Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Nubifragio Calabria
La quantità di pioggia che si è abbattuta sulle città dell’Italia non avrebbe dovuto provocare allagamenti di tal livello, in quanto vi è una chiara mancanza di conservazione per la quale i diretti interessati devono pagarne e risponderne.
Precipitazioni estreme come quelle in Calabria con tantissimi mm di pioggia caduti in un’ora e che non sono un evento eccezionale di fronte al quale non poter essere in grado di evitare i danni da allagamenti, hanno evidenziato che sarebbe bastata una circostanza tecnicamente normale, secondo le pratiche tecniche e progettuali che definiscono gli eventi eccezionali, quelli che si ripetono a distanza di almeno 50 o più anni, a mettere in crisi l’intiero apparato.
I dati raccolti presso la stazione pluviometrica che ha ricevuto
la maggiore quantità di pioggia e le elaborazioni ufficiali prodotte dal
Servizio Idrologico Regionale (Sir) parlano chiaro, e sono tranquillamente
reperibili online.
Il dito va puntato contro la classe politica e amministrativa nazionale, perché
se da una parte i danni derivanti dai fortissimi venti del passato marzo non
potevano essere evitati, anche in relazione alla tipologia della maggior parte
degli alberi abbattuti, quelli da allagamento invece si.
Basterebbe che lo Stato investisse sulla prevenzione e manutenzione, cosa che evidentemente non interessa a chi guida il Governo o a quelli precedenti.
Si preferisce fingere di correre al riparo a posteriori, mettendo di mezzo le vite dei cittadini e degli angeli del fango, i volontari che si fanno in dieci per dare il loro aiuto; spendendo soldi pubblici in quantità maggiore per la riparazione dei danni, o addirittura per giovarsene per ridicole passerelle con i presunti immigrati, il cui impiego -in una circostanza che richiede grande esperienza e specializzazione- diventa inutile e dannosa.
Inoltre, nessun organo d’ informazione televisivo ha messo in evidenza la non eccezionalità dell’evento di pioggia. Non ci stupiamo, dunque, del menefreghismo renziano, uno degli artefici della mala-gestione della città di Firenze, colpita a inizio agosto da questi nubifragi.
Si blatera da mesi che la nostra Penisola è soffocata dall’Anticiclone Africano che si è insediato al posto del più mite Anticiclone delle Azzorre, a causa di temperature molto fredde registrate nell’Atlantico settentrionale, conseguenza della corrente pacifica di El Nino quest’anno particolarmente violenta.
Solo bla bla e bla; ma gli esperti di meteorologia che ci stanno a fare? Dove si nascondono in quei momenti che precedono siffatti disastri?
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