Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Un paradiso vergine per coloro che cadono in battaglia, un califfato con territorio reale, che cresce di ora in ora ... e uno stipendio di tutto rispetto per i giovani musulmani sradicati dalle principali città occidentali. La commercializzazione dello Stato Islamico in ambienti radicali è nota da tempo, e spiega la preoccupazione dei leader dell’Occidente di riuscire a contenere l'esodo continuo di candidati jihadisti verso la Siria e l'Iraq.
Fonti del Dipartimento di Stato americano, come riportato dalla pubblicazione "Business Insider", stimano che il salario medio di un combattente occidentale nelle file dell’Isis sia di circa 1.000 euro al mese, oltre a vitto, alloggio e bonus se arriva con moglie e bambini.
Gli stipendi più bassi costruiti in pochi mesi dall’apparato istituzionale del "Califfato", corrispondono a quelli dei jihadisti siriani e iracheni con quasi 300 euro mensili.
Turchi, tunisini e marocchini godono salari leggermente superiori.
In una sessione a porte chiuse con i membri del Congresso, il Segretario di Stato al Tesoro responsabile per il terrorismo, David Cohen, ha confermato la struttura salariale all'interno dello Stato islamico nel quadro del bilancio del Califfato.
Washington crede che lo Stato islamico un po’ bloccato da fare soldi con lo smercio illegale di petrolio, stia aumentando le proprie risorse di finanziamento in altri modi: le donazioni di fondazioni islamiche radicali (che l'Occidente cerca invano di contenere), l’estorsione continua nei territori conquistati di Siria e Iraq, i rapimenti , le tasse e il contrabbando.
Nelle sue dichiarazioni ad un sito web islamista con base a Londra, "Al Araby al Jadeed noticias", una delle autorità del Califfato nella città irachena di Mosul recentemente si è vantata che le entrate dello Stato Islamico per l'esercizio 2015, sono state di circa 2.000 milioni, sufficienti per pagare gli stipendi e le armi acquisite al nero. Fonti di intelligence occidentali stimano che il numero dei jihadisti dell’Isis sia tra i 20.000 e i 30.000 militi, di cui quasi 6.000 sono europei.
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