Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Erdogan Pinocchio e Obama la volpe
Erdogan forse non si è ancora accorto che la strada che sta intraprendendo è molto, ma molto perigliosa, perché quasi sicuramente chi lo consiglia da vicino lo sta portando su un cammino scosceso e labirintico.
C’è da dire, fortunatamente, che la Turchia non è solo Erdogan, basti pensare alla brutta figura raccolta dal presidente alle ultime legislative, ma –nonostante ciò- sembra proprio disinteressato a quanto sta accadendo all’interno della sua società.
L’attacco alla Siria con i conseguenti bombardamenti, altro non sono che una gravissima azione di arroganza e sfrontatezza; gli aerei del suo esercito stanno ripetutamente attaccando le basi del PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan) e questo, agli occhi del mondo, è solo un atto di pura codardia, in quanto va a bombardare un movimento con il quale era stato avviato un processo di pace, ma lo è soprattutto perché si va ad indebolire sul campo chi da mesi combatte in prima linea l’ISIS.
I raid turchi vanno avanti da giorni e proclamati dal Governo di Ankara come azione decisiva per stanare lo Stato Islamico, dopo anni di protezioni e finanziamenti vari dati agli uomini di al-Baghdadi.
Da qui l’immensa contraddizione di andare ad accorpare nello stesso calderone i boia assassini dell’Isis con coloro che stanno combattendo i jihadisti da tempo; inutile anche sperare che gli alleati turchi facciano retrocedere il pinocchiesco Erdogan dai suoi propositi, visto che anzi Obama in primis e la NATO applaudono al ‘ritrovato’ interventismo turco a favore della ‘stabilizzazione’ della regione e visto che tali bombardamenti, iniziati a poche ore dall’attentato di Soruc, sembrano rientrare in una precisa strategia volta a fare del medio oriente un campo ancora più minato ed a rovesciare Assad a Damasco.
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