Editoriale

Carlo Alberto Biggini, il ministro fascista che divide la sinistra

Un convegno a Sarzana (sua città natale) scatena la bagarre dei soliti idioti, ma il sindaco, Pd, difende l'iniziativa in nome dell diritto a conoscere

Mario  Bozzi Sentieri

di Mario  Bozzi Sentieri

i ha  un bel dire che siamo fuori dal tunnel delle vecchie ideologie e delle “eredità” storiche. A settant’anni dalla fine della guerra civile, crea ancora imbarazzo (con l’inevitabile strascico di polemiche) il ricordo di Carlo Alberto Biggini, docente universitario di dottrina dello Stato, Rettore dell'Università di Pisa nel 1941, Ministro dell'Educazione Nazionale nella Rsi dal 1943 al 1945.

Domani, a Sarzana, sua città d’origine, è previsto un  convegno promosso dall'Istituto Biggini e patrocinato dalla Regione Liguria dove verrà ricordato “l'uomo, il professore e il politico”.

L’appuntamento, al quale prenderanno parte storici, giornalisti, scrittori e docenti, sarà  introdotto dal primo cittadino di Sarzana Alessio Cavarra. Immediate le critiche della locale sezione del Partito Democratico, il partito del sindaco, che con  Matteo Delvecchio dichiara “Un sindaco rappresenta tutti ma ha l'onere di fare scelte. Fossi primo cittadino non interverrei ad un convegno su un ministro fascista. Neppure a settant'anni di distanza, neppure per buon vicinato. Prendo atto che guarda caso nella concomitanza di due convegni (uno su Jacobs in sala della Repubblica patrocinato dal Comune e l'altro in un locale privato su Biggini) il rappresentante di una città medagliata al valore militare per la Resistenza va al secondo". Il tutto accompagnato dall'hashtag #noninmionome.
Che Biggini sia stata una personalità di spicco, ben oltre la sua appartenenza politica, ma certamente all’interno del fascismo, è fuori discussione. Quello che crea imbarazzo è proprio questo: Biggini è un uomo di cultura  raffinato, aderisce al fascismo da giovanissimo (nasce nel 1902), firmando – tra l’altro – nel  1925, il manifesto degli intellettuali fascisti, ma è anche uomo di prima linea, che, dopo  l'8 settembre, raggiunto a Viareggio, dove abita con la famiglia, accetta di diventare  ministro dell'Educazione nazionale, nella Rsi, confermando peraltro la sua autonomia intellettuale, al punto da porsi anche in contrasto con i tedeschi ed avendo un ruolo nella liberazione del filosofo e giurista Norberto Bobbio e di Egidio Meneghetti, capo del CLN Veneto. Una personalità complessa, in definitiva, rispetto a cui non si addicono le facile schematizzazioni ideologiche.

E qui bisogna dare atto al sindaco di Sarzana, sotto attacco da parte del suo partito, di avere difeso una memoria, non solo locale, con chiarezza: “Quella di Biggini è una personalità troppo complessa e variegata per poter essere liquidata con etichette riduttive quali “gerarca fascista”, “ministro dell'Istruzione” o “studioso del diritto”". “Nel corso della storia – ha spiegato il primo cittadino di Sarzana, Alessio Cavarra - spesso la cancellazione della memoria si è abbattuta sui monumenti come è avvenuto un po' ovunque con i simboli nobiliari dopo la Rivoluzione francese e anche a Sarzana, basti pensare al monumento a Benedetto Celso nell'atrio del Municipio o alla distruzione della statua raffigurante San Giorgio e il drago di Matteo Civitali, un tempo al centro della piazza. In altre situazioni - ha aggiunto - l'intento di rimuovere ciò che è stato, nel bene e nel male, si è concretizzato nella reticenza oppure in una riscrittura della storia che tende a far scomparire o scivolare in secondo piano alcune figure. Credo che a tale processo di rimozione ci si debba opporre con fermezza, soprattutto con iniziative come quella promossa sabato alla quale parteciperanno numerosi studiosi ed esperti. A Biggini si riconosce ad esempio anche il merito di aver voluto da Ministro dell'Istruzione l'istituzione del Liceo a Sarzana e la costruzione di un edificio scolastico all'avanguardia. Sono convinto – ha concluso – che la giornata consentirà di conoscerlo meglio non solo come uomo politico ma anche come pensatore, studioso e teorico del diritto”.

Un appello che sottoscriviamo: favorire la conoscenza e lavorare per ricucire l’identità nazionale. E’ – in fondo - l’abc della “buona Storia”, che evidentemente a Sarzana, ma non solo, non tutti conoscono.

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