Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Reuters
“Gli Stati Uniti d’America, oggi, hanno la più forte e più durevole economia al mondo. Siamo nel mezzo della più lunga fase di creazione di posti di lavoro privati nella storia. Oltre 14 milioni di posti di lavoro creati dagli anni 90, un tasso di disoccupazione dimezzato. La nostra industria automobilistica ha avuto il miglior anno di sempre. E’ solo una parte di un decollo manifatturiero che ha creato circa 900mila posti di lavoro negli ultimi sei anni. E abbiamo fatto tutto questo tagliando il debito di almeno tre quarti.”
Barack Obama conclude il suo mandato alla Casa Bianca, otto anni lunghissimi che hanno plasmato gli Stati Uniti d’America del futuro: quello di questa notte, ora italiana, è stato l’ultimo discorso sullo Stato dell’Unione del primo presidente degli Stati Uniti nero. Un lascito di fine mandato in cui vengono rivendicati molti successi e c’è spazio anche per qualche ammissione di colpa, anche se l’ex senatore dell’Illinois è convinto di lasciare un’America migliore di quella che ha trovato. “Tutti coloro che parlano di declino economico dell’America vivono in una fiction”, scandisce il presidente, alludendo alle critiche di alcuni esponenti repubblicani in campagna elettorale per le primarie che parlano di una nuova recessione: il presidente ha dalla sua i 14 milioni di posti di lavoro creati e un’economia americana che è tornata a girare.
E, oltre ad essere una potenza economica di rilievo, gli Stati Uniti sono e rimangono una grande potenza globale, nonostante ci sia chi dice – Donald Trump su tutti – che lo splendore americano sia in declino.
Obama, poi, si rifà ad una voce d’eccezione: Papa Francesco, nella sua “storica” visita al Congresso.
“Il mondo ci rispetta non solo per il nostro arsenale, ci rispetta per la nostra diversità e la nostra apertura e per il modo in cui rispettiamo ogni fede. Sua santità, Papa Francesco, ha detto a questo organo proprio da questo podio da cui parlo oggi che “imitare l’odio e la violenza dei tiranni e degli assassini è il miglior modo per prendere il loro posto”. Quando i politici insultano i mussulmani, all’estero, o nostri cittadini, quando si vandalizza una moschea, o un bambino viene preso in giro, questo non ci rende più al sicuro. Ci diminuisce agli occhi del mondo.”
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