Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Bruxelles- Parlamento Europeo-
L'abbiamo pensato tutti, lo dicono loro, lo diciamo in molti: non è un caso che lo scossone all'UE, agognata isola che non c'è, sia giunto da Atene, dai natali della Democrazia, che sia giunto dal popolo greco malgrado lo stesso popolo greco, la possibilità di pericoli d'ogni fattura e sembianza in cui potrebbe imbattersi, a dir poco sbattere "ad occhi aperti contro un muro" secondo la Merkel. Sta di fatto che un popolo, malgrado la consapevolezza di un ulteriore rischio d'incolumità, abbia seguito, se pur con entusiasmo fanciullo, l'onda di una dignità, abbia alzato la testa sotto il giogo. E questo sa di buono, per quanto ingenuo possa apparire.
Accanto a questo, alcun dubbio sulle responsabilità
nazionali greche nella vicenda, alcun dubbio sugli errori protrattisi per anni
sotto la guida di quelle due o tre famiglie succedutesi nei malgoverno
ellenici, ma, ad onor del vero, non va tralasciato che il neonato governo
Tsipras, sin dall'inizio del mandato, sia stato schiacciato dall'incalzante
richiesta della restituzione di debiti di Stato contratti precedentemente, non
va tralasciato con quanta rigidità, a volte sotto apparente paternale, gli sia stato
negato il tempo necessario alla governabilità della crisi preesistente ad esso,
l'inesperienza governativa, una certa guasconeria irriverente benché non
menzognera e la falsa informazione, ad iniziare dal Financial Times, che
come sempre detiene la bandiera del campo, hanno aperto ancor più varco al
gioco della manovra europea, questo fino ad ieri, al popolare Oxi.
Ma la Grecia è un falso fine, il fine reale è l'Unione Europea, la sua
frantumazione, e non è senza rammarico che ci si esprime in questi termini,
avendo, chi scrive, presenziato ai convegni della Comunità Europea, allora
CEE, in preparazione dell'Unità. Si era ai primi anni ottanta e di incontri se
ne tennero molti. E in tutti, ma proprio tutti, si respirava un'aria di
trasformazione, di futuro, un reale desiderio di incontro tra i popoli del
vecchio continente, e si trattava di storia e di arte e si facevano
progetti anche economici, certo che sì, ma anche non solo, e in tutti, malgrado
le frequenti bizze dei Paesi Bassi, si respirava desiderio di Unità. Per noi
italiani, ricordo frequenti commenti fuori dall'ufficialità, ogni volta era
come vivere lo spirito di un novello Risorgimento, benché avesse tutt'altro
significato, tutt'altra struttura, tutt'altro ideale, risultava come un Risorgimento
Europeo. E' così che molti di noi giunsero a vivere Maastricht, il Trattato,
con questo tipo di spirito, di speranza.
Ma non è così, non ora, questa non è l'Europa di Maastricht e neppure l'Europa
di Lisbona, questa non è l'Europa unita. Non c'è più nulla o quasi che la
rappresenti. La vicenda greca, il comportamento sull'immigrazione,
l'autolesionismo circa il petrolio russo e fatti inerenti, le discordanze circa
la coalizione militare in teatri di guerra, e potremmo andare avanti, lo
dimostrano ogni giorno. L'Europa è stata ridotta, dai leaders dei governi
europei innanzi tutto, italiani compresi, una grande colonia atlantica, vive,
si muove, decide come fosse una colonia atlantica, in balia delle Banche e
delle Multinazionali, modello, quello atlantico, che, in barba ad ogni proprio
Trattato, ha scelto di seguire anche nell'unificare i propri stati, creare la
propria Unità, credere di creare.
Il fatto è che i popoli del Vecchio Continente, a parte gli abitanti della Gran Bretagna che il grande imperatore Moghul Akbar, in una risposta ad Elisabetta I d'Inghilterra, nel XVI sec. definì " i selvaggi dell'isola più occidentale di ponente" e mai entrati realmente nell'Unità, benché labile questa sia, questi popoli sono popoli non solo di storia codificata, ma di antica storia, a differenza di quelli del Nuovo Continente che, distrutta con i nativi l'unica storia, tra l'altro non scritta o molto poco, di quella terra, hanno agglomerato frammenti di mille costumi, tradizioni, abitudini, a raffazzonare una sorta di storia ancora, malgrado le fratricide Guerre di Secessione, in formazione. Il fatto è che non si può creare reale unità tra popoli di antica storia "individuale" di popolo, in cui il fattore portante sia economico e non culturale, di poi politico, eccetera eccetera, è da stolti.
Ma poiché stolti non sono coloro che guidano quest' Europa Unita
assente, ecco che si evidenzia la volontà di manovra distruttiva a che
gli Stati Uniti d'Europa, non si formino né ora né mai, semplicemente perché
non si vuole siano. La signora Merkel sa questo perfettamente e con lei tutti
coloro che guidano l'Europa o fanno da lacchè. Ma la posta è pericolosa, ora è
pericolosa, molto. La Grecia potrebbe trasformarsi, o meglio essere trasformata
in una breccia attraverso cui far passare l'intera distruzione
europea.
La Grecia è qui ed è lì, è la Turchia anche, è la Macedonia anche, è l'Albania
anche, è nel Mediterraneo anche. E nel Mediterraneo è la Tunisia e l'Algeria e
il Marocco e l'Egitto e i disordini che sappiamo, e gli estremismi che
sappiamo, e molti europei sono negli estremismi anche, e questo dovrebbe far
riflettere anche, e i più vengono, non a caso, dall'isola dei
"selvaggi", e gli estremismi si lasciano agire anche, si finge di
bombardarli anche, ma questo l'abbiamo detto e spiegato fino alla nausea.
E poi basta salire un po', solo un po' lungo i paesi limitrofi alla Grecia per
trovarsi nei Balcani, per trovarsi nella situazione ucraina e da lì
proseguire verso il Mare del Nord, dove da tempo ha luogo un silenzioso scontro
americano-russo, e da lì, in discesa, chiudere il cerchio sull'isola dei
"selvaggi", fino a scorgere l'Europa circondata dal possibile laccio
della fine d'un sogno a cui, dai suoi stessi figli, è stato impedito di
trasformarsi in realtà. Per assenza di coraggio... forse. Per assenza di
lealtà... forse. Per assenza di ideali... forse. Per avidità di potere...
forse. Per paura... forse.
Ma a noi piace sperare, e dopo il rischioso forse suicida Oxi di
Atene, vogliamo illuderci d'intravedere qualcosa oltre il cerchio tracciato
intorno all'Europa nelle precedenti parole, solo che, come spesso ci
accade, queste sono speranze di scrittore... utopia... forse.
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