Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
span style="font-family: Georgia;">Se la bellezza è divina allora meglio metterle il velo, anzi il Burqa; non quello musulmano però, ma quello ancora più soffocante del laicismo a sfondo politicamente corretto. Firenze può anche ospitare convegni ecclesiali e stendere tappeti rossi davanti al papa , specie a quel Bergoglio che piace alle vestali del laicismo quanto e forse più che a tanti cattolici; ma resta pur sempre, in onta e spregio alla sua tradizione di secolare civiltà, una delle peggiori sentine oscurantismo sinistro-laicista che appestino l’inquinato cielo della penisola italica.
La vicenda ha del surreale ed è tale da far vergognare un paese del sesto mondo. Dal 24 settembre palazzo Strozzi ospita una mostra di pittura di eccezionale interesse, dal titolo Bellezza divina: tra Van Gogh, Chagall e Fontana, dedicata alla riflessione sul rapporto tra arte e sacro tra metà Ottocento e metà Novecento attraverso oltre cento opere di celebri artisti italiani e internazionali: nomi di eccezionale rilievo, quali Casorati, Severini, Guttuso, Fontana, Van Gogh, Munch, Picasso, Matisse, Chagall. Non tutti certo ferventi cattolici o credenti o tanto meno garbati ometti tutti casa e chiesa, ma non è questo che importa: anzi, dovrebbe essere una ulteriore prova del fatto che nella cultura europea e italiana il cristianesimo e il cattolicesimo sono parte ineludibile del DNA culturale, a prescindere dal fatto che poi si vada in chiesa, in sinagoga, in moschea o in pagoda, oppure nella loggetta più o meno massonica. La Cristianità ovvero l’Europa, scrisse più di due secoli fa un certo signor Novalis, che pure cattolico non lo era mai stato e forse non era neppure cristiano.
Ma pretendere che alla scuola elementare Matteotti di Firenze conoscano Novalis è sicuramente eccessivo: ci sarebbe se mai da chiedersi se conoscano almeno Giotto e Brunelleschi, che dovrebbero essere alla portata persino di quel consiglio interclasse che, stando a quanto riporta il quotidiano la Nazione, avrebbe il 9 novembre scorso cancellato la prevista visita degli alunni di tutte le terze elementari a questo straordinario evento culturale “Per venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche visto il tema religioso della mostra”.[i]
Il preside dell’istituto, Alessandro Bussotti, mette le mani avanti dicendo “Non ero presente a quella riunione (… ) L’eventuale esclusione della visita non ha motivazioni religiose e non è escluso che la mostra possa essere reinserita nei programmi didattici se non di tutte, almeno di alcune classi”. Discorso che francamente non fa onore a una persona di pur provata serietà e professionalità quale il prof. Bussotti, perché se il quotidiano toscano ha riportato una motivazione inesatta la scuola avrebbe il sacrosanto dovere di chiedere una immediata smentita e rettifica. Non solo, ma sembra che il problema fosse già stato affrontato consigliando alle insegnanti di effettuare comunque la visita prevista, lasciando poi ovviamente piena libertà di non partecipare a chi non lo desiderasse.
