Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Lacrime di coccodrillo. Le dichiarazioni, tardive e quasi in sordina, del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e del sindaco di Firenze Dario Nardella sulla sentenza che finalmente condanna i responsabili della comunità il Forteto, dimenticano che quella fabbrica di orrori è stata a lungo un fiore all’occhiello di certe amministrazioni toscane e del loro partito.
Una vicenda incredibile, quella del Forteto. Incredibile soprattutto che in un paese pronto ancora a scandalizzarsi, a fremere d’orrore per vicende di settanta anni fa, a attizzare continuamente odi e rancori che andrebbero invece sopiti , si metta invece la sordina su misfatti contemporanei che sono la vergogna di un paese e di una nazione civile.
Che cosa è infatti il Forteto se non un Lager, o meglio un Gulag in piena regola? Eppure non riempie di sé le pagine dei giornali, non provoca cortei o manifestazioni: sulla sentenza Renzi non si scompone e in generale in questa vicenda si è tenuto molto defilato, per non dire ….
Eppure, le testimonianze ci sono, tante, agghiaccianti e disperate. Stefano Mugnai (Forza Italia) è stato presidente della Commissione d’Inchiesta regionale sul Forteto che ha prodotto un documento davvero incredibile. Mugnai ha dichiarato qualche giorno fa alla stampa che a colpirlo fu proprio l’enormità della questione: “ i tanti anni in cui si era sviluppata e i molti livelli istituzionali coinvolti. E che il Forteto era organico al sistema di potere del Pd in Toscana".
Il Forteto era organico al sistema di potere del PD in Toscana. Non ha dubbi Mugnai, e ricorda che solo due consiglieri regionali del PD firmarono, con molto coraggio, per l’istituzione della commissione d’inchiesta. “Tanti altri colleghi, in maniera ’benevola’ mi suggeriscono di maneggiare con cura. Emerge che il Forteto è una potenza politica, economica e culturale. Anche il presidente del consiglio Monaci mi fa un ragionamento del genere".[1]
Tanti, troppi sono i misteri legati a quello che è un gigante dell’economia toscana, con un fatturato di quindici milioni di euro l’anno. C’è ad esempio il mancato commissariamento, disposto dal governo Letta ma fatto saltare da quello Renzi.
Eppure la “gestione commissariale” era stata richiesta proprio perché era difficile distinguere le differenze tra comunità, fondazione e cooperativa ed erano stati rilevati demansionamenti e ritorsioni verso chi era parte civile nel processo che si stava incardinando. Sopra alle firme, una data: 10 agosto 2013. Ma all’inizio del 2014 il governo cambia …[2] Adesso, dopo la sentenza dei giorni scorsi, si torna a parlare di commissariamento. Per non parlare poi del tentativo di ricusazione del giudice Marco Bouchard, per fortuna respinto dalla Cassazione, che ha rischiato di far cadere il processo in prescrizione.
Ma cosa era accaduto esattamente al Forteto? Ci vorrebbe un libro a raccontare tutta la vicenda e in effetti qualcosa è stato scritto al riguardo: è la storia di trenta anni di abusi infami. Fondata nel 1977 da Rodolfo Fiesoli e dal suo amico Luigi Goffredi, insieme a una trentina di giovani di una parrocchia pratese, è una comunità poi trasferitasi nel comune di Vicchio nel Mugello dove si trova tutt’ora, e dove è diventata un gigante nel settore agroalimentare (facile immaginare come). Fiesoli intanto si fa chiamare nientemeno che il profeta e persegue una vera e propria ideologia che lui dichiara ispirata al pensiero di don Milani “Un gruppo di giovani della frazione de La Querce di Prato si prepara a costruire una realtà comunitaria. I temi sono un ibrido donmilanismo e teorie psicanalitiche «della liberazione», critica della famiglia ecc. Fuori dal gruppo mostrano interesse anche alcuni sindacalisti della CISL tessili, tra i quali Edoardo Martinelli, uno dei ragazzi di Barbiana” riporta Stefano Borselli su Il Covile”, fonte citata da l’autorevole vaticanista Sandro[3] Magister. Va detto che l’esperienza di Martinelli durò poco; come ricorda Magister, una notte del 1977 Fiesoli penetrò nella sua camera da letto proponendogli la “filosofia del Forteto”. Doveva trattarsi di una filosofia sin troppo “penetrante” perché il Martinelli fece le valige. In compenso, già nel novembre 1978 il sedicente profeta fu arrestato su richiesta del giudice Carlo Casini che aveva aperto un procedimento per abusi sessuali nel Forteto. Poi però il primo giugno 1979 Fiesoli lascia il carcere e torna alla comune. In quello stesso giorno arriva il primo bambino down affidato dal tribunale dei minori. Il presidente del tribunale, Giampaolo Meucci, grande amico di don Milani, non crede all’indagine di Casini e ritiene il Forteto una comunità “accogliente e idonea”. I fatti hanno poi dimostrato quanto ….
