Editoriale

Grande Guerra: perché Ostellino sbaglia grossolanamente

L'articolo del giornalista inanella una serie di considerazioni non solo discutibili ma completamente sbagliate dal punto di vista storico

Vincenzo Pacifici

di Vincenzo Pacifici

Professore ordinario di Storia Contemporanea Roma La Sapiena

naccettabile, inappropriato ed incredibile per le serie di accuse infondate ed enfatiche mosse è l’articolo di Piero Ostellino, “La guerra inutile vinta soltando [sic!] dalle cattoliche”. Vale la pena segnalare una schematica raccolta dei passaggi salienti: “L’Italietta contadina, povera e ignorante, nelle mani di una classe militare fondamentalmente preparata ed incapace, si buttò in ‘un’avventura più grande di lei, facendo pagare al Paese i propri ritardi  nel diventare una potenza mondiale”: ora l’impareggiabile cantore del liberalismo non si rende conto di stilare una irrevocabile condanna capitale nei confronti di una classe dirigente, certamente condizionata ed influenzati da generaloni ed ammiragli, alla prova dei fatti insufficienti ed inadeguati, ma capace, nonostante le disfunzioni iniziali secolari, di recuperare posizioni in termini di vivibilità e di maturità senza poter raggiungere il traguardo assurdo ed impensabile di “potenza mondiale”.

   Dopo aver innalzato un inno al “liberalone” Giovanni Giolitti, campione imbattibile di familismo con i due generi, Mario Chiaraviglio e Giulio Venzi, fatti eleggere alla Camera  e per almeno un decennio sostanziale dittatore, ritiene la c.d. “inutile strage” responsabile di aver aperto “politicamente la strada al revanscismo fascista”, come se non potesse essere bloccato e battuto dai partiti socialista e repubblicano e dal neonato nel 1919 partito popolare, in presenza del “quasi suffragio universale maschile” introdotto nel 1913 e del sistema proporzionale varato nel 1919. Ostellino si guarda poi bene dal riflettere sulle enormi responsabilità dei liberali, mostratisi refrattari ad abbandonare la loro articolazione storica pulviscolare, ormai anacronistica ed autolesionistica, e soprattutto impotente di fronte alla nuova normativa elettorale.

   La perla finale è costituita dall’affermazione, sempre solenne e stentorea, “Se ci siamo in parte salvati, lo dobbiamo all’elettorato, in prevalenza di donne cattoliche, che il 18 aprile 1948, votando per la Democrazia cristiana di De Gasperi, ha allineato alla democrazia dell’ Occidente liberale”. E’ un peccato che “l’Occidente liberale” ci abbia regalato, nel corso dei decenni, anche grazie alle fallimentari gestioni politiche interne, lo sfaldamento della famiglia, l’inquinamento della società, la futilità dei costumi, l’avvilimento della scuola e delle università, l’introduzione dell’aborto ed il divorzio, ottenibile in termini microscopici, e prossimamente i matrimoni gay.

   Vediamo, per rispetto della verità storica, due note di due cattedratici, purtroppo in quiescenza, Giampietro Berti e Francesco Perfetti. Il primo indica i sacrosanti errori delle potenze occidentali, ottuse ed egoiste, in primo luogo Inghilterra e Francia, che “non sembrano mosse da saggezza e moderazione”, il fallimentare, fino ai nostri giorni con la sterile ONU, principio di autodeterminazione dei popoli, dovuto a Woodrow Wilson, la mancata adeguata risposta all’aspirazione indipendentista delle “nazionalità oppresse”, sempre dovute alle mire egemoniche di Francia ed Inghilterra.

   Perfetti guarda alla questione della neutralità, sottolineando che le consultazioni italo – austriache, dedicate al cruciale tema, “rivelarono una sostanziale chiusura di Vienna: le offerte asburgiche di “compensi” erano non solo insufficienti, ma anche offensive e risibili” . Conclude che “la scelta dell’Italia non era stata frutto di un tradimento: i primi a tradire lo spirito e il dettato della Triplice Alleanza erano stati gli austriaci. La Grande Guerra – al di là delle ricostruzioni oleografiche e del “revisionismo” radicaleggiante e “sessantottino” – fu per l’Italia, a costo di sacrifici, la conclusione del Risorgimento”. Ed i veri italiani, sensati, misurati ed attenti alla verità storica, non possono non essere concordi con Perfetti.


Per leggere l'aricolo di Ostellino si veda qui :

http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=7174&categoria=6&sezione=2&rubrica=

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