Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Marine e Marion Le Pen non ce l’hanno fatta. Gli esiti del ballottaggio alle amministrative francesi è chiaro: aumento dell’afflusso alle urne rispetto al primo turno 60% contro il 43%, il cosiddetto fronte repubblicano unito a fare da diga alla dilagante avanzata del Front National, risultato nessuna regione conquistata, neppure l’Alsazia dove il socialista Masseret aveva rifiutato di ritirarsi dalla competizione come avevano fatto tutti i candidato socialisti non più in partita seguendo gli ordini del partito.
I commenti sono più o meno univoci: la Francia ha ritrovato la saggezza e al momento di decidere veramente non ha sostenuto il FN troppo estremista e povero di vere ricette. Oppure: l’elettorato francese ha voluto dare un segnale di scontento votando in massa Le Pen al primo turno sapendo che poi non avrebbero confermato il voto al secondo (insomma una faccenda simile al nostro sistema giudiziario, il primo appello si condanna o si assolve a prescindere dalla verità delle prove tanto poi ci sono gli altri gradi di giudizio, Stasi purtroppo lo sa bene).
Insomma, secondo i commentatori, i francesi non vogliono veramente un’estremizzazione della politica verso destra, e quindi in senso antieuropeista e nazionalista.
Può darsi che sia vero, può darsi che le dotte e indiscutibili (come si fa a discutere di politica economica con economisti che parlano con i toni della verità rivelata, che snocciolano numeri a situazioni note solo a loro, che fanno insomma gli Azzeccagarbugli nei confronti di noi poveri renzi – nel senso di Tramaglino– necessariamente ignoranti in materia?) teorie filoeuropeiste per cui la nostra salvezza è l’Europa e dunque l’euro e quindi i diktat della Germania e quelli delle banche, cioè dei cosiddetti mercati mossi dalla finanza internazionale, corrispondano a verità. Può darsi. Ma nessuno ci ha mai spiegato perché prima dell’euro si stava meglio, perché prima di cedere alla UE la sovranità nazionale su tutto (anche in politica interna come abbiamo visto plasticamente con la Grecia), avevamo benessere, lavoro, pensioni, welfare ecc. ecc?
Quando si pone questa domanda a quelli che sanno come stanno le cose, ai cosiddetti esperti, le possibilità sono due, o rispondono che avevamo esagerato e non si poteva più andare avanti, che rischiavamo il default come l’Argentina (ma non spiegano perché, visto che tutti i paesi del mondo industrializzato erano più o meno nelle nostre stesse situazioni, tranne, guarda caso, la Germania che perduta la guerra del ’40-’45 sta vincendo quella più subdola ma non meno sanguinosa del XXI secolo, che le dà più potere di quello ambito da Hitler).
Oppure si lanciano in complesse spiegazioni tecniche che nessuno è in grado di seguire e dunque potrebbero anche raccontarci la famosa supercazzola e non saremmo costretti a tacere e piegare il capino contriti.
Una cosa è certa: prima ce lo ha dimostrato la Grecia ora la Francia, il sistema Ue è stato concepito con ottime difese di autotutela, impossibile superarle, e non esiste volontà popolare che tenga. Anzi diciamo la verità la volontà popolare non esiste proprio, neppure quando sia chiamata al voto, se si tratta della piccola e marginale Grecia si può lasciare che il voto popolare sia libero, tanto poi lo si conculca, nel caso della più ponderosa Francia occorre agire diversamente, e voilà il voto popolare viene ribaltato al secondo turno per un’improvvisa affezione al voto (di solito il secondo turno patisce minore affluenza, ma non in questo caso).
No, non siamo complottisti, non crediamo ai poteri occulti, ai grandi vecchi che manovrano nell’ombra. Crediamo solo a quello che vediamo, abbiamo lasciato che si creasse un sistema i cui interessi non coincidono con quelli dei suoi sottoscrittori, ma non è niente di nuovo, chi frequenta la letteratura lo sa bene, un certo George Orwell lo aveva scritto già nel 1948 in un romanzo 1984, che non si riferiva solo alla sistema della dittatura comunista, ma al più pericoloso sistema della dittatura moderna, oggi è quella finanziaria, domani vedremo.
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