Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Massimo Giannoni, Biblioteca Magliabechiana, , olio su tela 2013
Molti anni fa, per un certo periodo della mia vita, ho svolto un’attività che non ha nulla a che vedere con le mie naturali inclinazioni né i miei studi. Per alcuni anni ho fatto il Consulente Assicurativo per una nota Compagnia, avevo un portafoglio clienti da visitare ai quali proporre nuove forme d’investimento e d’accantonamento previdenziali. Ho fatto persino una discreta carriera, considerando che non avevo sufficiente pelo sullo stomaco da campare “fottendo” le persone, come invece troppo spesso si fa nei campi economici. Ma non è di questo che voglio parlare, è piuttosto di un’esperienza a questo legato.
Su un insieme di circa mille clienti che andavo a visitare regolarmente, per lo più a casa loro, ho avuto modo di constatare una cosa che mi ha sempre lasciato perplesso se non attonito e sconsolato. Ebbene su tante case visitate, diciamo ottocento, escludendo uffici, studi e luoghi di lavoro, avrò visto forse tre, quattro di loro con una libreria e dei libri. Quattro case dove evidentemente qualcuno leggeva su ottocento è una cifra agghiacciante, che ci dà l’esatta fotografia del nostro paese, ma nel contempo ci spiega perché versiamo in questa situazione. L’ignoranza. L’ignoranza è ovunque. Non si legge e neppure poi vedevo troppi computer, badate bene, ma soltanto grandi televisori, più d’uno, magari con Sky o altro e le Play Station. Non so se in quelle case entrasse qualche giornale, forse qualche rivista di gossip, non ricordo sinceramente.
Nella case guardo sempre, istintivamente queste due cose: se ci sono libri e se ci sono quadri. È un metodo personale per cercare di capire chi vi abita, perché una casa priva di libri è vuota perché manca evidentemente la capacità di “ascoltare”, di aprirsi al mondo e agli altri, la volontà di mettere e mettersi innanzitutto in discussione, il desiderio d’essere realmente liberi.
Perciò se oggi abbiamo gioghi politici e finanziari sul collo, non è soltanto colpa dei cattivi – anzi pessimi – governi, ma è anche e soprattutto colpa nostra, colpa di tutti coloro che “vivono di solo pane”, che pensano soltanto ed esclusivamente al loro guadagno ritenendo tutto il resto superfluo, senza mai comprendere che senza quel “superfluo” mancherà sempre – sempre più – il necessario, cioè la Libertà.
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