Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Proviamo a fare il punto sulla Grecia. Oggi gli ellenici votano per il referendum indetto da Tsipras: Sì o No alle condizioni imposte dall’Europa. Se vince il Sì, Tsipras che le ha rifiutate fino ad ora applicando il mandato elettorale dovrà dimettersi, e sarà sostituito come è avvenuto in Italia nel 2011 da un governo che non risponde ai risultati elettorali politici. Ai greci toccheranno i locali Monti, Letta, Renzi? Chissà. Senza dubbio ai greci toccherà come è già accaduto a noi una sospensione della democrazia surrogata dal commissariamento europeo. Saranno, come noi governati dalla Merkel che fa gli interessi della Germania fingendo di tutelare l’Europa, incarico peraltro che nessuno le ha affidato né democraticamente né esplicitamente, ma che ella si è presa usando la dittatura della finanza che come stiamo provando tutti è peggiore di ogni dittatura politica.
Se vince il Sì ai greci toccherà una politica di lacrime e sangue, come si suol dire, e staranno peggio di adesso (ovvero un disastro, povertà diffusa ecc. ecc.)
Se vince il No… Se vince il no non sappiamo cosa può accadere, perché si aprirebbe uno scenario che nessuno aveva previsto al momento della costituzione della moneta unica (a proposito complimenti ai padri fondatori che non hanno pensato ad una eventualità non impossibile come la storia sta dimostrando).
Quello che sappiamo è quello che ipotizzano gli economisti filo-europeisti e soprattutto educati alla supremazia della finanza internazionale: ovvero uscita dall’euro della Grecia, tracollo del valore del conio alternativo e dunque dei risparmi (i pochi rimasti) dei cittadini greci, parlano di una perdita del 30% del potere di acquisto, esplosione dell’inflazione, borse in picchiata, commercio estero nella tempesta perché le importazioni sarebbero quasi proibitive e le esportazioni a rischio (anche se dal basso della mia ignoranza non ho bene capito secondo quale meccanismo, ma loro dicono cos).
I pochi economisti non allineati prospettano uno scenario non idilliaco, ma meno drammatico, nel senso che vedono una ripresa dopo il tracollo.
Dunque in un caso e nell’altro per i greci il futuro è nero, però nel caso di un commissariamento europeo si tratterebbe di un problema limitato ai greci, mentre nel caso della vittoria del No l’effetto contagio potrebbe diffondersi al sistema Europa.
Di conseguenza pollice verso e che i Greci si arrangino!
Le argomentazioni contro la solidarietà con il popolo ellenico sono quasi indiscutibili:
Hanno truccato i conti per entrare in Europa! Ora paghino le conseguenze. Deve essere sicuramente vero, ma quei lungimiranti e geniali padri nonché gestori della moneta unica non lo sapevano? I greci sono stati così furbi da prendere tutti per il naso? Significa che questa Europa da difendere è assolutamente inadeguata peggio di una stordita Alice nel paese delle meraviglie, e allora perché dovremmo continuare a crederci?
Vanno in pensione troppo presto, non fanno pagare le tasse agli armatori, spendono troppo in armamenti. Insomma non hanno fatto le riforme. Sarà sicuramente così, ma a sentire analisti non allineati pare che la faccenda stia un po’ diversamente, e in effetti viene da chiedersi, se la Grecia è questo paese del bengodi dove la gente va in pensione a 50 anni, com’è che sono così drammaticamente poveri? Com’è che il sistema sanitario non assicura l’assistenza ai più poveri, e una percentuale altissima di bambini è malnutrita? A sentire le obbiezioni alla politica economica greca si dovrebbe pensare che se la passano tutti allegramente alla faccia dei debiti!
Gli armamenti. Certo spendere in sottomarini armi, e compagnia bella se non sia ha da mangiare è una follia, ma com’è che comprano tutto da industrie pesanti tedesche (Tyssen e Krupp)?
Sulle tasse agli armatori in effetti sembra una follia soprattutto con un governo di sinistra estrema come quello di Tsipras.
Poi c’è la faccenda dei partnes europei, perché, diciamocelo sinceramente, alla fine ognun per sé e Dio per tutti.
Abbiamo dato tutti soldi alla Grecia che non rivedremo più se fallisce. E questo in effetti per paesi come il nostro è un bel problema. Perché dobbiamo rimetterci noi per la dissennatezza greca?
Si potrebbe chiamare in campo il concetto di solidarietà che dovrebbe regolare un sistema unitario come quello europeo. Ma a questo punto tutti quei bravi solidaristi ad oltranza, senza se e senza ma, quando si tratta di clandestini che devono essere aiutati a prescindere dalla possibilità economica di farlo e che neppure fanno parte della cosiddetta Unione, sembrano distratti e dei poveri greci se ne fregano.
Ecco qualcosa, e più di qualcosa non torna. Possibile che i paesi europei, tutti, si adattino alla dittatura della Merkel, peggiore sotto certi aspetti di quella degli anni ’30 del ‘900, e non la mandno al diavolo con il suo euro farlocco e affamatore di popoli?
Alla Germania piace l’euro? Se lo tenga, tutti gli altri se ne vadano e vediamo cosa succede, forse isolata e solitaria la Germania quell’euro del piffero se lo potrebbe friggere e noi ce la caveremmo meglio.
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