Nel 1985, altra sentenza di condanna per Luigi Goffredi e Rodolfo Fiesoli: quest’ultimo a due anni di reclusione per maltrattamenti a una ragazza a lui affidata, atti di libidine violenta e corruzione di minorenne. La sentenza parla di “istigazione da parte dei responsabili del Forteto alla rottura dei rapporti tra i bambini che erano loro affidati e i genitori biologici”, e di “una pratica diffusa di omosessualità”.[4] Ma nonostante questo gli affidamenti continuano, iniziano le pubblicazioni e i riconoscimenti prestigiosi al Forteto, che viene presentato come una Comunità modello, mentre Fiesoli organizza e partecipa a convegni su Don Milani e si accredita sempre più nei salotti buoni e nelle stanze del potere della borghesia rossa toscana. Ancora il 12 novembre 2011, circa un mese prima dell’arresto che ha finalmente portato alla condanna attuale, Fiesoli venne invitato dall’allora sindaco Renzi a un convegno (Tedx Firenze), con la qualifica di “educatore” come testimonia un’interrogazione dell’opposizione.[5] Educatore che per l’appunto il 20 dicembre di quello stesso anno viene arrestato per zoofilia e atti di pedofilia all’interno della comunità.
E basta leggere qualche passo della relazione della Commissione d’inchiesta per avere un’idea di quale inferno era diventato il Forteto:
“Al Forteto uomini e donne vivono divisi: dormono, mangiano, lavorano separati anche se sposati. Questa è la regola fondamentale della vita in comunità. I rapporti eterosessuali sono chiaramente osteggiati. Ciò implica, fra le altre cose, un effetto inevitabile: al Forteto nascono pochissimi bambini. Nessun bambino viene generato se non per quello che lì viene considerato un errore. Qualora accada, testimonianze dirette riferiscono che il piccolo viene strappato alla madre naturale e cresciuto da altri: «Lui (Rodolfo Fiesoli, ndr) toglieva bambini veri, biologici nati prima dell’inizio del Forteto alle madri vere, perché capirà che la madre vera è un problema, è un pericolo, è una persona che protegge il figlio”[6]
Ma questo è ancora nulla, le cose peggiori sono le testimonianze inequivocabili delle violenze subite:
“Le numerose testimonianze acquisite restituiscono in maniera univoca e concordante un quadro nel quale all’interno del Forteto le pratiche abusanti rappresentano la consuetudine. Da quanto si è potuto ascoltare, il microcosmo del Forteto scandisce le proprie abitudini secondo regole che si potrebbero definire speculari rispetto al mondo che tutti conosciamo. Lì l’abuso risulta essere la prassi. Il rispetto, un’eccezione da dosare sapientemente per esercitare e consolidare il controllo sulle persone; dunque, in definitiva, è un abuso anch’esso” [7]
Chi ha lo stomaco di farlo può andarsi a leggere qualche caso concreto nella relazione in questione, che in certi punti assomiglia davvero un racconto dell’orrore.
Finalmente, nei giorni scorsi, Fiesoli è stato condannato a 17 anni e mezzo di reclusione, mentre condanne minori sono state inflitte ad alcuni collaboratori del guru. Ma non solo il profeta è a piede libero in attesa del terzo grado di giudizio (non era neppure in aula alla lettura della sentenza), ma essendo scaduti i termini della misura cautelare del divieto di dimora al Forteto, c’è il pericolo che possa pure ritornarci.
Il silenzio, l’omertà, le omissioni che per tanto, troppo tempo hanno contraddistinto questa vicenda non solo costituiscono un infamante atto d’accusa contro il PD, toscano e non; ma riportano alla memoria altri colpevoli silenzi, se non mistificazioni: quelli del vecchio PCI sui “paradisi socialisti” d’oltrecortina. Cambiano i tempi ma i metodi sono sempre gli stessi? “sopire, troncare” come diceva il celebre Conte Zio dei Promessi Sposi?.
[1] Fonte per le dichiarazioni di Mugnai: http://www.lanazione.it/firenze/forteto-mugnai-1.1072471
[3] http://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_729_Forteto.pdf. Per Magister http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/01/18/cattivi-scolari-di-don-milani-la-catastrofe-del-forteto/
[4] IBIDEM
[6] Commissione d'inchiesta sull'affidamento dei minori Conoscenza della congruità dell’attività di affidamento dei minori a comunità e centri rispetto agli obiettivi perseguiti dalla legislazione regionale in materia di tutela e promozione dei minori, alla luce della vicenda Il Forteto, RELAZIONE FINALE, Regione Toscana Consiglio Regionale (reperibile in http://www.consiglio.regione.toscana.it/upload/9/CM28/evidenze/evi214.pdf ), p17.
[7] Ibidem, p.24.
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