lo studente ucciso

Giustizia d'Egitto! Il povero Giulio Regeni morto dopo una lenta agonia

Sembra la trama di uno dei tanti telefilm americani a intreccio internazionale e forse la verità non la sapremo mai

di Simonetta  Bartolini

Giustizia d'Egitto! Il povero Giulio Regeni morto dopo una lenta agonia

La morte di Giulio Regeni sembra la trama di uno dei tanti telefilm americani a intreccio internazionale dove il protagonista rimane coinvolto in una retata della polizia in un paese africano e rimane vittima delle violenze del solito poliziotto sadico e fuori controllo. Fatto il guaio occorre depistare le indagini e soprattutto non compromettere i rapporti diplomatici e politici fra paesi occidentali e africani. Così il corpo del malcapitato viene scaricato in una periferia lontana dal luogo dell’ultimo avvistamento in vita del poveretto, e trovato dopo qualche giorno.

A Giulio Regeni, 28 anni fatti da pochi giorni, ricercatore universitario, è accaduto proprio così a quanto pare, ma forse la certezza che le cose siano andate esattamente in questo modo non l’avremo mai nonostante le richieste di fare chiarezza (ovvie e dovute) rimbalzate dall’Italia verso l’Egitto.

Il cadavere di Giulio è stato trovato in un fosso della periferia della capitale egiziana. Sul corpo ci sono segni di bruciature di sigaretta, tortura, ferite da coltello e segni di una "morte lenta", secondo quanto riferisce il procuratore egiziano alla Associated Press. Per colmo di sfregio il corpo era nudo dalla cintola in giù.

Ci vuole altro per accreditare l’ipotesi di cui sopra? Purtroppo no, anzi la prima reazione delle autorità egiziane indirettamente la conferma, con fiero sprezzo della verità il direttore dell'Amministrazione generale delle indagini di Giza aveva infatti  detto che "le indagini preliminari parlano di un incidente stradale” smentendo che Regeni "sia stato raggiunto da colpi di arma da fuoco o sia stato accoltellato". Questo ineffabile tutore dell’ordine, che risponde al grado e al nome di generale Khaled Shalabi, ha sostenuto che "non c'è alcun sospetto crimine dietro la morte del giovane italiano Giulio Regeni, il cui corpo è stato ritrovato sulla strada desertica Cairo-Alessandria": lo riporta il sito egiziano 'Youm7'. In dichiarazioni esclusive al sito, il generale "ha indicato che le indagini preliminari parlano di un incidente stradale e ha smentito che Regeni "sia stato raggiunto da colpi di arma da fuoco o sia stato accoltellato".

Un avvocato per la difesa dei diritti umani egiziano, Mohamed Sobhy, la notte scorsa ha riferito sulla sua pagina Facebook che il corpo di Giulio Regeni si trovava nell'obitorio di Zeinhom, nel centro del Cairo, e c'era "un'impressionante dispositivo della Sicurezza nazionale". Il ministero dell' "Interno si rifiuta di farmi vedere il corpo" e quindi "non si è sicuri della presenza di ferite sul suo corpo".

Poi la terribile conferma del procurato egiziano.

Non sapremo mai la verità sulla fine di Giulio, ne sarà diffusa probabilmente una verosimile e se va bene troveranno in Egitto una testa da far cadere fra la manovalanza militare, si dirà che si tratta del solito fanatico che ha esagerato e forse verrà punito, le diplomazie si metteranno tranquille e l’occidente continuerà a sostenere Al Sisi e il suo regime.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da SAM EAT il 15/02/2016 14:33:49

    parole condivisibili di Bartolini che fanno un pò da cornice a la "voce del popolo" che sento riecheggiare un pò da per tutto nei luoghi dove vivo e lavoro.. interessante a tal riguardo l'intervista radiofonica ad Edward Luttwak, politologo, economista e consigliere strategico della Casa Bianca.. vale la pena ascoltarla per capire quanto il machiavellismo di certi governi stranieri sia ancora in voga.. http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/02/12/luttwak-choc-regeni-magari-lha-ucciso-unamante-se-uno-fa-cose-pericolose-si-assuma-i-rischi/479596/

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