Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Napoli Olè
Se in otto giorni riesci a pareggiare col Carpi al 90°,
prendere tre gol dalla Juve e dal Milan riuscendo a resuscitare i cugini, è
evidente che sia tutto finito.
Terzo posto, sogni Champions, miglioramento del gioco, basi per una stagione da
vertice nell’anno successivo. Mi aspettavo un calo durante la stagione. Un
calo. Non un disastro con pochi precedenti come questo.
Invece, la realtà si è nuovamente fatta incubo, tutto è sparito in un mese e
mezzo, riuscendo a perdere con chiunque, e demolendo ogni idea ottimistica.
Sto per dire quanto è colpevole Mancini di questo e perché lo ritengo centrale
nel baratro in cui la squadra si è cacciata, ma prima ritengo vergognoso, non
esistono altri termini, il comportamento dei giocatori per tutto il secondo
tempo. Isterici, inutilmente nervosi, mai in partita, mai intensi, sempre
velleitari e auto umiliati dalla condotta di gara.
Hanno imbarazzato i tifosi che erano arrivati alla Pinetina a sostenerli prima
del derby e giocato inspiegabilmente senza testa.
Mancini ha perso completamente il controllo dell’Inter. Non
so se sia addebitabile a fattori esterni che non conosciamo ma da fine dicembre
la squadra è atleticamente spenta, il gioco sempre più inaridito, le sue scelte
tattiche appaiono (adesso si) davvero improvvisate. La scelta di mettere Santon
(colpevole sul primo gol di Alex), di mettere in campo una squadra sbilanciata
senza poi trovare contromisure per riequilibrarla, di accusare pubblicamente
gli attaccanti, è indice di una sconfitta della lucidità.
Mancini e il suo staff sono andati in corto circuito e temo non se ne siano
accorti.
Nessun giocatore dell’Inter è in grado di battere un calcio d’angolo e
tantomeno fare un cross. Da questa sera nemmeno battere un calcio di rigore di
capitale importanza.
Aggiungo che nessun giocatore dell’Inter è capace di tirare in porta.
Nonostante i segnali di inizio gara e persino di fare uno stop.
E’ un dato tecnico impressionante. Una squadra che si è ulteriormente
imbrocchita per aver perso quella dote maturata nel girone di andata, il senso
di fiducia e la disponibilità al lavoro di squadra.
Perdere così, contro questo Milan, non riuscendo a giocare a
calcio per difetti strutturali straordinari ti fa guardare al futuro con
assoluta sfiducia nei protagonisti. Ad esempio non aver nessun giocatore in
rosa in grado di gestire un pallone e rilanciare qualsivoglia azione, mette in
luce crudelmente anche come parecchi dei celebrati giocatori di avvio stagione
abbiano scambiato l’Inter per un posticino dove passare l’inverno. Tra tutti
Brozovic e Perisic che, avendo visto giocare altrove e anche nell’Inter
all’andata, fanno dubitare di ogni cosa.
Diciamolo chiaramente, questa volta con più insistenza e lasciando perdere le
idiozie sulla fortuna accampate dai denigratori di professione. Cosa è successo
ai giocatori, gli stessi che correvano, si davano una mano e giocavano senza
fare tutti questi errori tecnici? Sgraziati, brutti da vedere ma non così
imbarazzanti. Come è possibile essere primi con una squadra forte in difesa e
poi precipitare senza paracadute contro ogni avversario e mettendo a serio
rischio anche la non indispensabile Europa League? Mancini non può non sapere
che la squadra corre la metà di prima, male e non fa mai un movimento
armonioso.
Non può ignorare che i reparti sono improvvisamente scollegati tra loro, i
difensori non sanno mai a chi dare il pallone per iniziare qualunque azione e
che nessuno fa mai gol di testa, anche perché i cross arrivano in modo
strampalato.
Non c’è Eder che tenga in una squadra che gioca con lo spirito del
dopolavorista e l’assoluta inesistenza di un sistema di gioco.
C’è tanta gente che gode perché ritiene di aver capito
tutto, di aver sempre saputo tutto quello che sta accadendo. L’Inter da sempre
regala grosse soddisfazioni al popolo dei rancorosi anti interisti. Se le cose
fossero così semplici come esprimersi a colpi di anatemi e sfottò, parlare di
calcio sarebbe davvero noioso. Sfortunatamente la crisi dell’Inter è interna e
dunque non spiegabile solo con quello che si vede.
Ora le cose possono continuare così, dunque sempre peggio perché anche se
incontri il Chievo in casa (mercoledì) e il Verona in trasferta (domenica) la
massima aspirazione è fare due punti in due partite. Non scherzo.
Questa Inter, con questo atteggiamento, tono atletico e confusione tattica non
può battere nessuno. Davvero non so se, quando e come se ne uscirà.
Amala.
Da http://www.fcinternews.it/ Lapo De Carlo
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