C'era una volta l'Inter di Mourinho

Processo all’Inter, alla dirigenza nerazzurra e in primis al suo tecnico

L’undici nerazzurro è l’esatto contrario di una grande e solida squadra, concreta e cinica davanti, solida come il marmo dietro

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Processo all’Inter, alla dirigenza nerazzurra e in primis al suo tecnico

Mancini ha ereditato l’Inter quando ancora era in corsa per tutti e tre gli obbiettivi stagionali: Campionato, col tentativo di raggiungere la zona Champions League, Coppa Italia ed Europa League.

Manca solo una partita alla fine della stagione calcistica e la Beneamata è fuori da tutto.

La dirigenza e in particolare il tecnico iesino sono gli artefici di questo disastro a 360°.

Questa forse è la peggiore stagione fallimentare degli ultimi anni.

Inutile affermare “giochiamo bene” se non si concretizzano le innumerevoli occasioni da rete, pericolosissimo il possesso palla se la manovra è lenta e si sbaglia sempre, matematicamente, l’ultimo passaggio, e da consuetudine ogni volta ti castigano

L’undici nerazzurro è l’esatto contrario di una grande e solida squadra, concreta e cinica davanti, solida come il marmo dietro.

Il Mancio anche sabato contro il Genoa ha sbagliato tenendo in campo un orrendo Brozovic, schierando Ranocchia completamente fuori condizione e facendo giocare Kovacic ancora fuori ruolo.

Il tecnico ha una grande colpa, quella di aver preso l’Inter senza conoscere a fondo le mezze tacche di giocatori che possiede.

Ha dimostrato di non essersi perfezionato, o al limite aggiornato, su quanto scadente fosse l’Armata Brancaleone nerazzurra, arrivando perciò del tutto impreparato a questa nuova avventura milanese.

L’unica cosa da perdonargli di questa scelta è stato il suo impeto e la sua voglia di Inter, oltre naturalmente al cospicuo ingaggio, ma fatta trascurando del tutto la situazione.

Da Mazzarri a Mancini, da un deprimente allenatore sempre in cerca di scusanti ad un arrembante combattente con grinta e carattere.

Tuttavia è riuscito a far peggio, molto peggio del suo predecessore.

Ma, nonostante i pessimi risultati, l’umore del popolo nerazzurro è sempre pro-Mancio, grazie soprattutto alle promesse fatte dal tecnico in merito alla prossima stagione.  

Ha più volte detto che la Juve avrà come sua massima antagonista proprio l’Inter, sebbene più di 30 punti di distacco non si colmino con uno schiocco di dita.

A rallegrare un po’ l’ambiente c’è però la notizia che l’Inter, fuori dalle coppe europee, non dovrà più render conto dei suoi conti al Fair Play Finanziario, non le riguarda più; ne riparleremo quando rientrerà in Europa.

Ora simpatica dirigenza, carissimo Thohir, non esiste più nessun alibi, è il momento di costruire una squadra e occorre tirar fuori tanti bei soldoni.

Dovranno essere fatte spese da Inter, stop ai contabili, ai bilanci e al pressapochismo, adesso serve un grande difensore, un terzino di fascia che sappia attaccare e difendere, un centrocampista e un grande rifinitore.

Si dia da fare e, magari, perché no, richiami all’ovile un certo Lele Oriali. 

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