Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il presidente della commissione Ue, Jean-Claude Juncker : «Renzi ha torto a vilipendere la commissione Ue […] a fine febbraio mi recherò in Italia, perché l'atmosfera tra l'Italia e la Commissione non è delle migliori […] Esito sempre a esprimermi con lo stesso vigore con cui Renzi si rivolge a me, perché non aggiusta sempre le cose. […] Ritengo che il primo ministro italiano, che amo molto, abbia torto a vilipendere la Commissione a ogni occasione, non vedo perché lo faccia […] l'Italia a dir la verità non dovrebbe criticarla troppo […] noi abbiamo introdotto flessibilità contro la volontà di alcuni Stati membri che molti dicono dominare l'Europa. […]Sono stato molto sorpreso che alla fine del semestre di presidenza italiana Renzi abbia detto davanti al Parlamento che è stato lui ad aver introdotto la flessibilità, perché sono stato io, io sono stato […] Su questo voglio che ci si attenga alla realtà […] Io mi tengo il mio rancore in tasca, ma non crediate che sia ingenuo. […] Ho difficoltà a capire la riserva stupefacente dell'Italia a finanziare i 3 miliardi alla Turchia, perché questi non vanno alla Turchia stessa ma per i rifugiati siriani in Turchia»
Renzi ieri sera a Tg5: «Non ci facciamo intimidire. L'Italia merita rispetto […]Flessibilità dall'Ue solo dopo molte insistenze da parte dell'Italia […]L'Italia ha fatto le riforme e quindi il tempo in cui si poteva telecomandare la linea da Bruxelles a Roma è finito […] è finito il tempo in cui si andava con il cappello in mano […] Juncker ha detto che è stata la Commissione a affermare la flessibilità. Vero, verissimo. Dopo il lavoro del semestre italiano la Commissione ha accolto il principio di flessibilità annuale pari al massimo all'1% di Pil. L'Italia sta dentro queste regole, avendo richiesto lo 0,8%. Noi continuiamo a rispettare le regole che devono valere per tutti. E sappiamo che il presidente Juncker è stato eletto sulla base di un accordo politico, che comprendeva flessibilità e investimenti. Noi non abbiamo cambiato idea»
Questi in sintesi i termini dello scontro, abbastanza irrituale a dire la verità, fra il presidente della commissione Ue e il premier italiano. Uno scontro che ha il sapore di un battibecco isterico e piccato piuttosto che lo scambio di vedute fra due leader. Insomma roba da vecchie comari inacidite. Una brutta pagina della politica europea che non rende onore a nessuno dei due ma in questo caso noi stiamo con Renzi.
Stiamo con Renzi perché rappresenta l’Italia, cioè tutti noi, perché la scarsa simpatia che abbiamo nei confronti dei suoi atteggiamenti provocatori, inclini alla bugia pro domo sua, deve passare in secondo piano quando Renzi rappresenta l’Italia. In quel caso se offendono lui offendono noi, e noi questo non possiamo accettarlo.
Come non ci piacevano quelli che godevano quando Merkel e Sarkosy irridevano Berlusconi, senza rendersi conto che in quel modo i due leader, tedesco e francese, non si schieravano a favore degli antiberlusconisti in servizio permanente effettivo, ma contro l’Italia e quindi anche contro di loro, nello stesso modo non ci piacciono oggi coloro che plaudono a Juncker perché bacchetta Renzi.
Inserito da vinpac45 il 16/01/2016 12:56:11
Non concordo con l'articolo, perchè non riconosco alcuna legittimità a rappresentare l'Italia, termine, per la sua preparazione e per i suoi intendimenti, privo di senso e vuoto. Renzi recita, secondo il copione impostogli, la farsa contro l'Europa per due motivi: coprire lo scandalo dell'Etruria e appropriarsi di tesi di Salvini, lungamente sostenute ed oggi intiepidite per obbedire a Berlusconi
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