Editoriale

Non è solo l'Islam il pericolo per la nostra cultura

Vincenzo Pacifici

di Vincenzo Pacifici

Professore ordinario di Storia Contemporanea Roma La Sapiena

n questi giorni crudi e crudeli, in cui il mondo occidentale e la stessa Russia non riescono trovare la “retta via”, chiara e definitiva, per affrontare l’angoscioso tema del terrorismo, troppo a lungo sottovalutato per motivi insondabili e dalle protezioni oscure, ancora una volta l’UE ha la parola decisiva sulla vita delle nazioni e sulla sicurezza dei cittadini, subordinandole alle esigenze finanziarie solo apparentemente rigide.

   In questi giorni crudi e crudeli in cui il “presidente del Consiglio” recita il consueto e consunto copione falsamente decisionista ma sostanzialmente solo smargiasso, il centro–destra si riunisce e decide “il piano di attacco in un vertice dei tre movimenti”, ponendo come obiettivo prioritario “la vittoria nella prossima tornata elettorale, occasione decisiva per mettere alle corde il governo Renzi”. E’ stata sancita “la compattezza della coalizione”, creato “un fronte unitario anche in vista della Legge di stabilità per garantire un’opposizione più efficace” e fissato “un patto di ferro per le amministrative” con candidature comuni in tutte le città impegnate nel voto. E’ stato scongiurato il rischio di un appoggio a Marchini.

Ma sempre in questi giorni, chi scrive è andato a rileggere e a riflettere su un saggio, apparso tempo addietro nella rivista cattolica tradizionalista “Lepanto” e intitolato “I martiri del XXI secolo. L’emergenza non è l’ebola ma la persecuzione anticristiana”.

   Dopo aver denunziato, oltre i metodi efferati, crudeli e impietosi usati dai miliziani, le manovre della finanza islamica sui mercati occidentali (come al solito, prima nel negativo, l’Italia con la vicenda dell’Alitalia e l’acquisto delle cave di Carrara da parte della famiglia Bin Laden), l’articolista Mauro Faverzan ha ricordato il progetto di islamizzazione dell’Europa e del mondo proclamato dal guru dei Fratelli Musulmani, Sayyed Qutb. Nel ripercorrere le vicende degli anni scorsi, Faverzan segnala il termine “Eurabia”, lanciato da Oriana Fallaci, troppo immeritatamente considerata a destra, fautrice di una morale “laica”, “più tollerante, poiché paladina di tutte le libertà” e matrice di tutti gli “ismi” tremendi e deleteri: l’omosessismo, il genderismo, il femminismo, il relativismo, il secolarismo.

   L’articolo si chiude con queste severe e coinvolgenti parole: “In realtà, non ci si accorge che già da tempo in Occidente stanno circolando virus ben più letali, ideologicamente e culturalmente, e tali da mietere ben più vittime”, senza che i cattolici ed i loro pastori sappiano far sentire la propria voce, che viene da lontano e che non predica davvero odio e morte.

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