E se capitasse a noi?

Si ricomincia: vogliono sbattere Berlusconi in galera

Prove certe non ne esistono e durante il processo molti testimoni hanno decisamente rinnegato la versione di De Gregorio

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Si ricomincia: vogliono sbattere Berlusconi in galera

Silvio Berlusconi

Ci risiamo per l’ennesima volta e anche di più.

Vogliono sbattere Berlusconi in galera e per cinque anni, sulla base di cosa? Del nulla assoluto.

Poche ore fa la procura di Napoli ha chiesto il massimo della pena per il Cavaliere, colpevole, per gli accusatori, nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta e mai dimostrata compravendita di senatori che avrebbe, in seguito, fatto sì che l’ex parlamentare dell’ Idv Sergio De Gregorio si trasferisse in seno al Pdl nell’anno di grazia 2008, causando il crollo del governo Prodi, che già era molto traballante.

Di prove certe non ne esistono e durante il processo molti testimoni hanno decisamente rinnegato la versione di De Gregorio il quale, per dare una spiegazione di questa sua infamante accusa ebbe a dichiarare: “Ho sognato mio padre, mi diceva di andare dai magistrati e dire tutto quello che so su Berlusconi”.  Non ci sono parole.

Nonostante “le apparizioni” del poco credibile accusatore e le prove che non ci sono i paladini della giustizia partenopea Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, ma guarda un po’ ancora lui!,  nel marzo del 2013 arrivarono a chiedere il giudizio immediato per Berlusconi, respinto dal giudice per le indagini preliminare che però accolse al volo la richiesta di patteggiamento a 20 mesi proposta dal legale di De Gregorio.

Il pm Alessandro Milita ieri si è detto convinto di essere “al cospetto di una delle peggiori ipotesi che si possano prospettare, una vicenda che resterà nei libri di storia”, mentre per Piscitelli “l’uomo Berlusconi era ossessionato solo dalla volontà di mandare a casa Prodi e prenderne il posto”.

Accusa quest’ultima smentita dallo stesso Prodi, allorquando sentito come testimone ebbe a rispondere “ Penso fosse solo chiacchiericcio. Erano chiacchiere quotidiane e mai fui informato di cose specifiche, altrimenti sarei ancora presidente del Consiglio. Non ho mai avuto riferimenti specifici che un solo mio parlamentare si indirizzasse verso un altro partito”.

Scrive Luca Rocca su il Tempo: “ Poco più di un mese fa in tribunale è stato chiamato a testimoniare anche il deputato di Forza Italia Ignazio Abrignani, che ha inserito nel dibattimento una novità di rilievo. In sostanza il forzista ha spiegato che prima che il caso scoppiasse, De Gregorio si era rivolto al Pdl per avere dieci milioni di euro allo scopo di ripagare grossi debiti personali, promettendo, in caso di rifiuto, di non farla passare liscia a Berlusconi e al suo partito. Una ricostruzione riferita ad Abrignani da Denis Verdini, il quale alla richiesta di De Gregorio ha opposto un secco «no». Infine, anche l’ex Guardasigilli Clemente Mastella, sentito come teste, ha prima escluso categoricamente accordi con l’allora senatore dell’Idv («ne avrei parlato semmai con Berlusconi, mica con De Gregorio»), poi ha spiegato che se anche i suoi avessero votato a favore di Prodi, il governo, numeri alla mano, sarebbe caduto lo stesso.

Berlusconi ha commentato con amarezza la richiesta dei pm: «È una cosa assurda, che confligge con la realtà e con tutte le risultanze processuali, in linea con la tradizione dei peggiori processi politici». La sentenza è attesa per il prossimo 8 luglio.”

Dopo quanto sopra, continuo a dire che ho veramente tantissima paura di questa giustizia, di vivere in un  paese che ti fa sentire completamente solo, totalmente indifeso di fronte a deformi forze nate per assistermi e trasformatesi con il tempo in terribili strumenti di tortura, di malagiustizia, di sofferenza e disperazione.

Un lutto continuo, famiglie distrutte dall’assurdo assioma della legge italiana che se qualcuno o qualcosa mi accusa di un crimine devo essere io a provare la mia innocenza e non chi accusa a provare la mia colpevolezza.

Un sistema giuridico che ha abbandonato del tutto il principio della presunzione di innocenza a favore della presunzione di colpevolezza.

L’unica nostra, unica garanzia è che se saremo invischiati nelle maglie della ragnatela appiccicosa di questa ingiusta-giustizia, se il sistema giudiziario ci catturerà, saremo già che iti ( detto di mia nonna che significa saremo già morti) a meno di non essere degli spietati killer o stupratori che già hanno messo in conto di finire presto o tardi in carcere.

Sì, amici miei, ho terrore di questa giustizia. E sto con il Cavaliere!

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