Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La notizia la rfiferisce Libero oggi, ed è di quelle che in un paese noemle dovrebbe far scendere in piazza la gente con randelli e manganelli. Ma ormai chi ci governa sa che gli italiani accettano tutto: vedersi rapinati in banca dagli stessi impiegati e dirigenti, rinunciare alla consegna della posta, non poter usufruire di un servizio sanitario degno di questo nome e soprattutto degno delle tasse che si pagano. Gli italiani ormai sono (siamo) un popolo di men che sudditi, ridotti in povertà se estranei al potere (già perché chi con il potere ha una qualche contiguità professionale o magari famigliare se la sta cavando benissimo), privati dei diritti gravati di pseudodoveri fra cui spicca quello di pagare, pagare, pagare.
Leggete l'articolo di Antonio Castro, che oggi pubblicava Libero, sull'ultima bravata del premier Renzi che fregandosene di ben tre pareri contrari del Tar tasserà l'indennità di accompagnamento dei disabili.
«Isee amaro nel 2016 per 2,2 milioni di famiglie. E ancora di più per oltre 300mila di invalidi e disabili. Infatti, il governo - con le rigidità sull’Isee confermate dalla legge di Stabilità 2016 appena approvata - rischia dimettere in difficoltà e spremere ulteriormente almeno 300mila famiglie.
Ovvero tutte quelle con un familiare invalido o disabile ricoverato in una delle Residenze sanitarie assistite (Rsa, o Hospice o case protette). Nonostante gli emendamenti bipartisan (quello della Meloni sottoscritta anche dal M5S, Sel e frange del Pd), ilgoverno non ha ceduto di una virgola e ribadito che ai fini del reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), anche le indennità di accompagnamento e di invalidità costituiscono reddito. E quindi chi è ricoverato in una Rsa, pagherà fino al 50% in più la retta, in base ad un reddito artificiosamente “gonfiato” dallo Stato.
L’aspetto paradossale è che nel 2015 il Tar ha già dato torto allo Stato. Il Tribunale amministrativo del Lazio (Sez. I, n. 2454/15, n. 2458/15 e n. 2459/15), ha annullato alcune norme del decreto, modificando la base di calcolo dell’Isee per le prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria, fra le quali rientrano proprio le prestazioni di degenza in Rsa per le persone ultrasessantacinquenni non autosufficienti.
Il Tar ha scandito che «non possono essere computati nel calcolo Isee i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche non imponibili ai fini Irpef» fra cui l’indennità di accompagnamento, la pensione sociale e di invalidità, indennità e assegni riservati agli invalidi civili.
Questo perché non costituiscono un «incremento di ricchezza», ma sono emolumenti riconosciuti e corrisposti per aiutare i cittadini a «far fronte economicamente a situazioni di disabilità e fragilità». Come se non bastasse Tar del Lazio ha aumentato la franchigia per le persone non autosufficienti, di conseguenza, «l’Isee si deve calcolare con riferimento alla porzione di reddito che eccede i 9.500 euro l’anno». I
l governo avrebbe potuto – nel corso del dibattito sulla Stabilità - accogliere l’emendamento per correggere la norma Letta e quindi escludere i contributi agli invalidi dall’Isee. Ma c’è un motivo se non ha voluto farlo: e lo ha chiarito Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia: «Giova ribadire che qualsivoglia iniziativa normativa dovrà necessariamente tener conto degli effetti negativi sui saldi di finanza pubblica» e poi che i «Comuni paventano pesantissime ripercussioni sui bilanci comunali a seguito dell’applicazione del sistema di franchigie per i disabili, che renderebbero il nuovo strumento di fatto più favorevole».
Però c’è una bomba innescata: il 3 dicembre si è tenuta l’udienza al Consiglio di Stato (il governo Renzi si è opposto al Tar), che dovrebbe pronunciarsi a breve. Se la sentenza sarà in linea con quelle del Tar il governo sarà costretto ad adeguarsi. Con evidenti costi che non si volevano far emergere in Stabilità. L’idea è di attendere la sentenza, sperare in una bocciatura e se così non fosse - come anticipato dal viceministro dell'Economia, Enrico Morando - e se proprio si dovesse «riformare l’Isee potremmo farlo molto presto utilizzando il collegato sulle politiche sociali». Una furbata -sulle spalle dei disabili - per non far saltare l’equilibrio (?) dei conti in Stabilità.»
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