Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
n osservatore estero non troppo informato che leggesse le cronache di questi ultimi giorni, ricaverebbe l’impressione che l’Italia sia davvero il belpaese. In fondo, gli unici problemi che sembrano interessare e coinvolgere la classe politica italiana, centrale, periferica e insignificante (dato ma non concesso che esista ancora qualche personaggio politico di uno spessore superiore a quello di una sogliola anemica) sembra che siano questione di cuore e ancor di più, faccende di letto: proprio, altrui, in affitto e comodato etc.
Infatti, si è appena concluso il primo round di quella squallidissima vicenda dell’approvazione del decreto Cirinnà, che intanto ha già prodotto un bel matrimonio “contro natura” ovvero il bel “menage a trois “ Renzi Alfano Verdini ; ed ecco che, complice la stessa senatrice del PD insieme ad altri moschettieri del libero amore spunta un emendamento per eliminare dal codice civile il riferimento all’obbligo della fedeltà coniugale. Forse il fanatismo dei sinistri nostrani per tutto ciò riguarda immigrazione ed accoglienza si allarga anche al letto “matrimoniale” (posto che questo termine abbia ancora un senso) , che deve essere più “accogliente” verso eventuali ospiti; o già si ipotizza una “multifamiglia”, versione di compromesso per includere la poligamia musulmana? Sarà davvero divertente vedere come la “pastorale inclusiva” di papa Bergoglio e dei suoi zelatori accoglierà quest’ultima novità: assisteremo forse a una “pastorale delle corna” o a un invito a ripensare il concetto di “famiglia allargata”? Probabilmente, ci sarà il solito silenzio assordante, interrotto solo dallo sdegno di qualche vescovo ancora degno di tale nome e dagli “insignificanti” milioni di cattolici che ancora si riconoscono in iniziative come il family day, gratificato dal silenzio bergogliano.
Ma se la sinistra si scatena, anche la “destra” – o meglio, quello che ne resta – non vuole evidentemente restare indietro. L’iniziativa parte da Firenze ad agitare le acque del capoluogo toscano giunge infatti l’annuncio dell’ennesimo atto di vile discriminazione attuato ai danni di tutto ciò che non è sinistra. Dunque, rispolverando il Principe di Machiavelli qualcuno deve aver ben pensato che se la sinistra si è ormai accaparrata il campo delle unioni omosessuali etc, rimaneva “vergine” o quasi quello della prostituzione e della sua legalizzazione. Ed ecco la sublime pensata di Azione Universitaria e di Fratelli d’Italia: perché non suscitare un bel dibattito sull’argomento (ovviamente, il più “aperto” possibile, dato il soggetto) con un evento sul tema “ Case Chiuse, l’Italia verso l’Europa” che avrebbe dovuto tenersi nell’ateneo fiorentino il prossimo 18 marzo?
Già il titolo, a dir la verità, non è dei più felici. Si potrebbe infatti obiettare che l’Italia è già un gran bordello di suo e in questo non ha bisogno di imparare lezioni; o viceversa, che a cacciarsi in quel gran bordello che è l’Europa così come è stata fatta ci ha guadagnato ben poco. Ma parlando seriamente, non è che l’argomento in sé non abbia una sua logica e non sia degno di discussione. Sicuramente quella di regolamentare la prostituzione perché sia il meno possibile un commercio di “carne umana” che crea tra l’altro tutta una serie di problemi di ordine pubblico e di sottobosco di criminalità è tutt’altro che una questione irrilevante. Del resto, le case di tolleranza sono sempre esistite e chi si pone problemi più che legittimi di etica e morale non ha che da evitarne la frequenza, che non è mai stata un obbligo per nessuno. Più che condivisibile era, a questo proposito, la petizione popolare promossa dalla Lega.
