Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Fra i romani circola una battuta: «Marino è un pazzo o c’è un pazzo che si crede Marino». A dire la verità al posto di “pazzo” i romani usano un epiteto un po’ più forte, anzi molto più forte, ma comunque oltre la gradazione semantica del giudizio il concetto è abbastanza chiaro, Ignazio Marino è il sindaco più disprezzato della storia della Capitale. Se non fosse stato per il caso Mafia Capitale, Alemanno potrebbe essere portato in trionfo come un amministratore illuminato ed efficiente! E questo dà la misura del disastro Marino.
Il giornali internazionali (mai teneri con l’amministrazione capitolina, questo va detto) ormai sono ad un passo dal dichiarare la città eterna luogo off limits, e francamente è difficile dar loro torto nonostante l’antipatia che in genere suscitano questi corrispondenti stranieri sempre pronti a dar lezioni agli italiani col ditino alzato da mestrini con la penna rossa.
Chi non abita a Roma può capirlo solo marginalmente, perché le cronache non possono restituire completamente lo stato di degrado (anche morale, non dimentichiamolo) nel quale i cittadini della capitale sono costretti a vivere.
Sì, perché è degradante che il nuovo ufficio di Equitalia di Roma Nord aperto al pubblico con grande pompa costringa i cittadini ad accamparsi fuori della porta alle tre di notte per organizzare un sistema di numeri elimina-coda (l’ironia del termine ha qualcosa di tragico), che alle 8,35, all’apertura degli uffici, sarà utilizzato come criterio di priorità per distribuire i numeri ufficiali del contatore interno! Morale della favola il cittadino che si presenti agli uffici di Equitalia dopo le 8,38 non troverà più biglietti cioè dovrà tornarsene a casa con le pive nel sacco e scegliere se presentarsi alla riffa notturna alle tre di notte per avere una possibilità di parlare con gli impiegati o rinunciare con quel che ne consegue.
È umiliante prendere una multa in una strada residenziale perché le ruote dell’automobile sporgono di 10 centimetri dalla striscia di parcheggio (senza impedire o ostacolare passaggi), mentre nella via parallela (la Flaminia Vecchia, zona collina Fleming, tanto per essere esatti) quegli stessi vigili non vedono le macchine parcheggiate in doppia fila a spina di pesce(!), già ma lì ci sono i negozi… Appena i negozi finiscono iniziano le multe, basta un parcheggio non perfettamente eseguito.
Per non parlare delle strade sulle quali ammortizzatori e gomme vengono irrimediabilmente distrutti con soddisfazione dei meccanici, ma certo non dei possessori di macchine e motorini che pagano le assicurazioni più alte d’Italia, e come cittadini le tasse più pesanti.
Il resto lo sapete lo leggete su tutti i giornali, inutile ripeterlo, sporco, degrado, illuminazione pubblica che funziona a tratti, parcheggi inesistenti o costosissimi, che è quanto dire inesistenti ecc. ecc.
In compenso il sindaco parcheggia dove gli pare la sua auto privata e non vuole pagare le multe, insulta i cittadini che protestano intimando ad una signora con i capelli bianchi di mettere in moto i due neuroni che possiede! Poi non si scusa con lei, ma si giustifica dicendo che era commosso ricordando suo padre deportato in Polonia. E chi se ne frega del padre di Ignazio Marino! ma come si permette questo chirurgo che pretende di amministrare Roma (non un paesino sconosciuto) di anteporre i propri sentimenti personali alla cura della città ai doveri istituzionali (era per l’appunto in veste istituzionale quando ha insultato la signora che chiedeva una città più vivibile) e anche alla buona educazione?
Ora dopo i ripetuti disastri dei trasporti licenzia tutto il vertice di Atac che egli stesso aveva insediato dichiarandolo composto dai migliori professionisti e caccia l’assessore colpevole di non essere mariniano. Già perché se a Roma le cose non vanno la colpa secondo il Sindaco è sempre di qualcun altro. Lui non c’era e se c’era dormiva (magari, farebbe meno danni)
Questo signore che dicono bravo nei trapianti di fegato comincia a farci dubitare ci sia un grandioso conflitto di interessi. Già perché il fegato dei romani alle prese con la vita nella capitale e le esose pretese di tasse subisce un logoramento che potrebbe portare ad una patologia grave. Non sarà che Marino si stia preparando i pazienti per quando tornerà a fare il chirurgo?
Inserito da contorto il 26/07/2015 19:17:20
la società civile può esprimere amministratori pubblici capaci? la risposta è purtroppo no, ma lo è da tempo, non è che Marino, entrato in politica da grande, possa fare eccezione. Ritengo che governare Roma sia difficile, ma il dramma in cui la sta immergendo questo sindaco è davvero troppo. E le sue ultime scelte politiche, il vuoto attorno che gli sta facendo Renzi, dimostrano che per lui presto arriverà la parola fine, Buzzi o non Buzzi
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