Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Mentre l'Italia si adopra ad organizzare, il già organizzato
da oltre un mese, vedi viaggio di Renzi a Washington seguito da Mattarella, una
guerra di "difesa" dal Daesh in Libia, del Daesh in Libia non v'è, o
dobbiamo dire v'era, che leggera traccia, sì perché non ci vuol nulla a
creare le tracce. Comunque, secondo l'Onu, le milizie del Daesh nel paese
mediterraneo, localizzate solo nelle periferie di Bengasi e Derna, nonché a
Sirte, in tutto risulterebbero 3500 unità, mentre secondo il governo locale
sarebbero 1500. Ovvio che queste cose l'Onu le sussurri e sempre le accompagni
concludendo: così ci è stato riferito..., poi fa il nome di turno e omette. In
questo caso l'omissione è che a Derna nel 2015 le milizie locali, senza aiuti
stranieri, hanno sconfitto e scacciato le forze del Daesh che da allora non
sono più riuscite a tornare. Che poi ci venga propinato ora un terrorista ora
un altro, ora qua ora là, ora proveniente dall'Europa ora in procinto di
imbarcarsi per l'Europa, è gioco di squadra dei servizi segreti tutti, quel
luogo è peggio dell'Istanbul del XIX secolo, ve ne sono di ogni genere e
provenienza, nonché dei portavoce di Governi, di governanti e così via, in
altri termini manovre e menzogne. Manovre e menzogne che possono anche, e lo
fanno, procurare azioni violente, attentati eccetera, a conferma dimostrativa
plateale della manovra e della menzogna.
Quindi ora, per avere un quadro leggermente più reale, scorriamo insieme
una breve sintesi di ricognizione a mo' di promemoria.
24 febbraio 2016, Roma, Roberta Pinotti, ministro alla Difesa, circa il
via libera dei droni armati statunitensi da suolo italiano, Sigonella:
"Riguarda solo profili difensivi del personale, di volta in volta discusso e autorizzato da noi, in coerenza con la strategia italiana che punta al coinvolgimento della popolazione locale della lotta al terrorismo". Matteo Renzi le fa eco.
24, febbraio 2016, Roma, alla Camera dei Deputati, Paolo Gentiloni ministro degli Affari Esteri:
"La soluzione della crisi libica non è in improbabili missioni militari. L'italia sta coordinando gli sforzi di pianificazione per rispondere alle richieste del nuovo governo libico sul terreno della sicurezza... dobbiamo distinguere le attività contro il terrorismo dalla soluzione della questione libica, sono due terreni distinti". Matteo Renzi gli fa eco.
25 febbraio 2016, Roberta Pinotti: "La Libia può essere
stabilizzata solo con l'intervento delle forze locali. Un intervento militare
di occupazione del paese sarebbe impensabile". Matteo Renzi le fa eco propagatrice
e aggiunge: "Iniziativa contro terroristi e potenziali attentatori
dell'Isis" e ancora: " la priorità è la risposta diplomatica, ma se
abbiamo prove evidenti che stanno preparando attentati, l'Italia fa la sua
parte".
28 febbraio 2016, Libia, Tobruk, il Parlamento si riunisce per appoggiare il
nuovo governo, causa mancata presenza in aula, il numero legale non viene
raggiunto, il Parlamento fa slittare il tutto a data da destinarsi.
29 febbraio 2016, in conferenza stampa riportata dal Military Times e il Wall
Street Journal, il gen. Ashton Carter, segretario alla Difesa degli Stati Uniti
d'America: " L'Italia essendo così vicina (alla Libia) si è offerta di
assumere la guida delle missioni contro l'Isis e noi abbiamo già promesso che
la appoggeremo con forza. La coalizione entrerà in campo quando si sarà formato
un governo libico, speriamo al più presto" poi a proposito del non
risultato di Tobruk: "Gli Stati Uniti potrebbero effettuare bombardamenti
mirati, come a Sabratha, se l'intelligence dovesse verificare specifiche
minacce da parte del Daesh".
1 marzo 2016, Matteo renzi; "preoccupa lo stallo in Libia".
Intanto mentre i mezzi di informazione italiani focalizzano l'attenzione sulle
vicende dei migranti, cuore tragicamente pulsante conseguenza di tutte queste
sporche manovre, l'Italia invia a Trapani 4 cacciabombardieri AMX ( 51 Stormo
di Istrana-Treviso). Dal Golfo di Suez, sul Mediterraneo la portaerei nucleare
Charles De Gaulle è già presente, così la Tahya Misr fregata missilistica
egiziana armata di missili antiaereo, siluri e cannoni. Unità speciali di terra
francesi, Rafale, sono già presenti da giorni e giorni anche se Parigi nega. La
gran Bretagna ha inviato unità di terra sul confine con la Tunisia. Per ora, ma
solo per ora, sembra che l'Italia non invii truppe di terra, tranne quelle già
presenti a protezione Eni, e qui apriamo una parentesi: l'Eni è attore in tutta
questa vicenda, un attore significativo come le lobby delle armi, infatti malgrado
tutti i disordini di questi anni, malgrado la fine di Gheddafi, l'Eni non ha
mai smesso, a tutt'oggi, di essere il primo operatore internazionale nel
settore petrolio e gas libico.
Ma torniamo alla funzione Italia a cui certo l'ipocrisia non difetta, sì,
non invierà per ora truppe di terra ma in compenso guiderà quest'inferno a cui
parteciperanno oltre 6000 uomini, a cui si aggiungeranno i droni statunitensi
armati, quelle vili macchine che mai e poi mai sono state e potranno essere di
precisione, che abbiamo ben conosciuto in Pakistan e Afghanistan, più che
altrove, che nascondono anche la mano che le aziona a migliaia di kilometri di
distanza, eccetera eccetera, ne abbiamo trattato molte volte. E ci sono grosse
probabilità che quest'inferno stia per scatenarsi a meno che non avvenga un
vero e proprio miracolo. L'Italia lo guiderà e il comando, secondo voci, sarà
del gen. Paolo Serra, consigliere militare di Martin Kobler, inviato dell'Onu
nel paese nord africano, ma già capo missione in Libano e presente in Kosovo e
Afghanistan.
Ecco, questa la sintesi di un tutto che non avremmo mai voluto tracciare. Un
tutto che non lascia dubbi, che non può non originare un'infinita tristezza
anche solo per il fatto che, avendo scelto l'Italia come suolo natio, e
conoscendone le potenzialità, non si può non sentirsi responsabili e complici
di questi omuncoli a guida del paese. Portare un intero paese a tradire la
propria Costituzione, per di più dopo aver giurato su di essa e per essa,
portarlo a calpestare la propria Sovranità di Stato, rendere servi e schiavi i
suoi cittadini, minando valori e principi morali collettivi, è quanto di
peggiore si possa compiere verso il proprio paese. Una Corte Marziale avrebbe
giudicato, in altra epoca, tutto questo in quanto Alto Tradimento, ponendo così
fine allo scempio.
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