Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Giorgia Meloni ha annunciato di essere in attesa di un bambino. In genere si tratta di una notizia che, secondo la sensibilità e il grado di interesse per il soggetto in questione, rientrerebbe nella categoria delle buone nuove o al massimo di quelle non significative, quelle che i giornalisti chiamano una non-notizia.
Aggiungiamo che Giorgia Meloni non è la principessa di Kent, non regnerà mai come regina, e la sua discendenza, esattamente come tutti gli altri, si farà strada nella vita come sarà capace.
E allora perché da due giorni non si fa altro che polemizzare sulla maternità della Meloni? Il web, questo luogo dove si esercita la peggiore delle forme di democrazia, ovvero la demotirannia: chiunque è e si sente autorizzato a dare libero sfogo a qualunque sciocchezza al netto di ogni controllo foss’anche quello della buona educazione e del buon senso, del rispetto e dell’equilibrio. Il web, dicevo, si è scatenato, mettendo alla berlina con parole e frasi pesanti, la futura mamma e il non ancora nato bebè.
Nel web, ci sta tutto, anche noi, ovviamente; ci sono i demotiranni e i politici dalla tastiera facile, i cretini (di gran lunga la maggioranza) e le tricoteuse in servizio permanente effettivo pronte a sghignazzare su ogni testa che cade dal patibolo e a compiacersi del sangue che scorre, rivalsa sociale dei poveri di spirito e ricchi di malumori da scaricare sul malcapitato di turno.
Ciò detto, non ci interessa tanto Giorgia Meloni, alla quale facciamo tutti i nostri auguri, e che stimiamo troppo accorta e intelligente per essere veramente colpita dalle bizzarrie indecenti del web, ci interessa poco anche il suo futuro bambino, al quale parimenti auguriamo una vita serena.
Ci interessa piuttosto il continuo equivoco che si genera quando si parla di questioni etiche.
Il nodo della faccenda che ha dato la stura agli insulti a Giorgia Meloni (ma la stessa cose è avvenuta in precedenza anche in altri casi e personaggi riguardanti le questioni etiche) sta nella pretesa di coerenza che si vorrebbe dai politici.
Si dice: la Meloni non è sposata e partecipa al Family day, e quel che è peggio, coglie l’occasione per annunciare la propria gravidanza. Al tempo di Torquemada avrebbe ragione chi utilizza questi argomenti: la Santa Inquisizione avrebbe legittimamente preso la bionda Giorgia e rinchiusa in qualche segreta umida e puzzolente, avrebbe atteso che partorisse il pargolo per poi santamente eliminarla in nome di Dio dando l’innocente creatura a qualche convento dove venisse allevato in una rigorosa purezza (leggi durezza) atta a mondarlo della macchia della nascita da cotale indegna madre.
Già, ma non siamo al tempo di Torquemada, e neppure della Santa Inquisizione, nel corso dei secoli abbiamo fatto qualche passo avanti, per esempio le donne si sono conquistate il diritto di non essere considerate streghe se capaci di esercitare la farmacologia. E poi quello, assai più recente, di non dover subire lo stigma sociale se la propria unione con un uomo non viene benedetta dal matrimonio.
Eccoci al dunque. Gli sciocchi invocatori della coerenza etica proprio in quanto sciocchi, ovvero mancanti di quella quota parte di sale del giudizio, fanno una semplice equazione: la Meloni si batte per la famiglia tradizionale e, non solo non è sposata, ma concepisce addirittura un figlio fuori del matrimonio, ergo non ha diritto di impedire agli omosessuali (donne e uomini) di rivendicare il diritto a costituirsi in famiglia in nome dei valori tradizionali ad essa legati che lei stessa non rispetta.
La stessa cosa viene rinfacciata ai divorziati che si battono per la sopravvivenza della famiglia tradizionale. Orrendi incoerenti che evidentemente per mero calcolo politico (chissà quale?) fanno violenza alla logica e si battono per valori che essi non hanno saputo o voluto rispettare, così ragionando si sottoscriverebbe il principio che chi erra ha solo il diritto di difendere e istituzionalizzare il proprio fallimento.
Chi ragiona così ha evidenti ascendenze con il feroce inquisitore spagnolo, stessa ottusa tendenza all’applicazione del dettato della norma al netto di ogni capacità di discernimento.
Primo: non essere sposati e concepire un figlio fuori del matrimonio non significa non credere nell’istituto della famiglia o tradirne il valore al punto da accettare che essa si dissolva equiparandola a qualunque altra forma di convivenza (per amore, affetto, solidarietà o denaro).
Si potrebbe poi ironizzare paradossalmente dicendo che se non si sposa neppure la Meloni che pure incarnerebbe il modello di famiglia tradizionale (uomo, donna e bimbo naturale) non si vede perché dovrebbe essere favorevole a matrimoni di altro genere. Giorgia Meloni forse ha un tale rispetto per l’istituto del matrimonio da non volerlo utilizzare con leggerezza, e solo pensando alla eventuale pensione di reversibilità, o agli sgravi fiscali, o agli assegni famigliari. Perché di questo stiamo parlando, non dimenticatevelo; parlano di diritto all’amore ma poi vogliono il diritto alla casa popolare come famiglia; invocano i sentimenti che legittimamente nessuno deve essere costretto a conculcare, ma poi rivendicano la reversibilità della pensione.
Non viviamo più in una società dove chi non è sposato legalmente o in chiesa viene emarginato, abbiamo conquistato il diritto alla famiglia fatta solo di affetti e non di carte bollate e adesso si pretende di fare marcia indietro per le coppie omosessuali?
Inserito da ghorio il 02/02/2016 17:17:36
Debbo essere sincero: a mio parere la Meloni avrebbe potuto evitare la dichiarazione che ha fatto, in occasione del Family day. Liberissima di concepire il figlio, anche se non è sposata, però una certa coerenza non guasta, ovvero di non annunciarlo al mondo, essendo una questione privata. Poi che il web sia una macerie di becerume è assodato, lo stesso dicasi dei commenti delle varie Litizzetto e Luxuria. In ogni caso sulle vicende delle unioni civili si sta facendo grande confusione con il solito Renzi che parla di provvedimento non più rinviabile e con il solito rituale italiano tra conservatori e progressisti. In realtà il matrimonio tra uomo e donna è l'ordine naturale di una società e cercare di parificare le unioni civili al matrimonio è una scelta sbagliata. Personalmente mi arrabbio all'inverosimile nel leggere o sentire che l'Italia di debba uniformare alle altre nazioni europee per questa problematica, ma invece per altre più importanti siamo sempre il fanalino di coda, senza l'agitazione di politici, intellettuali , filosofi e sociologi.
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