Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
“Il Tempo” sostiene che siano in corso contatti tra Grillo e Salvini. Luigi Bisignani addirittura scrive “prende corpo un nuovo soggetto politici che può sparigliare il quadro, l’alleanza tra Lega Nord e il Movimento 5 Stelle”. Nel titolo di sabato si è dell’avviso che “L’asse Lega – Cinque Stelle getta nel panico i partiti. Il Patto. Le rivelazioni de Il Tempo sul nuovo soggetto politico. Tra aperture e smentita. Piepoli: “Progetto credibile, vale il 40%””. Ma al di là delle smentite, delle aperture, è indispensabile chiedersi se l’idea sia realistica, fattibile e principalmente seria. Alberto Di Majo nel “fondo” del quotidiano di piazza Colonna sostiene che “con il centrosinistra in calo e il centrodestra in crisi, i salviniani a 5 Stelle potrebbero avere un’autostrada diretta verso il governo”, destinato a durare come la neve nella stagione primaverile, con programmi confusi e velleitari, con un alto tasso di rissosità. In una parola – e senza equivoci – sarebbe il governo del nulla, del vuoto assoluto.
Ormai siamo tutti arcistufi dell’ inconcludenza autolesionistica della destra, che a fine giugno programma un incontro basato sulle stesse linee di quello svoltosi a fine marzo mentre la Meloni dovrebbe accorgersi che i sondaggi la vedono di nuovo attorno al 3% e che gli elettori vorrebbero o meglio pretenderebbero una presenza più operativa e severa, non attenta al seggio nella giunta regionale ligure o nella Unione delle comunità montane con il consigliere comunale di Bellegra.
Le elezioni, seppure parziali, hanno mosso e non di poco il quadro con il “premier”, pronto a risfoderare le solite armi dei “voti di fiducia”, con i famigerati “decreti delegati” del Jobs act a violare la privacy e rinforzare il potere della propria catena con la scalata alla Cassa Depositi e Prestiti.
Ma il “Corriere” riporta un’ altra notizia, corredata da un lungo servizio di un’autorevole penna, quella di Francesco Verderami. In essa si parla di un Berlusconi pronto a “ritentare la via del Nazareno”, a patto si reintroduca il Senato elettivo e nell’Italicum si garantisca il premio dii maggioranza alla coalizione e non più alla lista. Verderami nota che l’ idee delle liste civiche è stata avanzata da Berlusconi ma esse “non gli appartengono” perché tendono a camminare autonomamente con figure politicamente insignificanti, come Brugnaro a Venezia ed il già sinistro Marchini, sostenuto a Roma, povere di esperienza e fragili nei loro indispensabili contatti con il potere statale.
Antonio Polito affronta un altro argomento, quelle delle sconfitte socialdemocratiche, l’ultima quella in Danimarca, causata dal boom della destra antiimmigrati, che “dal circolo polare in Norvegia fino alla linea gotica sta rubando voti alla sinistra in nome di un “sacro egoismo” nazionale”.
Ma questa ondata antimmigrazione causata dalla ottusa politica delle grandi potenze europee (Francia, Germania ed Inghilterra), che ha avvilito tutte le altre, a cominciare dalla nostra povera Italia, non è che l’ultima prova di una congenita incapacità delle socialdemocrazie, “l’ultimo segno di un destino crudele, e forse irreversibile, che si sta abbattendo sulla storia centenaria del riformismo”. Una storia centenaria, però, costruita in Italia esclusivamente sulle radici fragili, inconcludenti, nepotistiche e meramente clientelari del PSI e del PSDI.
AMMINISTRATIVE 2019, IPOTESI PATTO PER FIRENZE? Se ne parla sottovoce, ma in molti ci sperano.
En Bien! La Francia alle urne... ma per andare dove?
L'Italia senza Renzi è un po' più seria ma molto più imbambolata, meglio che torni magari in dosi meno esagerate
Subito elezioni? Forse meglio di no. Spiegalo al centrodestra.
Intellettuali snob, sondaggisti, cantanti pseudo-colti, giornali: tutti gli sconfitti insieme alla Clinton