Teatro

Peccato fosse puttana, il dramma elisabettiano dell'incesto

Messo in secgna dagli allievi del III anno dell'Accademia d'arte drammatica Silvio d'Amico è una splendida occasione per godersi il testo di John Ford

di Simonetta  Bartolini

Peccato fosse puttana, il dramma elisabettiano dell'incesto

Il titolo nella traduzione proposta da Nadia Fusini, Peccato che fosse puttana forse lascerà qualche lettore disorientato, ma se richiamiamo alla memoria il può noto: Peccato sia una sgualdrina, le tessere tornano al loro posto e riaffiora il nome del drammaturgo inglese John Ford, il teatro elisabettiano e il suo dramma di amore, incesto, e morte che è stato fatto conoscere al grande pubblico dalla trasposizione cinematografica di Giuseppe Patroni Griffi con il titolo, Addio fratello crudele,  tratto anche esso dal testo, ma in questo caso sono le ultime parole di Annabella uccisa dal Giovanni, fratello con il quale ella ha avuto un rapporto incestuoso e dal quale ha concepito un figlio, ma che ha abbandonato per sposare il nobile Soranzo e rientrare così nella norma sociale che condanna l’incesto.

Nel film di Patroni Griffi i due fratelli erano interpretati da Fabio testi e Charlotte Rampling, un cast di tutto rispetto che però nel 1971 rese ancora più scandaloso il tema nella lettura datane dal regista.

Oggi si cimentano con il dramma di John Ford andato in scena per la prima volta nel 1628 e pubblicato nel 1631, gli allievi del III anno dell’Accademia Silvio d’Amico, guidati dalla regia di Valentino Villa, e se trovate il modo di prenotare un posto nel piccolo ma delizioso teatro Eleonora Duse di Via Vittoria 5 a Roma fatelo assolutamente perché lo spettacolo vale veramente la pena di essere visto.

Si tratta di una riduzione dal testo originale giocata, con intelligenza, sul meccanismo del doppio che potrebbe apparire straniante (due sono le attrici che interpretano Annabella, due i Giovanni, due i Soranzo) eppure la soluzione, che nasce anche dall’esigenza di offrire a ciascun allievo la possibilità di calcare il palcoscenico da protagonista con un numero e un’intensità di battute che dia ad ognuno l’opportunità di mostrare le proprie capacità recitative, risulta conferire alla piéce una cifra di ulteriore fascino, sottolineata dall’allestimento dove due grandi specchi reificano il senso e il significato del doppio. D’altra parte Peccato che fosse puttana (si tratta della battuta finale del dramma, epitaffio a Annabella uccisa dal fratello) è un dramma della doppia verità, dei doppi sentimenti, della doppia morale. Annabella e Giovanni fratelli scoprono di amarsi e pur sapendo che il loro sentimento dovrebbe essere conculcato, vi si abbandonano finendo per concepire un figlio. Spetterà ad Annabella compiere il tentativo di sottrarsi, almeno in parte, alla colpa abbandonando Giovanni e sposando Soranzo; ma per farlo le occorre credere di amare il marito, le occorre togliersi dal cuore l’immagine di Giovanni che invece contro ogni morale rivendica il diritto ad amare la donna che pure è sua sorella e di fronte al rifiuto di lei la uccide preparandosi egli stesso a morire.

Sono bravi, tutti bravissimi, gli allievi della d’Amico chiamati a cimentarsi con il dramma elisabettiano, rapiscono lo spettatore in un’ora e un quarto ad alta tensione scenica e recitativa e lo spettatore esce vinto e convinto.

Un’ultima annotazione, certo marginale rispetto al merito dello spettacolo, ma non trascurabile. Gli allievi dell’Accademia Nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico alla vigilia della conclusione del loro percorso di studio con questo saggio si propongono al pubblico e agli addetti ai lavori mostrando la professionalità raggiunta; ciascuno di loro dal prossimo anno sfrutterà i talenti naturali e quelli acquisiti per intraprendere la difficile strada della recitazione con alterne e diverse fortune. A tutti ovviamente auguriamo la migliore e la più soddisfacente carriera, quel che però colpisce, un po’ commuove, e sicuramente rallegra è vedere la passione assoluta, trascinante che anima ciascuno di loro avviati sulla la difficile e poco remunerativa strada dell’arte, sanno e vogliono credere nel loro futuro, sono indifferenti al posto fisso o alla qualificazione sociale. Amano il teatro, punto e basta. In bocca a lupo ragazzi fate sognare un poco anche noi!

 

Peccato Fosse puttana

Di John Ford

Traduzione di Nadia Fusini

Regia di Valentino Villa

8-13 febbraio 2016

teatro Studio Eleonora Duse

Via Vittoria, 6 Roma

Per prenotazioni chiamare il n. 366 6815143

 

Interpreti:

FRATE, Alfredo Calicchio

GIOVANNI, Lorenzo Parrotto e Daniele Boccarusso

PUTA . Alessia D’Anna

ANNABELLA, Zoe Zolferino e Giulia Bartolini

SORANZO, Matteo Lai e Giorgio Sales

VSQUEZ Pavel Zelinskiy

IPPOLITA, Maria Alberta Bajma Riva, Gloria Carovana, Maria Giulia Scarcella

Repliche

11 febbraio h 20,00

12 febbraio h 17,30

13 febbraio h 20,00

e ancora

nei giorni

11 febbraio h 17,30

12 febbraio h 20,00

13 febbraio h 17,30

andranno in scena

FRATE  Alfredo Calicchio

GIOVANNI Luca Tanganelli e Massimo Leone

ANNABELLA Marina Occhionero e Eletta del Castillo

SORANZO Cosimo Frascella e Matteo Cecchi

VASQUEZ Luca Carbone

IPPOLITA, Maria Alberta Bajma Riva, Gloria Carovana, Maria Giulia Scarcella

 

 

 

 

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