Sveglia! L'Isis è alle porte

I due jihadisti arrestati a Brescia pensavano da tempo di abbattere un aereo militare statunitense

Sempre più tentacoli dello Stato islamico nel nostro Paese, ma la cosa sembra importare molto poco

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I due jihadisti arrestati a Brescia pensavano da tempo di abbattere un aereo militare statunitense

Lassad Briki e Muhammad Waqas, i due jihadisti arrestati a Brescia

Si erano preparati per lasciare l’Italia con direzione Libia o Siria, così da aggregarsi alle milizie assassine dello Stato Islamico, capeggiate dal califfo Abu Bakr al Baghdadi.

Ma prima di questo trasferimento, avevano escogitato un piano per colpire l’Italia: abbattere un aereo militare americano.

Il tunisino Lassaad Briki e il pakistano Muhammad Waqas, sono stati arrestatI con l'accusa di associazionecon finalità di terrorismo internazionale, e ciò evidenzia quanto la minaccia islamista faccia oramai parte della nostra quotidianità. Anche l’Italia è in grave e costante pericolo di attacchi.

I due uomini provenivano da Milano e Brescia, dove parevano ai più persone ben integrate, con un lavoro, una famiglia e amicizie. Eppure, durante le loro conversazioni – intercettate dalla Digos nell'ambito dell'indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli e dal pm Enrico Pavone – tramavano tentativi criminosi contro la fabbrica di ortofrutta di Brescia dove lavorava Briki, i carabinieri, la base militare americana di Ghedi, sempre nella zona del bresciano.

Proprio Briki è stato definito nell'ordinanza del gip Elisabetta Meyer come il più pericoloso dei due. È lui a mettersi ripetutamente in contatto, via  web, con combattenti dell'Isis impegnati in Siria. Ed è sempre lui a coltivare in patria legami con “soggetti sicuramente contigui agli attentati commessi in Tunisia” ai danni di turisti stranieri. Persone che prima contatta in internet, attraverso una chat, e poi incontra personalmente durante un viaggio in Tunisia.

Briki torna a Kairouan, la sua città natale, il 26 giugno scorso, appena un giorno prima del massacro sulla spiaggia di Sousse (episodio nel quale pare non essere coinvolto), e subito interpella sul web un uomo, con ogni probabilità affiliato allo Stato islamico, per concordare un incontro. Durante la conversazione Farid May (questo il nome in codice del contatto) spiega a Briki (che nella chat usa un nickname cinese, Li Mei) che “ci sono troppi servizi” e che dovranno aspettarlo “in un posto vicino”. Poi fa un riferimento inquietante: “Io adesso faccio i calcoli per ogni passo, Bardo la conosci...Non devi dire nulla al telefono, dimmi: sono arrivato, e basta...c'è lì...quando arrivo ne parleremo”.

Quasi certamente un richiamo all'attentato al museo del Bardo e a un possibile incontro tra i due terroristi.

Adesso l’Italia è davvero nel mirino di questi schifosi assassini…comunicatelo a RENZI!

            

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