Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Quello sporco nemico alla porta accanto
E’ inutile fare gli spavaldi, l’Italia è sotto assedio, l’Isis sta programmando qualcosa di tragico nei nostri confronti.
Il pericolo viene dalla Libia e dai Balcani.
E tutto questo proprio perché l’8 dicembre avrà inizio il Giubileo.
La minaccia più inquietante arriva dal Kosovo e anche dalla Bosnia. Troppo facile partire da lì e giungere indisturbati nella nostra penisola. I fermi, le estradizioni, le tantissime perquisizioni avvenute giorni addietro tra Brescia, Vicenza e Perugia, con l’ausilio della polizia kosovara, sono a spiegarci che la spirale balcanica sta pericolosamente avanzando all’interno delle città.
E moltissimi immigrati musulmani provenienti dall’Albania e paesi dell’ex Jugoslavia sono in casa nostra ad aspettarli e aiutarli.
Sono anni che sappiamo che seguaci slavo-musulmani sono ubicati nel nord-est dell’Italia, ed il fatto stesso che nessuno a mai detto loro niente, li incoraggia a combattere per gli assassini dello Stato Islamico.
Quello che crea più timore, alla vigilia del Giubileo è, soprattutto, il possibile “sbarco” in terra italica di queste persone attraverso la rotta turco-greca della scorsa estate e che sicuramente ha lasciato aperte falle delle quali si sono approfittati i jihadisti.
Nel mese di giugno, se ben ricordate, durante la visita del Papa a Sarajevo, un gruppo di fondamentalisti islamici dei Balcani, combattenti in Siria ed Iraq, diffuse in rete un video in cui annunciava il proposito di rientrare nei propri paesi per dare il via alla penetrazione dello Stato Islamico in Europa e attaccare il Vaticano e Roma.
Per i servizi segreti internazionali sembra essere già attiva, in Bosnia e Kosovo, una nuova «base segreta».
Da qui un adepto del Califfo al-baghdadi guiderebbe una trentina di militanti pronti a colpire nei luoghi culto d’Europa.
E proprio detta «base » vorrebbe trasformarsi, per gli innumerevoli depositi di armi ed esplosivi nascosti nei Balcani, nel centro nevralgico per progettare attentati contro l’Italia, guarda caso proprio nel periodo, lungo 11mesi, del Giubileo.
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