Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Putin e Erdogan
Lo avevamo anticipato giorni fa del doppiogiochismo della Turchia, ma adesso sta veramente rischiando di creare i presupposti di un pericolosissimo braccio di ferro con la Russia.
Erdogan, il voltagabbana, sembra aver gettato il guanto di sfida a Putin per ragioni strettamente tattiche e geopolitiche.
Il turco non sopporta che sia Mosca a prendere la testa per combattere lo Stato islamico e tenta, con tutti i mezzi, di soffiare lo scettro a Putin; proprio mentre il capo della Russia e il suo entourage della Difesa sono impegnati giorno e notte, unitamente a egiziani, siriani, giordani e altri, in visite e summit diplomatici per rendere più coesa e forte l’alleanza contro i ribelli in Siria e i loro finanziatori del Golfo.
Questi incontri potrebbero prevedere anche l’intervento terrestre per distruggere e scaraventare via gli assassini dell’Isis e i suoi mercenari.
Un atto che Erdogan non vuole assolutamente accettare, timoroso com’è di veder svanito il ruolo guida nella regione a favore degli eterni rivali sciiti di Teheran, lui estremista sunnita.
L’aereo russo è stato abbattuto anche per il fatto che da giorni l’aviazione di Putin sta bombardando un’accozzaglia di ribelli turcomanni anti-Assad strettamente connessa a Erdogan.
Infatti, due giorni prima della distruzione del caccia la Turchia aveva avvertito la Difesa russa in merito alla fuga della popolazione turkmena davanti all'offensiva delle forze governative siriane appoggiata dai raid russi.
Nella zona dov’è precipitato il caccia non risultano, però, unità dello Stato islamico.
A questo punto non rimane che aspettare, e non per molto, la rivalsa di Putin che potrebbe arrivare subito, come nelle prossime 48h, e far deflagrare il già riottosissimo scenario mediorientale.
E sapete chi si sta sfregando le mani (macchiate di sangue) e gioendo di questa pericolosa diatriba mortale?
Sì, proprio lui, il Califfo assassino che attende gli sviluppi di questo nuovo braccio di ferro tra Nato e Russia, orgoglioso che l’amico Erdogan stia ancor più complicando la vita agli alleati.
E se fosse stato proprio al-Baghdadi a organizzare tutto con l’appoggio…
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