Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Le sconvolgenti immagini degli immigrati sugli scogli di Ventimiglia, dopo essere stati respinti dai gendarmi del socialista Hollande, le riprese televisive della aree circostanti le stazioni ferroviarie di Roma Tiburtina e di Milano Centrale sanciscono in modo indiscutibile il fallimento del governo Renzi – Alfano.
Giustamente, anche se con qualche esagerazione (l’ipotizzata caduta), Pansa così segna le tappe cruciali: “Il premier nel caos. Renzi cadrà sugli immigrati. Ha snobbato il fenomeno e sprecato il semestre europeo. Poi, quando l’emergenza è scoppiata, il Chiaccherone fiorentino non ha fatto nulla per governarla: ha saputo solo chiedere aiuto a Bruxelles, che l’ha scaricato. Il Paese non glielo perdonerà”. Dopo il titolo, nel testo più accorto e meno sensazionalistico, l’editorialista piemontese avverte che “comunque vada a finire la sua avventura [ché di avventura unicamente si tratta] a palazzo Chigi, Matteo Renzi verrà ricordato in un solo modo: ecco il premier che non seppe prevedere lo tsunami migratorio dall’Africa alle coste italiane, non se ne occupò e lasciò che degenerasse nel caos incontrollato”. Si tratta di un marchio indelebile di inidoneità e impreparazione, da rammentare e rilanciare sempre da parte degli avversari leghisti e della destra.
“Mai come in queste settimane il governo si è dimostrato incapace. Mai come i questa occasione Renzi si è rivelato inadeguato” scrive nel passaggio essenziale del suo editoriale Belpietro, in cui parla degli errori politici della sinistra “buonista e furbetta”. Non sono errori occasionali ma tare congenite, che quel settore ideologico ha sempre mostrato di compiere nella gestione degli enti locali delle Regioni “rosse”, egemonizzati in maniera capillare quanto nepotistica (vogliamo dimenticare gli eroi di Guareschi?) e gestiti in maniera fallimentare, come è accaduto con la politica del territorio in Liguria con i disastri, prova di una incuria sessantennale.
Belpietro denunzia il deserto di risultati sul piano nazionale con la mancata riduzione delle tasse e l’irrealizzato taglio degli sprechi, e cita le parole di Squinzi, già estimatore del “rottamatore”: “ormai non contiamo più niente e ai vertici internazionali, in cui si decidono le cose, non ci invitano più”.
I numerosi, che operano alle spalle del Granduca, si sono subito adoperati ed hanno provveduto a farlo intervistare dal maggiore quotidiano nazionale. Pressato dagli scandali, che hanno travolto il PD romano, pur commissariato da molti mesi, non ha trovato di meglio che affermare che “le risposte che l’Europa sta dando sono insufficienti”, che “se i Paesi europei dovessero negare la solidarietà all’Italia”, essa ha pronto “un piano B” dai contorni imprecisati, del tutto segreto secondo l’efficentissimo ministro dell’Interno. Ovviamente il giornalista del “Corriere della Sera” si è guardato bene dal chiedere l’impostazione e i dettagli della misura, possiamo essere sicuri, decisa, precisa e risolutiva, in una parola una lezione per il mondo intero. Intanto si segnalano nuove manovre di Berlusconi per il varo del Partito Repubblicano e si vocifera di contatti imminenti con Salvini. Sulla Destra nulla, anche perché l’attenzione sulla sempre procrastinata riorganizzazione è esaurita.
Lo scoramento, il disorientamento e la sfiducia dei cittadini hanno trovato una convalida eclatante nel crollo dell’affluenza elettorale dei ballottaggi amministrativi, un tempo particolarmente vivaci per gli scontri cittadini (47,11%, - 16,10% rispetto al I turno). I risultati rappresentano una sconfessione di Renzi, sconfitto nel suo Granducato con la perdita di 3 Comuni, Arezzo, Pietrasanta e Viareggio, e con la perdita della città più popolosa coinvolta, tradizionale feudo della sinistra, Venezia.
Il rischio e la preoccupazione sono costituiti dal preponderante peso acquisito dalle liste civiche rispetto ai partiti tradizionali, spesso camuffati sotto etichette di comodo. La prima dichiarazione sulla sorta di culto del campanile tradotto in ecumenismo politico, che le guida e forse offre loro un senso, rilasciata dal neo Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro è eloquente “Da ora si lavora per la città: io sono per dare una mano a Zaia come a Renzi”.
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