Il vero dato di fatto è che il “politicamente corretto” sembra veramente aver ormai spento i cervelli di chi, in teoria, dovrebbe aprire la mente ai nostri ragazzi. A forza di discorsi sulla “inclusione” e sull’inserimento si finisce col dimenticare che l’operazione che si dovrebbe fare è educare chi pretende di vivere nel nostro paese a quelle che sono le nostre tradizioni e la nostra civiltà: senza certo pretendere di imporgli scelte religiose o d’altro genere di nessun tipo, ma anche evitando per un presunto “rispetto” di offendere e insultare il proprio paese e la propria cultura. Come bene ha scritto l’organizzazione Dinamo progetto Firenze in un comunicato sull’incredibile vicenda: “Dinamo progetto Firenze consiglia al dirigente scolastico e al corpo docente della scuola elementare Matteotti di Firenze l’acquisto di un paio di occhiali scuri per bambino, da utilizzarsi ogni volta che il suddetto transiti per piazza del Duomo, Piazza Santa Croce, Piazza San Lorenzo o in un qualsiasi angolo del centro di Firenze, in modo che i non credenti, i diversamente credenti, gli atei militanti non restino offesi e scandalizzati dal dover constatare un fatto innegabile: che aldilà della fede religiosa di ciascuno, che è , resta e deve restare una libera scelta personale, le radici della cultura italiana ed europea affondano nel cristianesimo: punto è basta. [ii]
Forse gli zelantissimi insegnanti di questa scuola chiederanno al ministero della Pubblica Istruzione di “adeguare” a tale profonda sensibilità tutti i testi scolastici di ogni ordine e grado, a partire da quelli di storia dell’arte che dovranno essere epurati di crocifissi, pale d’altare, pulpiti, quadri a soggetto religioso etc; resteranno giusto i wc e gli orinatoi stile biennale di Venezia, che sono quello che in effetti si merita questo paese per essersi ridotto in queste condizioni e soprattutto i suoi cattivi maestri. E naturalmente, rogo pubblico per Divina Commedia e Promessi Sposi ….
Qualche reazione sdegnata se non altro si è fatta sentire. Oltre ad alcuni genitori, giustamente sbigottiti e indignati, persino il sindaco Dario Nardella, forse per effetto della recente visita papale (anche se Francesco certo non brilla per difesa dell’identità cristiana) ha definito l’episodio un fatto insensato: “ Non solo perché siamo da sempre la città del dialogo interreligioso (…) ma anche perché sarebbe un errore grossolano escludere dalle scuole la fruizione del nostro patrimonio di storia e cultura che comprende oggettivamente anche l’arte sacra, che per forza di cose da noi è arte cristiana. Senza togliere che alla mostra bellezza divina vi sono mirabili pitture del grande Chagall che proprio cattolico non è! “ Difficile per una volta non essere d’accordo con lui, anche se si spera che vada oltre la pura e semplice “indignazione” e magari solleciti qualche provvedimento ministeriale.
Interessanti e molto diverse le reazioni di due capi religiosi del capoluogo toscano, l’Imam Izzedin Elzir e il rabbino Joseph Levi, intervistati all’uscita dalla giornata del convegno Cei dedicata al dialogo interreligioso.
“La bellezza e l’arte sono uno strumento per capire la diversità” ha dichiarato l’imam, dichiarando l’intenzione di andarvi e di portarvi i propri figli; ma l’Imam ha anche ribadito il suo pieno rispetto per il crocifisso e per ciò che rappresenta. “ Noi rispettiamo il crocifisso perché rappresenta una fede religiosa che noi rispettiamo,con tutti i suoi simboli” ha concluso l’Imam. Molto più defilato e un po’ pilatesco il rabbino: “ Ho visitato la mostra e mia è piaciuta perché amo l’arte, ma effettivamente aveva un taglio molto cristiano” ha dichiarato Levi. E alla domanda se riteneva giusta la cancellazione della visita, ha replicato che queste valutazioni “ spettano agli educatori, non a me”.
Le mostre con taglio cristiano richiedono per caso autorizzazioni particolari o … vaccinazioni preventive per gli studenti? E nel caso che in una scuola fiorentina si cancellasse una prevista visita alla monumentale sinagoga “per non offendere la sensibilità degli studenti non ebrei”, il rabbino sarebbe della stessa opinione?
[i]Fonte: http://www.lanazione.it/firenze/mostra-bellezza-divina-vietata-bambini-1.1476405. Gli altri interventi sulla vicenda (a parte Dinamo) provengono dalla stessa fonte.
[ii]http://www.progettofirenze.com/bellezza-divina-vietata/
Inserito da Dalmazio il 13/11/2015 17:58:43
Assolutamente ineccepibile, caro Domenico e in totale accordo... intanto altrove - e ancora una volta dal momento che è vecchia la mostra - gira ancora il Crocifisso immerso nell'urina... ma lì il "politically correct" non vale e nessuno s'incazza
Non possiamo nn dirci conservatori, e allora attenti con la santificazione della tecnologia
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