Quello che sconcerta non è dunque la cosa in sé, ma la scelta del momento, del luogo e soprattutto della …guest star: a “salire in cattedra” anche se solo metaforicamente dato che, ci assicurano, non avrebbe dovuto tenere alcuna lezione (e meno male!) era infatti Rocco Siffredi. Non, assicura una dirigente di Azione Universitaria, come ex pornodivo, ma per un motivo moto più nobile: il buon Rocco infatti è passato dall’azione diretta alla produzione in serie e gestisce adesso, imprenditore modello, una vera e propria catena di case chiuse a Budapest. Insomma, non c’è che dire, un esperto del settore a tutti i livelli! Sede del dibattito avrebbe dovuto essere l’aula magna del polo di Novoli dell’università di Firenze, ma due dei tre presidi interessati hanno detto no e questo manda la cosa, con rispetto parlando, a putt…
Indignatissimi, gli esponenti di Azione universitaria e di Fratelli d’Italia parlano di finto moralismo, di discriminazione, del fatto che all’università sia stato dato diritto di parola a ben altri soggetti come ex terroristi e persino ai dirigenti del Forteto. Tutto vero, non c’è dubbio e non si può certo escludere che nel no a questa iniziativa il senso della dignità e del decoro che dovrebbero appartenere comunque a un luogo come l’università c’entrino ben poco e siano state in altre e ben più gravi occasioni violati e calpestati.
Ma … possibile che non sia venuta in mente a questi signori il senso di ridicolo in cui sono andati a cacciarsi? E’ il caso di dire che hanno offerto ai loro avversari una buona occasione su un piatto d’argento, mettendo in mezzo un personaggio che, qualunque siano le intenzioni degli organizzatori, rischia comunque di dare un risvolto grottesco alla cosa. Perché Siffredi sarà anche un eccellente tenutario di bordelli e in grado di dare lezioni in materia di “organizzazione aziendale” e anche magari di “ divisione del lavoro” ma è anche, pur non essendo certo un criminale, il simbolo e il prediletto di legioni di “guardoni”, di un “machismo” di grana quantomeno grossolana e francamente ridicola. Non è sicuramente un buon “testimonial” per una manifestazione che, se deve essere “scientifica”, dovrebbe concentrarsi su determinati presupposti: se fare della prostituzione una attività che riguardi il settore “pubblico” o “privato” e in questo caso quale debba essere il ruolo e l’intervento dello stato in materia, guardando anche, questo certamente, ad analoghe esperienze europee; cose che nell’incontro previsto ci saranno anche state, ma che così vengono inevitabilmente messe in ombra. Il signor Siffredi e la sua “esperienza”, se proprio si sentiva il bisogno di tirarli in ballo, si poteva farlo in altri contesti e altri modi: del resto, cosa può raccontare, “come sono passato da stallone a tenutario”? Altrimenti viene il pesante sospetto che, pur di riuscire a raccattare un po’ di visibilità e consenso ci si attacchi veramente a tutto, anche alle … esperienze e agli “attributi” di un Siffredi qualunque; che prima di essere un “imprenditore” resta comunque un pornodivo.
E infine, con tutto il rispetto per un argomento che di per sé non è né insignificante né banale, e andrà anzi prima o poi affrontato con la dovuta serietà : ma in questo preciso momento, non c’era proprio nulla di meglio da proporre, in un paese che sta andando in pezzi a tutti i livelli?
Del resto, se la “destra” fosse una cosa seria, non avremmo la terrificante prospettiva, dopo un ventennio più o meno berlusconiano di occasioni perdute, di un ventennio renziano con tutte le conseguenze del caso. E questo sì che è un bordello!
Inserito da adolfo morganti il 02/03/2016 23:11:29
In fondo, qui si dimostra come avesse ancora una volta di più ragione Augusto del Noce: destra e sinistra confuse nella marmellata del radicalismo di massa.
Inserito da ghorio il 02/03/2016 10:12:16
Come sempre, Domenico Del Nero, con questo editoriale fotografa la confusione che si registra da tempo nei comportamenti di una certa area di centrodestra, Cerchiamo di essere seri e non invitiamo a dibattere personaggi di dubbio valore e gusto.
Non possiamo nn dirci conservatori, e allora attenti con la santificazione della tecnologia
Quel che la Corte Suprema non ha considerando riguardo al divorzio
Perché la destra sta sparendo dall'agone politico
Mettete la museruola ai genitori incoscienti
Se le donne vincono quando in politica i migliori rinunciano