Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
cco, è passato anche l'8 marzo e l'inutile Festa della donna. Proprio non riesco a capire il senso di questo rito pseudo-consolatorio nel XXI secolo. Capirei intitolare il giorno alle donne che si sono battute per ottenere la parità femminile nel corso soprattutto degli ultimi du secoli, giusto una memoria della storia. Ma le celebrazioni quelle no, quelle non le capisco più, mi annoiano e, tutto sommato, mi irritano.
Lasciamo stare l'inutile mimosa, bella e profumata, ma irrimediabilmente fuori stagione, da qualche anno, il giorno in cui dovrebbe essere donata alle donne, col risultato di costare una cifra esorbitante quando un albero ne offre una quantità straordinaria nella breve stagione della fioritura naturale.
Parliamo invece delle celebrazioni, dei cosiddetti festeggiamenti in onore delle donne. E parliamone ora, come si suol dire "a bocce ferme", passata l'ubriacatura di convegni, raduni, premi, presentazioni, paginate sui giornali pieni di volti femminili di qualunque genere alla disperata ricerca del "personaggio", anzi Guareschi direbbe della "personaggia", da eleggere a simbolo più significativo del 8 marzo! Qualche tempo fa, obbiettivamente anni fa, nelle redazioni dei giornali ci si chiedeva cosa inventarsi di originale per la fatidica data, ora non più.
Si ha la sensazione che nei quotidiani la riunione di redazione per l'edizione dell'8 marzo si svolga più o meno così: alla fine della presentazione delle notizie del giorno, qualcuno ricorda la scadenza femminile e qualcun'altro replica di riservare le solite due pagine aggiungendo, "mi raccomando non fate la solita puttanata di mettere foto con pellicce o cappotti, siamo a marzo, cerchiamo di non far vedere che usiamo roba vecchia!"
Dunque, iniziamo dal merito. La festa della donna è un'assurdità ghettizzante. Dedicare alla metà (e oltre) del genere umano un solo giorno l'anno, e non dedicarne nessuno all'altra metà (un po'meno) significa automaticamente ammettere che agli uomini sono dedicati 364 giorni e quindi inutile fare celebrazioni, e alle donne solo uno. Bella conquista! se le cose stanno così effettivamente, mi sembra non ci sia niente da festeggiare.
Vediamo il metodo, ovvero le iniziative, o eventi dedicati alle donne.
Gli auguri. Di che? Augurare "buon 8 marzo" non può essere riservato alle donne perché automaticamente significherebbe che si spera in una giornata orribile per gli uomini. Idem per buona festa della donna. Si augura buon Natale, buona Pasqua, a tutti e maggiormente a chi ci preme; si augura buon compleanno, o buon onomastico ad una persona specifica per un anniversario personale, ma anche buone vacanze, buon riposo, buona notte, buon appetito (anche se il galateo non lo prevederebbe) . Ma buon 8 marzo o semplicemente auguri a una o a tutte le donne che significa?
Ci augurano di continuare ad essere donne, come nel caso del compleanno a vivere a lungo? Mah, tranne rare sporadiche e spesso patologiche eccezioni le donne rimangono tali a vita e non c'è bisogno di invocare perciò la benevolenza degli dei.
Ci augurano di essere felici quel giorno particolare? E perché ?
Si potrebbe obbiettare che non proprio di auguri si tratta ma di un rallegrarsi (festeggiare) che siamo donne. E questo vale solo un giorno all'anno? gli altri 364 viene considerata una disgrazia o una faccenda fastidiosa o scontata? non mi sembra sia cosa da sottolineare con soddisfazione.
Insomma, non riesco a immaginare un vero valido motivo per festeggiare le donne un giorno l'anno. Preferirei essere rispettata sempre, e festeggiata mai.
Gli eventi. Siamo alla parte più penosa. Chiusa per fortuna la stagione dei cortei con gonnelloni o pantaloni informi. Rimangono convegni, spesso inutili sprechi di soldi della comunità che non portano mai una sola innovazione nella ricerca storica, nella riscoperta o rivalutazione perché ci si riunisce a parlare sempre delle solite, che la la vulgata femminista e politicamente corretta ha posto sugli altari della rivendicazione femminile.
Le mostre. Volti femminili fino alla nausea, alla ricerca della chiave di lettura più originale e desueta, mai la più bella.
Gli unici ancora appena appena accettabili sono i dibattiti sulla violenza alle donne, piaga in crescita sulla quale qualche riflessione in più non fa male. ma non può essere oggetto di una sola gironata all'anno.
Patetiche, nel 2012, le cene di sole donne come se fossimo ancora nei tempi in cui i mariti, fidanzati, genitori e simili non ci facevano uscire se non accompagnate da un uomo che ci proteggesse e dunque sfruttare, semel in anno, un'occasione ghiotta di femminilità condivisa ed esclusiva, aveva un senso.
Vi risparmio l'elenco dei soliti servizi sulle virtù pubbliche e private di donne celebri e sconosciute, potenti o modeste, belle o brutte che ci affliggono ogni 8 marzo dai notiziari.
E allora risparmiamoci questa inutile e penosa e patetica liturgia annuale.
ABOLIAMO L'8 MARZO e pretendiamo rispetto ogni giorno dell'anno.
Inserito da Eleonora il 09/03/2012 21:52:11
tutto bello ma: solo noi,in Italia,crediamo che sia la "festa della donna"! In realtà è un giorno preciso dell'anno,in cui ricorre l'International Women Day: è tutto un altro concetto, motivo ed evento, da quello della mimosa italiana! Che significa: aboliamo? Noi lo abbiamo interpretato in maniera provinciale e riduttiva con esternazioni da isterismo collettivo atte a liberare un istinto di revenge per attività,direi,ludico-posturali che, in alcune manifestazioni, arrivano al grottesco. International Women Day: dovremmo fare il punto sull'aspetto culturale di che trattasi e cioè la qualità di vita delle Donne, che assommano più della metà degli esseri viventi, le quali soportano condizioni di sudditanza ed umiliazione in luoghi non tanto lontani dalle nostre sguaiate e risibili carnevalate di mimose e affini. Dirò di più: International Women Day non è avanzare richieste per "quote-rosa":ben altro dovremmo chiedere ed organizzare...se non fossimo il paese che vede e tollera l'oltraggio volgare della Donna ad opera,anche,di certune donne: penso alla situazione della starlette che,sedicente relatrice di Finanza, ha fatto scempio di dignità personale e di specie,camminando scoperta dalla iontola in giù, posando seduta con le gambe divaricate e senza biancheria, solo con un collant in lycra velata! Se 8 Marzo è "questo": a me non risulta come "festa" ma come demenza lesiva della Donna, di tutte le donne. EdF
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