Sì= nuove elezioni

Il referendum sta spingendo la Grecia ad una frattura politica e sociale

Sarà una domenica di incertezza e confusione tra la popolazione

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Il Referendum di domenica in Grecia non sta generando un clima di opinione, ma un tormentato stato d’animo. Di incertezza e confusione, per non parlare di risposte più viscerali come la paura o la rabbia. Con l'economia in caduta libera, imperversa la battaglia tra i sostenitori del sì e quelli del no, suddivisi in due campi dietro le rispettive trincee.

Solo una cosa è certa: il No aprirà ad una trattativa impossibile con i partner; il Sì’ una probabile caduta del governo e nuove elezioni forse addirittura a settembre.

Anche i sondaggi sono d'accordo, confermando la volatilità del risultato. 

Ieri, un’esplorazione del portale di notizie GPO ha affermato che siamo quasi di fronte a un pareggio (47% a favore dei sì; 43% i no), mentre il quotidiano Efimerida Syntakton (di sinistra) ha previsto una vittoria dei no (46%) contro l'altro (37%).

Molti attribuiscono questo cambiamento alla rumorosa campagna del sì creata dalle principali rete televisive private – muratori di un’impalcatura di interessi inestricabili, economici e politici, " che può far orientare Syriza verso un risultato inizialmente favorevole, con gran parte del sostegno che già gli ha dato la vittoria nel mese di gennaio ", spiega Sotiris, specialista ed esperto in ricerche dell’agenzia Yassos. "Ma questa è una situazione eccezionale che anche le indagini potranno districare con precisione. Gli indecisi sono circa il 20%."

E questo 20% potrebbe garantire più tranquillità al Governo Tsipras o sotterrarlo con nuove elezioni.

A domenica… l’ardua risposta.