Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Finalmente da una tribuna importante si è alzata una analisi sull’Europa e contro l’Europa. L’altro giorno chi scrive, una volta ancora, aveva rilevato i difetti ed i guasti delle organizzazioni europee, reputate dai cittadini fredde, lontane, in una parola estranee.
Ora uno spazientito ed infastidito Ernesto Galli della Loggia ha pubblicato una nota così sintetizzata: “Una Eu mediocre risveglia le nazioni. La pochezza delle classi dirigente europee, che hanno creduto di poter fare a meno del consenso dei popoli, ha generalo il fallimento. Le istituzioni comunitarie hanno perso credibilità agli occhi dei cittadini, che le ritengono troppo lontane”, Si tratta di un riassunto centrato e calibrato, che dimostra da sempre il distacco dei cittadini da questi organismi, di cui si conoscono l’onerosità, la magnificenza delle strutture, l’insignificante impegno compiuto dai parlamentari, strepitosamente pagati ma sempre neghittosi e che gli stessi politici hanno calcolato di importanza enormemente ridotta rispetto al quadro nazionale, attribuendo i seggi a loro gregari, ad “uomini fidati” .
Basti solo pensare che tra i più grandi ed estasiati cantori dell’Europa figura un uomo, mai si cimentatosi con la politica e l’impegno elettorale: Carlo Azeglio Ciampi.
Del resto la frequenza alle urne, in costante caduta dal 2009 (66,47%) al 2014 (58,69%), è una palese dimostrazione del disinteresse, in attesa di divenire nausea, degli elettori italiani, preoccupati in tantissimi casi di vedere la Germania, al terzo tentativo, fortunatamente questa volta incruento, divenire la dominatrice del Vecchio, forse troppo vecchio ed ansimante Continente.
L’europeismo ufficiale – inizia Galli – “assiste oggi alla più violenta esplosione di sentimenti nazional / nazionalistici, che il Continente abbia conosciuto dal 1945 ad oggi”. Criticato, grazie a Dio, il “Manifesto di Ventotene” “inspiegabilmente” considerato “una pietra di fondazione” anche dal solito Ciampi e non solo da lui, l’editorialista riscopre un aspetto proprio e tipico dell’evanescente destra politica, quello dello Stato nazionale “contenitore storico della sovranità popolare della democrazia rappresentativa”.
“L’Europa – altra osservazione carica di significati e lezione quanto mai inascoltata – ha perso paurosamente di credibilità agli occhi dei suoi cittadini anche per questa diffusa irresponsabilità politica, contraria ad ogni regola democratica”, anche perché il “presidente del Consiglio”, per eccellenza, con una topica storica, ignorando l’articolazione degli Stati, inserisce la Svizzera in Europa unita !
Suona come musica celestiale, anche se assolutamente non inedita, la considerazione del carattere scadente delle “culture politiche finora egemoni”, quella cristiano – democratica (della quale è fanatico sostenitore Berlusconi) e quella socialdemocratica (nella quale sono poi confluiti gli ex comunisti).
L’unico punto critico da esprimere riguarda questo giudizio: “Adagiatesi nel conformismo comunitario dell’ortodossia economico – sociale, le due principali culture politiche del Continente appaiono da anni incapaci […] di avere uno scatto di immaginazione, un sussulto di indignazione, di abbandonare le strade rivelatesi sbagliate”. L’incapacità non risale a 10 o 20 anni fa ma è congenita , come congenite sono le carenze, le insufficienze, le contraddizioni di fondo.
L’intervento di Galli costituisce una autorevole conferma della necessità di seguire una linea nazionale, distinta e distante, se non addirittura contrapposta alle “demagogie isolazionistiche”, alle “pulsioni xenofobe”, alle proposte alternative astratte ed astruse e soprattutto chiaramente fantasiose ed irrealizzabili.
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