Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Erdogan, l'amico del'Isis
Molte famiglie fuggono dalle città curde a causa dei molteplici attacchi dello Stato Islamico, appoggiato da tempo dalla Turchia, come già ampiamente trattato in queste pagine giorni addietro. Una Turchia che non permetterà mai la nascita di una regione autonoma curda in Siria, come più volte gridato dallo stesso Erdogan, il quale ha permesso e anzi aiutato ad armare i terroristi dell’Isis in Siria e che adesso sta facendo di tutto per liberarsi dei profughi curdi sperdendoli in tutta Europa. Siamo di fronte ad un’ennesima pulizia etnica alla quale l’Occidente, gli USA in primis, non vogliono porre fine.
La vera colpa dei curdi morti per strada, vedi la scena tragica del bambino Aylan, è da reputare a Erdogan che dopo aver provocato la guerra in Siria sta approfittandosi dell'inefficienza dell’UE per cercare di eliminare i 2 milioni di profughi diventati sgraditi ed ostacolanti.
Purtroppo, l’Occidente, afferma che la Turchia rimane intoccabile perché membro della Nato e alleato degli americani in Medio Oriente.
Il Califfato è ora divenuto per Erdogan un ottimo mezzo che acconsente di colpire i curdi, servendosene come giustificativo per un eventuale intervento in territorio siriano.
Insomma la Turchia ha armato l’Isis e quindi sta con l’Isis, sebbene abbia fatto finta di attaccare timidamente qualche loro postazione per non apparire quello che realmente è.
Basta pensare a quanto gli assassini del Califfato continuino indisturbati a fare tutto ciò che vogliono (ricordare Palmyra e Sirte).
Quindi, se per caso tornerete sulle immagini del povero piccolo Aylan, saprete con chi prendervela.
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