Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ello splendore della propria coerenza culturale, Ignazio Marino, dopo aver fatto asfaltare in luogo dei sampietrini, ha scoperto il retaggio dell’antichità classica di Roma.
Durante l’inaugurazione della linea C della Metropolitana, il sindaco ha dichiarato: “Le fermate della Metro C saranno dotate di opere d’arte, la prima stazione dove interverremo ospiterà l’enorme calco che è servito a realizzare la copia del Marco Aurelio oggi in Piazza del Campidoglio”. Interessante notare come Marino non si sia neanche reso conto di aver detto un’ennesima ovvia, banalità: “Qui nella stazione Teano metteremo il calco a grandezza naturale utilizzato per realizzare la copia del Marco Aurelio che è in piazza del Campidoglio.” Ovvio. Se è un calco, non può che essere “a grandezza naturale”. Forse il Signor Sindaco non sa che non si possono realizzare “calchi” di proporzioni differenti dall’originale in qanto non saebbero più “calchi” ma stampi per la riproduzione in scala.
Detto ciò, sarebbe bene informare il Primo Cittadino dell’Urbe che un calco dal quale si ricava una copia di un’opera d’arte NON È un’opera d’arte. Sarebbe bene fargli sapere che l’utilizzo dello stesso calco potrebbe essere al più visto come una forma di “arredo urbano” o di “decorazione” piuttosto che come – appunto - “Arte”.
Inoltre la terza linea della Metropolitana di Roma, di là dalle annose polemiche, dai suoi inaccettabili costi e ancora lungi dall’essere terminata per il tanto voluto Giubileo, vanta progetti esteticamente e architettonicamente discutibili che ricordano più le architetture del socialismo dell’Est piuttosto che lo splendore di tremila anni della Città Eterna. Insomma se le scelte urbanistiche del suo predecessore sono degne d’oblio quelle dell’attuale amministrazione sono da vituperio perenne. Così la città si fregerà di Stazioni dal pessimo design postindustriale che – stando al progetto della giunta – dovrebbero contenere le solite “installazioni” che tanto piacciono alla Sinistra. Non paghi della cosiddetta “Street Art” hanno pensato di abbruttire ulteriormente il tessuto urbano affiancando a palazzi cinquecenteschi scatole di cemento che fanno sembrare il “sarcofago” di Chernobyl un edificio del Bramante.
Ma l’assalto di Marino non finisce con le installazioni della Metro C, infatti è notizia pubblica l’ulteriore resezione al bilancio culturale della città di Roma che la sua Giunta ha predisposto per l’anno in corso. Sarebbe questa la terza riduzione consecutiva cominciata già durante l’amministrazione Alemanno, e che fa sì che la Capitale abbia una programmazione culturale del tutto inadeguata e inferiore a quella di altre città europee… sempre con buona pace della troppo vantata Estate Romana e del Giubileo incipiente.
Ma dal momento che tutto questo evidentemente non basta ecco il problema
delle colonne di granito sostenute dal cemento al Tempio della Pace al Foro Romano con un intervento voluto sempre dal Sindaco e dalla Sovrintendenza capitolina che adesso si è anche aggiudicato un’interrogazione al ministro Franceschini da parte di alcuni senatori del Movimento 5 Stelle, che l’anno giudicato “irragionevole e dannoso” e insieme con loro si sono levate le obiezioni di Claudio Strinati e Vittorio Sgarbi tra gli altri.
L’inadeguatezza del Sindaco “pro tempore” è ormai evidente a tutti, non soltanto per ciò che riguarda le “buche” delle strade e la “nettezza urbana”, ma anche, seppur appare meno evidente, proprio dal punto di vista dell’amministrazione “culturale, storica e artistica”, in una continua china discendente, un declino sempre più vorticoso volto a sommergere l’Infinita Bellezza della Città dei Cesari e dei Papi nel disperato tentativo di lasciare traccia di se stessi. Peccato che la traccia che verrà lasciata sarà soltanto un’ennesima cicatrice sul bel volto di questa città.
Inserito da Claudio lanzi il 05/07/2015 15:40:13
lo vedi, ecco Marino la sagra c'è dell'IVA in bici o cor trenino quanta ignoranza c'è e così via
Non possiamo nn dirci conservatori, e allora attenti con la santificazione della tecnologia
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