Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Come potrebbe apparire Piazza della Signoria con la pavimentazione in cotto
Non si sa se pensar bene o male dell’ultima querelle scatenata dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi: piazza della Signoria ripavimentata con il cotto come in origine.
Il rosso caldo del mattone dell’Impruneta certo sarebbe bello e consono alle antiche architetture che dominano la piazza. Fascinoso immaginare di rivedere la fontana del Nettuno dell’Ammannati, detta “Biancone” che, con il suo marmo candido di Carrara si esalta nel cotto fiorentino invece di illanguidirsi nel grigio della pietra serena e con lei l’Ercole e Caco di Baccio Bandinelli –di cui fu detto che al confronto con il vicino David di Michelangelo (ora in copia) faceva l’effetto di un sacco pieno di meloni!
Anche l’elegante altissima Loggia de’ Lanzi – scrigno tripartito con volte a crociera di una preziosa collezione statuaria romana, dominata dal bronzeo Perseo del Cellini cui fa da contrappunto il marmo del Giambologna con il Ratto delle Sabine – con il grigio della pietra e il bianco della calce all’interno creerebbe un cromatismo di sicura suggestione su un pavimento rosso.
Insomma diciamolo sinceramente la piazza si trasformerebbe in un raffinatissimo “salotto” caldo e accogliente.
Bene allora tutti d’accordo, la proposta di Renzi merita la promozione, Piazze della Signoria in rosso sarebbe bellissima!
Ma…, c’è un “ma” non trascurabile. Anzi ce ne sono due.
Il primo di ordine metodologico. Come coniugare un ritorno alle antiche proporzioni cromatiche in Piazza della Signoria con il progetto, appena pochi metri più in là, della orribile, devastante, mal concepita, e incongruamente ingombrante loggia di Isozaki che dovrebbe monumentalizzare l’uscita degli Uffizi nella piazza del Grano? Renzi deve decidere se la sua politica culturale si indirizza verso un’estetica di recupero e conservazione o, Dio non voglia, di ammodernamento scellerato.
Il Sindaco di Firenze deve scegliere una linea, non può andare a caso sull’onda di una suggestione che gli salta in mente nel corso di una conferenza stampa. Riflettere su quale sia il proprio progetto culturale prima di parlare è sempre raccomandabile.
Il secondo “ma” è di carattere pratico. Ripavimentare la piazza rappresenterebbe uno sforzo economico assai pesante che mal si accorda, non solo con lo stato di crisi che ci affligge, ma con il bisogno di manutenzione e restauro, dell’immenso patrimonio artistico fiorentino sempre più fragile, sempre più a rischio.
Non vogliamo con questo fare un discorso biecamente finanziario, però quando le risorse sono poche occorre razionalizzarle e non impiegarle in operazioni spot che fanno bene soprattutto alle campagne elettorali o all’immagine di chi le promuove.
Certo si potrebbe trovare un generoso sponsor che finanziasse il progetto, ma in questo caso ci vengono i brividi a pensare che poi finisca come per il Colosseo a Roma, ovvero in cambio dei soldi del restauro cedere per un tempo lunghissimo la gestione del sito (a Roma a Della Valle).
CARI LETTORI, DITECI LA VOSTRA, scrivete nello spazio dei commenti alla fine di queste righe se volete piazza della Signoria con il cotto, tenendo conto delle riserve che vi abbiamo espresso, o se viceversa preferite che rimanga com’è.
Fra qualche giorno daremo conto dei vostri commenti e faremo due conti.
Inserito da Niccolò Mochi Poltri il 24/03/2012 14:55:48
Prima d' esprimere il mio giudizio riguardo al progetto in sé, ritengo necessaria una premessa sul merito: l'iniziativa è stata presa da Matteo Renzi, che nel corso del suo mandato di sindaco ha dato reiterate volte prova d'una predisposizione al personalismo e quindi al protagonismo che si è espressa in progetti di pubblica inutilità a detrimento delle casse comunali: perciò credo che per il momento il patrimonio pubblico dovrebbe trovare collocazione in progetti di reale necessità per Firenze. Riguardo alla ripavimentazione di Piazza della Signoria, non posso che trovarmi in disaccordo principalmente perché si tratta di "ri-pavimentare": la piazza fu concepita secondo canoni d'equilibrio delle proporzioni architettoniche e plastiche, ed armonia dei toni cromatici, all'insegna d' un ordine che si é perduto non appena la prima mattonnella di pietra serena vi è stata sovrapposta. Qualora s'intendesse davvero procedere in quella direzione, s'incapperebbe nel frequente e riprorevole errore del "vintage", il nuovo-vecchio senza coscienza della posizione e privo di originalità. Infine mi trovo d'accordo con quanto già evidenziato nell'articolo: il Renzi dovrebbe abbozzarla d'inseguire la bandieruola e trovare una linea da perseguire coerentemente. Il mio auspicio è che tale linea sia quella della tutela del patrimonio artistico storico e della stroncatura di qualsivoglia progetto d'innesto contemporaneizzante, sia esso architettonico o plastico.
Inserito da gianni teseis il 01/03/2012 13:20:30
La scelta del recupero e della conservazione dei luoghi artistici e storici di particolare valore e' una scelta obbligata , non discutibile. C' e' cotto di diverso impatto impatto ed pertanto difficile esprimere un giudizio veramente consapevole; tuttavia l'intento di un recupero del quadro originario, anche cromatico, di Piazza della Signoria mi sembra da incoraggiare.
Inserito da Andrea il 01/03/2012 11:46:34
Assolutamente favorevole al ritorno alla pavimentazione originaria in Siazza della Signoria,assolutamente contrario a isozaki a ogni qualsivoglia rigurgito di "moderno" nel nostro centro storico.
Inserito da Roberta il 29/02/2012 21:45:36
A me l'idea piace. L'armonia delle città passa anche attraverso i materiali e i colori. I costi? ogni volta si parla di costi, ma quando riguarda le città non si deve parlare di soldi, le città sono il nostro teatro di vita, il palcoscenico della gente "normale"; bisogna tagliare altrove perchè le città, la bellezza della città condiziona gli animi; tagliare gli sprechi, eliminare le zavorre, ma le città devono essere belle; il patrimonio immenso da restaurare? è vero, ma non possono passare i secoli a restaurare, senza creare nulla di nuovo, è mortificante e avvilente; non conosco il progetto della loggia di Isozaki quindi non posso dire ma molti innesti tra passato e presente mi piacciono se rispettano i canoni architettonici esistenti, ad esempio se la teca di Meier anzichè quell'obrobio fosse stato un semplice cubo di cristallo sarebbe stata perfetta.
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