Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il calcio in Italia è corrotto, anzi marcio, e ormai siamo ben abituati ad ogni notizia in merito, come quella di ieri che riporta alla luce una nuova inchiesta sul calcioscommesse.
Il nome dell’indagine questa volta riassume quanto detto sinora “ Dirty Soccer”, calcio sporco, e puntualmente alla fine, o quasi, di ogni campionato scopriamo che ogni spicchio di pallone è deteriorato, putrido almeno a giudicare dalle intercettazioni diffuse alla velocità della luce.
L'inchiesta ha gli stessi identici contenuti che ci hanno disgustato negli anni passati, con l’unica differenza che ora i soggetti da considerare sono squadre di Lega Pro (serie C) e dilettanti. Questo il link di nostri articoli su questo vergognoso sistema di scommesse illecite http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=4405&categoria=5&sezione=&rubrica=
E i più si chiedono: “ Sì, ma lo Stato cosa caspita sta facendo? Oltre che a lucrare su quell’oceano di denaro che inevitabilmente le scommesse fruttano?”
“Lo sa il Governo che quei giocatori che verranno condannati non percepiscono lo stipendio da quasi un anno?”
E qui non parliamo dei Messi, Ronaldo, Ibrahimovic & compagnia bella, ma di giovani ventenni che intascano uno stipendio mensile netto di circa 1.500 €.
Da qui al passaggio verso il dorato mondo del denaro facile è tutt’uno, con la falsa speranza di debellare il vergognoso virus delle scommesse pilotate con semplici inchieste giudiziarie.
Indagini, molto spesso, incomplete che iniziano con i fuochi d’artificio e finiscono in un mare di silenzio, soprattutto perché sovente non arrivano a dimostrare un bel niente, non spiegano la motivazione per la quale il portiere di quella squadra si è fatto passare tra le gambe un tiro assolutamente innocuo o come il centravanti avversario ha sbagliato una rete a porta vuota o il terzino si è fatto all’improvviso espellere dall’arbitro senza motivazione alcuna.
I soliti giudici cominciano ad urlare ai quattro venti di una mega inchiesta di corruzione sportiva arrivando, però, ad un’unica sconcertante conseguenza: colpevolizzare lo sport e il calcio in primis, infiammando l’animo dei tifosi che d’ora in poi vedranno i loro beniamini, sebbene di lega inferiore, come unici colpevoli delle disgrazie delle loro squadre.
Un odio sciale che mette i brividi.
Poi dell’inchiesta, della scottante verità, di certe motivazioni, importerà veramente poco.
Ma che la mattanza abbia inizio: i giocatori saranno condannati dalla giustizia sportiva, dove basta il solo sospetto per la sanzione, e poi –quasi sempre- prosciolti, ma ormai la loro onestà sportiva sarà macchiata, da quella penale.
E noi tifosi ci troviamo in una duplice sgradevole posizione: ci sentiamo truffati dai nostri giocatori e traditi nelle nostre certezze, al punto che ogni partita di fine campionato la viviamo con il sospetto angoscioso di un imbroglio.
Perché l’Italia è un imbroglio!
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