Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
L’influenza si autolimita, tendendo a risolversi spontaneamente nell’arco di 3-5 giorni. A ricordarlo è Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell'Iss (l’Istituto Superiore di Sanità), ribadendo quanto già più volte sottolineato da altri esperti: per combatterla non c’è molto altro da fare se non aspettare che guarisca da sola.
Alcuni farmaci possono al massimo aiutare a contrastare i sintomi della malattia, in particolare la febbre. Quando la temperatura corporea si alza molto l’esperto consiglia di assumere un antiepiretico come il paracetamolo. La scelta di suggerire questo principio attivo si basa sul rischio di effetti collaterali, più elevato nel caso in cui si tenti di far scendere la febbre con l’aspirina.
L’uso di quest’ultima dovrebbe essere limitata agli adulti, che nel caso possono assumere anche della novalgina. L’esperto ammette infatti che il paracetamolo non riesce ad abbassare molto la febbre, ma aggiunge anche che non sono state dimostrate particolari differenze nell’efficacia di un farmaco rispetto a un altro.
Gli inibitori della neuroaminidasi, veri e propri antivirali, vengono invece raccomandati solo in caso di rischio di complicanze elevato. Nulla da recriminare, però: a quanto pare non riescono ad attenuare molto i sintomi e accorciano solo di poco il decorso dell’influenza.
Vietati, invece, gli antibiotici, a meno di sovrainfezioni batteriche. Scopri qui i rischi di un uso improprio:
Se non aumenterà il ricorso al vaccino contro l'influenza tra gennaio e febbraio metà degli italiani si ritroveranno costretti a letto a lottare contro il virus. Ad avvisare la popolazione è l'Istituto superiore di sanità, secondo cui sono ancora in molti a non essersi vaccinati.
Il vaccino impiega circa 15 giorni per risultare efficace. Per questo sarebbe proprio questo il periodo migliore per vaccinarsi: il picco dell'influenza 2015-2016 è previsto fra gennaio e febbraio, e sottoponendosi ora alla vaccinazione ci si può assicurare di arrivare preparati all'appuntamento con il virus.
Le previsioni sono però poco confortanti. A quanto pare, infatti, solo il 13,6% degli italiani ha intenzione di vaccinarsi, il 6% in meno rispetto a quanti lo hanno fatto 5 anni fa. La tendenza a ricorrere sempre meno al vaccino è presente anche fra una delle categorie più a rischio, gli anziani, che nel 2006 si vaccinavano nel 68,3% dei casi e che lo scorso anno si sono invece vaccinati in circa 49 ogni 100.
Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, ricorda però che quest'anno questa fascia di popolazione ha a disposizione anche un vaccino abbinato ad un coadiuvante in grado di stimolare una maggiore risposta immunitario, una soluzione “rinforzata” cui sembra valer proprio la pena affidarsi.
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