Quella cameriera che ci ha fatto sognare

E' morta Laura Antonelli, il mito dell'erotismo chic anni '70 e '80

Chi mai potrà scordarsi la sua posa sexy sulla scala, con il minorenne invasato che la contempla colmo di ammirazione?

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E' morta Laura Antonelli, il mito dell'erotismo chic anni '70 e '80

La locandina del film Malizia

E' morta una delle icone del cinema erotico italiano degli anni Settanta e Ottanta, vera e propria regina di film d’autore e della commedia sexy all’italiana, a lungo considerata una delle "bellissime quattro" dalmato-istriane insieme a Sylva Koscina, Femi Benussi e Alida Valli. Laura Antonelli è stata trovata morta, a 73 anni, nella sua casa di Ladispoli. A dare l’allarme, questa mattina intorno alle 8.30, è stata la donna delle pulizie che l’ha trovata per terra in casa. Arrivati nell'abitazione gli operatori del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. 

Raggiunge il grande successo con il film «Malizia» di Salvatore Samperi, la pellicola che rimase impressa nella mente di noi adolescenti di allora. Un erotismo elegante, sensualmente sciccoso e gustosamente peccaminoso. Chi mai potrà scordarsi la sua posa sexy sulla scala, con il minorenne invasato che la contempla colmo di ammirazione?

Sono seguiti poi altri film come «Trappola per un lupo» di Claude Chabrol, dove conosce Jean-Paul Belmondo, «Mio Dio, come sono caduta in basso!» di Luigi Comencini e «Divina creatura» di Giuseppe Patroni Griffi (in quest’ultimo la Antonelli interpreta una scena di nudo integrale della durata di ben sette minuti, un’eternità per quell’epoca). Nel 1976 interpreta il ruolo di Giuliana ne «L’innocente» di Luchino Visconti, nel 1977 in «Gran bollito» di Mauro Bolognini e nel 1981 in «Passione d’amore» di Ettore Scola. Per tutti gli Anni Ottanta lavora in film comici o sexy: è nel cast all star di «Grandi magazzini» di Castellano e Pipolo e al fianco di Diego Abatantuono in «Viuuulentemente mia» di Carlo Vanzina. Interpreta - nel 1985 - «La Venexiana», tratta dall’omonima commedia del Cinquecento, accanto a Monica Guerritore. Sul finire del decennio approda sul piccolo schermo con due mini-serie televisive, che riscuotono il gradimento del pubblico: «Gli indifferenti» (1988) e «Disperatamente Giulia» (1989), dirette rispettivamente da Mauro Bolognini ed Enrico Maria Salerno. Negli Anni Novanta comincia per Laura Antonelli un doloroso tramonto: la notte del 27 aprile 1991 nella villa della Antonelli a Cerveteri vengono trovati 36 grammi di cocaina. L’attrice viene arrestata dai carabinieri e resta qualche giorno a Rebibbia. Condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti viene assolta nove anni dopo quando la Corte d’appello di Roma, che la riconosce consumatrice abituale di stupefacenti, ma non spacciatrice. Seguono una serie di lunghi momenti di disagio, anche psichico, culminati con una lunga causa civile per ottenere un indennizzo - senza successo - dopo un intervento di estetico che - affermava l’attrice - le aveva sfigurato il viso.

Negli anni Novanta comincia un doloroso tramonto: la notte del 27 aprile 1991 nella villa della Antonelli a Cerveteri vengono trovati 36 grammi di cocaina. L’attrice viene arrestata dai carabinieri e resta qualche giorno a Rebibbia.

Addio raffinata regina dell'erotismi chic.


Un tuo ammiratore.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 23/06/2015 12:55:15

    La scomparsa di Laura Antonelli, bella donna italiana che ha fatto sognare per il suo corpo e per il suo viso, e mette in evidenza il dramma della solitudine, dopo anni e anni della ribalta. Però, diciamolo: il mondo dello spettacolo è davvero cinico che si dimentica i suoi idoli. Poi fa specie qualche dichiarazione, tipo Belmondo, che la scopre, "come compagna adorabile", dopo la morte. Nella vicenda dell'attrice ci sono parecchi fatti che fanno riflettere, anche quella giudiziaria, con i processi che si concludono dopo 10 anni. Ad ogni modo, anche se l'attrice aveva scelto di vivere appartata e on preghiera, non doveva essere lasciata sola da tutti coloro che la conoscevano e avevano lavorato con lei e magari avevano avuto una relazione.

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