Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ppuntatevi i nomi perché sentirete parlare di loro: Andrea Delmastro, Carlo Fidanza, Federico Iadiccio, Giovanni Donzelli. Si tratta dei dirigenti nazionali di Fratelli d’Italia, punta d’iceberg di un ambiente politico ben più ampio e diffuso, che sabato scorso, a Firenze, hanno chiamato a raccolta sotto l’idea/slogan “Alla destra del futuro”, quadri di partito, amministratori locali ed eletti, in gran parte trentenni, con l’idea di accelerare il processo di rinnovamento/riaggregazione della destra politica ed in preparazione di “Atreju”, tradizionale kermesse della destra giunta alla sua 18esima edizione e che quest’anno si svolgerà dal 25 al 27 settembre a Roma.
“Il centrodestra così come lo abbiamo conosciuto è ormai morto e sepolto – hanno sottolineato, in apertura, i promotori – vogliamo lavorare per costruire una classe dirigente credibile che sfidi la sinistra per il governo del Paese”.
In attesa di leggere il documento finale dell’incontro fiorentino, siamo in grado di anticipare alcune delle proposte discusse e approvate. Non il solito elenco di buone intenzioni o l’ennesimo appello ai “valori”, ma una serie di indicazioni programmatiche molto concrete, intorno alle quali impegnare una classe dirigente giovane e motivata, ingaggiando, nel contempo, uno stringente confronto con il “bugiardissimo” Matteo Renzi.
Quattro idee “da destra” per l’Italia: rompere con l’equivoco regionalista (autentico buco nero per i bilanci ed esempio partitocratico di inefficienza) per tornare ad un decentramento a “misura di cittadino”, comunale e provinciale; costruire un nuovo sistema “premiante”per gli italiani, riannodando uno Stato Sociale ormai inadeguato a rispondere alle attuali emergenze (con il risultato di discriminare chi qui abita da generazioni rispetto a chi arriva da altri Paesi); garantire un’abitazione decorosa, attraverso un “Piano Casa”, in grado di autoalimentarsi attraverso la valorizzazione/cessione del patrimonio a chi è affittuario delle case popolari, con l’immediato investimento per la costruzione di nuovi immobili e la riqualificazione dei vecchi; mettere al centro l’emergenza demografica, grazie ad una politica per la famiglia, che premi, anche con una fiscalità ad hoc, chi ama l’Italia e vuole investire sul suo futuro, mettendo al mondo dei figli.
Idee – come si vede – molto dirette che ci auguriamo si trasformino in autentiche campagne di mobilitazione, dimostrando sul campo il valore di questa nuova ed emergente classe dirigente, che vuole lasciarsi alle spalle i fantasmi di una certa destra, sfidando alla pari concorrenti ed avversari politici e guardando effettivamente al futuro, come recitava lo slogan dell’incontro fiorentino.
Il dato generazionale e il riaggiornamento tematico/programmatico può indubbiamente creare le condizioni per il superamento di ogni tabe nostalgica da parte di un ambiente che deve ripensarsi nuovo, superando finalmente lo sconfittismo, i complessi d’inferiorità, le disillusioni che hanno segnato la generazione Cinquanta-Sessanta.
Le condizioni per riuscire ci sono tutte. “Chi osa vince” – si diceva una volta. La proposta di chi guarda “alla destra del futuro” – in tempi di crisi della politica, come l’attuale – se non è già un presagio di vittoria, comunque è una speranza su cui contare ed un’idea da seguire con attenzione.
Inserito da ghorio il 15/09/2015 10:22:59
Come tantissimi aspetto che ci sia il rilancio del centrodestra, ma sono pessimista perché i partiti di area sembrano un'armata 2Brancakeone" e tra l'altro non coerenti con i valori che caratterizzano quest'area. Bozzi Sentieri evidenzia i propositi di rilancio che arrivano da un gruppo di "Fratelli d'Italia", ma se si fa riferimento alle province non ci siamo davvero. Le province vanno cancellate , come le confusionarie vaste aree di Delrio. Che poi le regioni debbano essere ridimensionate non ci sono dubbi, anche se le poltrone piacciono anche a destra. Nelle mie piccole polemiche che da decenni porto avanti c'è quella del centrosinistra che traccia il solco e la destra che prosegue con l'aratro. La considerazione vale anche all'inverso. Potrei proseguire ma penso di avere espresso con chiarezza la mia considerazione. C'è da sperare che qualcosa cambi ma sono pessimista.
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