Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Bene, ora che l’otto marzo è passato, si può tornare a parlare di donne e di danni. Soprattutto se il perno sul quale far ruotare il ragionamento è la televisione. E quando dici tv, come si diceva una volta per le donne al volante, il pericolo è costante.
Anzi, andrebbe segnalato con un bollino rosa, così uno si attrezza e usa il telecomando in modo corretto, in particolar modo il venerdì sera, diventato un giorno ad alto rischio. Perché se in principio c’era solo La7 con la Bignardi (la sciura Daria, so tutto io, voi chi siete, che volete da me???, facendo appena il 3,25% di share) con le sue Invasioni barbituriche, tanta è la noia, e una porzione di Gruber (Lilly, ma quanto sono brava, ma quanto sono intelligente!!! Toccando quota 5,42% negli ascolti di venerdì 9 marzo) con Otto e mezzo che vale appena quattro e mezzo di ascolti, da venerdì 9 marzo (segnatevi questa data perché è l’inizio della fine, please) è arrivata anche Rai Tre con la Costamagna (dopo la Costa Concordia, la Costa Allegra un’altra “costa” che finisce sugli scogli facendo appena il 3,69% ), conduttrice di un improbabile Robinson, a rovinare definitivamente l’inizio del week end. Ce ne faremo una ragione, direte voi. Vero. Però non basta a superare lo shock.
Partiamo dall’ultimo arrivato, il programma di Rai Tre. La rete diretta da Antonio Di Bella, ormai può vantare un primato pressoché unico nella storia della televisione. I flop di prodotti affidati a donne e talmente elevato da far pensare che si viva una sorta di accanimento terapeutico.
Tanto per dire. Alla rete tanto cara alla sinistra, al punto da averla occupata militarmente, non era bastato il disastro registrato con la messa in onda di Maria Luisa Busi? Una conduzione talmente infelice da far pensare che lo avessero fatto apposta. No. Rai Tre è tornata sul luogo del delitto e ha mandato in onda la prima puntata di Robinson, programma di non so che cosa si tratti tanto è affastellato, affidandone la conduzione a Luisella Costamagna, la signora tutta salotto e rivoluzione.
Ebbene, se cercavate la prova che le donne, certe donne, in televisione fanno danni, l’avete trovata. E non tanto per lo stile della Costamagna, talmente snob da far sembrare Lapo Elkann un lord inglese, quanto per il contenuto del programma.
In particolare il faccia a faccia fra la sciura Luisella e la ‘sora Mara Carfagna, risoltosi in un vero e proprio schiaffo dato in faccia alle battaglie, sacrosante, delle femministe, di tutte quelle donne che lottano perché le pari opportunità non siano un ministero vuoto, buono solo per dare una poltrona ad un bel personalino, ma un dato oggettivo nella società di oggi.
Al di là delle posizioni politiche, delle ideologie e delle idee, una come la Camusso, per esempio, merita più rispetto. Nessun rispetto, invece, per una conduttrice che, volendo apparire intelligente, attacca la Carfagna, come un toro nell’Arena, sui suoi rapporti con Silvio Berlusconi.
Il fatto che il premier abbia sempre detto quanto sia bella la Carfagna, “una donna da sposare”, non mi sembra una colpa grave, tale da esser rinfacciata in una intervista televisiva, per giunta il giorno dopo la festa della Donna. No, quella domanda è solo indice di bile e di scarsa capacità nel mascherare le proprie antipatie. Quelle, di solito, dovrebbero restare nel camerino, o a casa, meglio ancora.
Però non è nemmeno accettabile la reazione della Carfagna, scomposta e uterina, quando vuol moralisteggiare sostenendo che i suoi trascorsi con Berlusconi sono il passato remoto. Eh, no troppo facile. È successo appena ieri, e per una che ha fatto il ministro nel governo Berlusconi è una caduta di stile, non solo politico.
E poi c’è la storia delle donne: “Vorrei parlare di pari opportunità e di quanto abbiamo fatto”. Ecco sì, ci dica pure cosa avete fatto, perché nessuno se ne è accorto. Insomma, un match senza vincitori né vinti, ma con tre grandi sconfitti. Le due protagoniste e la televisione, che quando viene declinata al femminile offre soltanto il peggior maschilismo.
E siccome non voglio passare per un maledetto maschilista, cinico e baro, a chiudere il cerchio maledetto del venerdì sera c’è una trasmissione che uno si chiede sempre perché vada in onda. Anzi, l’Ultima Parola di Gianluigi Paragone, rischia di riabilitare tutte le donne sopracitate, tanta è la pochezza, nonostante faccia il 10% di share. Ma trattandosi della seconda serata si abbassa la quantità di spettatori e, quindi, gli ascolti fanno registrare percentuali diverse.
Mi spiego: Paragone è stato visto da (dati Auditel) 800 mila spettatori. La Costamagna (3,69%) da un milione. Capito il giochino? Arrivati a questo punto, però, non venite a dirci che “questa è la televisione, bellezza”. No, questa è solo monnezza...
Inserito da fangel05 il 10/03/2012 22:49:02
L'articolo ritengo possa dar voce a tutte le donne stanche di vedere il genere femminile così impropriamente rappresentato in TV: cristallizzato in pochissimi copioni standard che nulla hanno a che vedere con la variegata molteplicità di risorse umane e professionali espresse dal mondo femminile reale. Grazie... per le efficaci argomentazioni a favore di queste donne di cui mi sento parte!
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