione Teatro della regione dedica un’attenzione particolare alle nuove generazioni per favorire la conoscenza e l’orientamento verso la formazione tecnico artistica e i mestieri del teatro. La convinzione che ha mosso e muove l’azione didattica della Fondazione Teatro della Toscana si fonda sul presupposto che gli studenti imparano di più e meglio quando costruiscono il loro sapere in modo attivo, attraverso situazioni di apprendimento fondate sull’esperienza. Gli insegnamenti sono quindi una guida in grado di porre domande, sviluppare strategie per risolvere problemi e giungere a comprensioni più profonde. In tal modo si persegue una formazione efficace, non più centrata sulle conoscenze disciplinari, ma sulle competenze personali degli studenti, quelle che consentono loro di affrontare in modo consapevole e attivo le responsabilità della vita adulta.
Varie le attività svolte dagli studenti: dalla catalogazione libri e manifesti all’affiancamento personale di sala fino alla progettazione e realizzazione di manichini in legno e dei costumi dei personaggi. Insomma, dalla teoria alla pratica. Senza dubbio un’iniziativa importante, soprattutto considerando il tasso di disoccupazione giovanile in Italia: secondo i dati ISTAT di marzo 2015 il 43,1% dei ragazzi fra i 15 e 24 non trova lavoro. Per questo motivo la situazione di apprendimentoal teatro non è più rivolta a saperi inerti, ma è inserita nella cultura reale della società. Un’alleanza essenziale che permette di convertire la ricchezza culturale dei giovani in una leva strategica per uno sviluppo sostenibile, che si identifica nel territorio.
Paola Fasano, dirigente scolastico del Liceo ‘Machiavelli-Capponi’ sostiene che “l’alternanza scuola-lavoro grazie alla positiva interazione con il territorio, è riuscita a coniugare competenze didattiche con competenze di natura più squisitamente pragmatica e operativa”. Giulio Darin, studente del Liceo Artistico Statale di Porta Romana che halavorato come scenografo e costumista, conferma: “Sono stupito che la ‘rattoppata’ e tanto criticata scuola italiana sia riuscita a promuovere un’iniziativa tanto bella e soprattutto utile per far capire a noi studenti com’è il mondo lavorativo”. Anche per il personale della Pergola i percorsi di alternanza scuola-lavoro sono un’esperienza positiva: il confronto con il punto di vista e la freschezza di menti aperte e disponibili a conoscere e apprendere è un invito per tutti a vedere con altri occhi gesti e comportamenti a volte troppo usurati dalla routine quotidiana.
Gabriele Toccafondi, Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Istruzione, ha scritto ai ragazzi e al teatro che ha colto le finalità principali dell’alternanza scuola-lavoro: “avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro durante il percorso scolastico, apprendere in maniera diversa, acquisire competenze della vita quali lavorare in autonomia, risolvere problemi, avere spirito critico e saper comunicare e lavorare in team”.
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