Editoriale

Il mistero del bucchero

Abbiamo visto un bucchero etrusco sullo sfondo di un'intervista al ministro Lorenzin, Non sembrava essere in un museo, ma forse era solo un falso

unedì sera, guardando in stato soporoso l’intervista che il TG 5 ha fatto al Ministro Lorenzin, sono stato praticamente svegliato di soprassalto da mia moglie.

Il suo grido non è stato soltanto dovuto alle solite sconcezze che vengono effettuate dalla Sanità italiana, quanto da qualcos’altro.

Nel filmato, su un mobile dietro al ministro, tra due vasi si vede benissimo un oggetto che ai più non dirà nulla, ma all’occhio attento d’una archeologa qual è Ines invece sì.

Il vaso piccolo e nero – come Calimero – che si vede nitidamente, sembrerebbe essere un bucchero etrusco. Sembrerebbe. Potrebbe essere. Oppure potrebbe essere un’eccellente copia. Per i profani – lo sono anch’io avendo dato soltanto l’esame di Archeologia Medievale ed essendomi imboscato per evitare tutte le sessioni di scavo – va spiegato che dicesi “bucchero” un particolare tipo di ceramica utilizzata dagli etruschi soprattutto dal VII al V sec. a.C., lavorata al tornio e uniformemente nera sia all'interno sia all'esterno.

Sarebbe comunque interessante sapere se si tratta di un originale oppure, appunto, d’una sua replica molto ben realizzata.

Nel primo caso, nell’eventualità fosse un manufatto etrusco, ci piacerebbe sapere dove sia posto, visto che evidentemente la registrazione dell’intervista non avviene in un museo. Qualche tempo fa, giustamente, si è scatenato un piccolo scandalo per alcune anfore romane di scarsissimo valore, molto comuni, ritrovate in possesso dell’ex ministro Scajola. Naturalmente siamo certi egli le avesse a propria insaputa.

Comunque nel rammentare che “Domandare è lecito… rispondere è cortesia”, io la prossima volta mi guardo Voyager, ché almeno Giacobbo mi mette di buon umore.