L'improntitudine di un sindaco

Marino inaugura una piazza intitolata a Martin Lutero, giusto due mesi prima del Giubileo

Scoppiano le polemiche ma lui come al solito tira avanti e dice che le religioni sono tutte uguali, dimenticandosi di essere il primo cittadino della capitale del cattolicesimo

di Simonetta  Bartolini

Marino inaugura una piazza intitolata a Martin Lutero, giusto due mesi prima del Giubileo

Il sindaco Marino ne ha combinata un’altra: mercoledì scorso a Roma accompagnato da una delegazione di deputati tedeschi, ha scoperto, a Colle Oppio (a due passi dal Colosseo) la targa dedicata Martin Lutero che diede il via allo scisma. Ma come si fa a dedicare una piazza al teologo dello scisma proprio due mesi prima dell’inizio del Giubileo?

La chiesa di Roma indice uno degli eventi spirituali più importanti del mondo cattolico e lui decide di dedicare una piazza a Lutero. Per carità, si può tranquillamente dedicare una piazza al padre della Riforma Protestante, ma farlo proprio a due mesi dall’inizio del giubile è demenziale, vuol dire cercare le polemiche per sport, significa non sapere in che mondo si vive, significa , in effetti, in una parola: non saper fare il sindaco.

E infatti immediatamente si sono scatenate le proteste a cominciare da quelle sacrosante del gruppo capitolino di Fratelli d’Italia che ha denunciato l’inaugurazione della piazza come “un affronto ai cattolici a due mesi dal Giubileo della Misericordia".

L’improntitudine del sindaco Marino sta diventando più che imbarazzante, inqualificabile, nel senso proprio del termine, cioè non si riesce più a trovare un aggettivo che rimanga nell’ambito della buona educazione e non scivoli nella invettiva  (che non potrebbe mai essere definita diffamatoria, ma, insomma… i processi sono una faccenda fastidiosa anche se si ha ragione).

La satira si scatena su di lui, noi ridiamo, e lui, il sindaco Marino ride di gusto più di noi forse perché pensa che gli stiano facendo un complimento, o forse perché è rimasto all’idea che purché ne parlino (di me) tutto va bene. Nello stesso modo, gira per Roma viene ricoperto da fischi e improperi, qualche volta addirittura si mette a tu per tu con una signora che protesta e la insulta, ma poi solleva indice e medio nel segno di vittoria e va a dire in ogni trasmissione televisiva e radiofonica che la gente lo ama!

È rimasto in vacanza dall’altra parte del mondo mentre a Roma succedeva di tutto, poi si è giustificato dicendo che lo aveva fatto per poter godere di un riposo senza scorta appresso, nessuno ovviamente ha avuto il coraggio di replicargli (per esempio la Gruber sempre pronta quando si tratta di polemizzare per esempio con la Santanchè) che dal ruolo di sindaco (che nessuno lo ha obbligato a assumere e tutti ora vorrebbero che lasciasse) ci si può anche dimettere se lo si considera così faticoso per la vita privata.

Roma è invasa dalla “monnezza”, come si dice nella capitale, e Marino pensa ad una multa salata per chi butta le cicche delle sigarette in terra! Sacrosanto proibirlo, ma le multe dovrebbero essere uguali sia che si butti una cicca di sigaretta,una cartaccia, una bottiglietta di plastica o quanto altro vediamo regolarmente per le strade risultato della maleducazione dei cittadini.

Il traffico è impazzito (e pericoloso, chiedete a chi va in motorino rischiando la vita ogni giorno per l’assetto del manto stradale peggio di un gruviera, e ai proprietari delle macchine che distruggono sospensioni e quanto altro anche andando pianissimo) perché vengono chiuse strade per lavori, crolli, buche che  le rende impraticabili, senza una programmazione sensata. Senza contare la chiusura del Fori al traffico che ha devastato la viabilità della zona (dove per zona non si deve intendere quella immediatamente circostante, ma un’area enorme) come è immaginabile. L’assessore al traffico vuole risolvere il problema con le ganasce, ovvero per risolvere il disastro del traffico a Roma bisogna multare la sosta selvaggia. Siamo d’accordo che la sosta selvaggia deve essere contrastata, ma non è quella che risolverà l’intasamento della viabilità capitolina.

Il cahier del doléance sarebbe lunghissimo e degno del paradigma comico di un umorista ma ci fermiamo qui, perché il dramma di Marino è proprio l’improntitudine (ovvero il peggior difetto di un politico che significa incapacità totale nell’amministrare) lui avrebbe anche buone idee, ma non considera le priorità, e ignora il senso della opportunità, ovvero alcune cose si possono, magari si devono anche fare, ma nei giusti tempi.

Ora questa della piazza dedicata a Lutero! Per favore dateci un altro sindaco, chiunque sia non può essere peggio di Marino.

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