spigolando dai giornali

Il monito di Matterella a Renzi, il disastro di Fiumicino, e Italcementi che si chiamerà Germancementi

di Vincenzo Pacifici

Il monito di Matterella a Renzi, il disastro di Fiumicino, e Italcementi che si chiamerà Germancementi

Finalmente, pur tra non poche ovvietà (la lotta alla corruzione ed il varo delle riforme (?), il presidente della Repubblica, in occasione della tradizionale cerimonia de “Il Ventaglio”, ha colpito “duro” con un unico obiettivo facilmente identificabile. Le parole di Mattarella sono pesanti come macigni: “Nessuno è un uomo solo al comando nel nostro Paese. Non è possibile in democrazia, la Costituzione prevede un equilibrio tra i poteri”. E’ improbo essere più chiari, fin quasi espliciti, per il destinatario e per quanti apertamente lo appoggiano o peggio nascostamente trescano con lui.

   Ma due avvenimenti ed un autorevole giudizio hanno dimostrata quanto lontana, quasi impossibile, sia la corretta e sana gestione del potere, peraltro agevolata dall’inesistenza e dall’inconsistenza delle forze di verifica e di controllo, in un regime di democrazia autentica, definite di opposizione.

   A causa dell’incendio, etichettato comodamente come fortuito, del 7 maggio all’aeroporto di Fiumicino, Alitalia, in cui gli arabi di Etihad hanno investito la modica somma di 560 milioni di euro, ha subito finora danni per 80 milioni. Lo ha reso noto la compagnia, precisando che un calcolo “totale dei danni” sarà possibile quando “lo scalo tornerà a funzionare a livello preincendio”. “Siamo – ha osservato l’Ad Cassano – la compagnia più danneggiata, l’unica ad avere il proprio hub a Fiumicino” con il 50% circa dei totali dei voli. Senza investimenti sullo scalo Alitalia sarà costretta a spostare la crescita altrove”.

   Cosa si dirà adesso del gravissimo incendio di mercoledì e del penoso blocco elettrico di giovedì, prova provata di uno stato di inefficienza cronica?

   Secondo, poi, il rapporto SVIMEZ  l’Italia è “un Paese diviso e diseguale, dove il Sud è la deriva e rischia il sottosviluppo permanente. Nel 2014, per il settimo anno consecutivo il pil del Sud è ancora negativo ( - 1,3%) ed il pil pro capite tra centro – nord e sud nel 2014 ha toccato il minimo degli ultimi 15 anni con il 53,7%.

   Netto ed eloquente quanto amaro è il divario tra i redditi, tradotto in un rischio povertà che al Sud è 1 persona su 3, al Nord 1 su 10. Sono analisi provate e documentate che dovrebbero addirittura allarmare e che invece sono subito accantonate ed ignorate.

   Le fitte schiere, plaudenti e sempre in estasi di fronte al “bugiardissimo” e i quotidiani, allineati ufficialmente e ufficiosamente, si rendono conto della gravità avvilente dell’acquisizione dell’ Italcementi dei Pesenti da parte tedesca con la Pirelli prossima a cadere in mani cinesi e l’Indesit dei Merloni già reimmatricolata USA ?

   Un importante banchiere italiano ha confessato che “vedere alcuni e grandi storici gruppi industriali passare sotto il controllo degli stranieri non fa piacere”. No solo non fa “piacere” ma deve rappresentare ragione di condanna per la politica, come quella italiana attuale, paesana, chiacchierona, e principalmente frutto di improvvisazione e di superficialità.

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