Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Renzi è una giovane volpe, e sta tergiversando sulle pensioni per ottener più tempo e per non gravare maggiormente la legge di Stabilità.
Quindi, che fa: rinvia la riforma che avrebbe dovuto inserire più flessibilità rispetto a quella della Fornero e mescola gran parte delle risorse anticipate su misure simboliche, come il cosiddetto contrasto alla povertà.
Infine, tanto per render felici tutti, traccia una riforma previdenziale che preveda la flessibilità, senza costar nulla allo Stato.
Insomma il Governo sta facendo di tutto per rinviare il pacchetto, tanto da prospettare una nuova Finanziaria dopo il 2016.
Prendono intanto campo varie proposte, come un'uscita pensionistica anticipata da 66 a 62 anni con 35 anni di contributi.
In poche parole il lavoratore potrà decidere la sua uscita anticipata e l'azienda si dovrà far carico di uno scivolo, tanto in voga negli anni 70/80, che consiste nel versare gli anni di contribuzione che mancano al raggiungimento dei requisiti del ritiro.
Giorni addietro era stato deciso che il costo doveva essere ripartito tra datore e Stato.
Quindi, pensione anticipata in cambio di un’applicazione del sistema contributivo (assegno calcolato sui versamenti all'Inps), anche se il lavoratore ha diritto al misto.
In venale danaro, un taglio alla pensione del 30% in cambio di un anticipo di 4 anni.
Mah, Renzi ne ha in mente una più del diavolo.
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