Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Fiumi di inchiostro si sono sprecati sugli innumerevoli amori di Lord Byron, amori per uomini e per donne che furono scandalosi all’epoca e che, ad un certo punto della sua vita, lo costrinsero addirittura ad allontanarsi dall’Inghilterra. Il più chiacchierato, quello che ancora oggi desta stupore e riprovazione, sebbene i nostri costumi siano assai meno severi di quelli dell’epoca sua, fu naturalmente il legame incestuoso con la sorellastra Augusta dalla quale ebbe anche una figlia. Raramente tuttavia nelle biografie di colui che è stato forse il maggiore poeta romantico inglese, si sottolinea la personalità dell’unica moglie legittima, poi della figlia e infine della nipote. Tre donne, invece, dalla spiccata personalità, dotate di un anticonformismo profondo, veramente, e questa volta assai sinceramente, lontano dai costumi dell’epoca loro.
La moglie: Anna Isabella Milbanke, ricca ereditiera. Si suppone che il poeta l’abbia sposata soprattutto per trovare un sollievo duraturo alla sua cronica mancanza di danaro e ai debiti che da sempre lo assillavano. La corte di lui fu lunga e la ragazza lo rifiutò per un certo periodo prima di acconsentire alle nozze. Che cosa le abbia fatto mutare parere è assai incerto, i due caratteri erano evidentemente incompatibili. Dotata di ferrea morale lei, spudoratamente immorale lui.
Ma ben più profonda della differenza di carattere era la differenza di intelligenza e di inclinazioni mentali. In un’epoca in cui le signorine di buona famiglia si facevano affascinare dalla turbinosa poesia romantica, Anna era, invece, lontana da ogni svenevolezza poetica e amava la matematica. Lord Byron scherzosamente la chiamava principessa dei parallelogrammi. Il padre ne aveva assecondate le inclinazioni e la ragazza possedeva una cultura profonda che non si vergognava di mostrare, apparendo spesso altera e superba. Il matrimonio si rivelò, quasi subito, del tutto fallimentare, gli eccessi del poeta, la sua bisessualità e, soprattutto, il rapporto incestuoso con la sorella non potevano in alcun modo essere accettati da una donna estremamente pratica, razionale e profondamente religiosa. Mentre la loro unione aveva destato nella buona società londinese una certa meraviglia, non altrettanta ne causò la loro separazione, che avvenne appena un anno dopo il matrimonio nel 1816, quando già avevano una figlia piccola. Anna Isabella tornò a vivere con il padre e non ebbe poi che scarsi rapporti epistolari con il marito, che tuttavia la ricordò sempre anche in punto di morte.
La figlia di questa improbabile unione Augusta Ada, chiamata familiarmente Ada, ebbe così pochissimi contatti con il padre, che d’altra parte morì in Grecia quando lei aveva solo nove anni e che del resto non aveva mai fatto niente per avere dei rapporti con lei né ne aveva mai rivendicato la custodia, cosa a cui invece la legge dell’epoca gli dava pienamente diritto. La madre, terrorizzata dal pensiero che potesse dedicarsi alla poesia e assumere quindi atteggiamenti stravaganti simili a quelli del padre, le fece impartire un’ottima educazione, ma soprattutto di carattere scientifico. Non potendo frequentare scuole regolari, allora vietate alle fanciulle, anche se di buona famiglia, ebbe tuttavia ottimi maestri; la persona che influì maggiormente su di lei fu Mary Somerville, matematica e astronoma, con la quale strinse un’amicizia duratura, anche dopo la fine del loro rapporto insegnante allieva. Tuttavia l’incontro della sua vita avvenne a un ricevimento: Ada aveva diciotto anni, era una ragazza graziosa, amante delle feste e del ballo e, invece, Charles Babbage uno studioso di quarantadue anni, timido e riservato. Fu la svolta delle loro vite, due menti simili si incontrarono e si vivificarono a vicenda.
Babbage stava all’epoca lavorando a un congegno chiamato different engine o macchina differenziale, una macchina per il calcolo. Poco più di un mese dopo il loro primo incontro Ada venne ammessa nel laboratorio di Babagge e poté quindi rendersi pienamente conto della struttura e delle potenzialità della congegno. Intanto, però, la sua vita di giovane fanciulla della buona società proseguiva secondo le regole dell’epoca.
A venti anni, nel 1835, Ada sposa quello che in seguito diverrà il conte di Lovelace e lei stessa assumerà il titolo e il ruolo sociale relativo. Diviene ben preso madre di tre figli e non è esente, a quanto sembra, dei vizi e delle debolezze della sua classe sociale; pare, infatti, che amasse il gioco d’azzardo e che per questo fosse costretta addirittura ad impegnare i gioielli della famiglia del marito, i King. Fragile di salute fin dalla più tenera infanzia quando aveva avuto danni alla vista per le sue frequenti emicranie ed era rimasta paralizzata per un anno a causa di un attacco particolarmente virulento di morbillo, anche in età adulta fu assai debole e soggetta a malori, che come accadeva all’epoca venivano curati soprattutto con il laudano; ancora non si comprendevano a pieno gli effetti deleteri delle droghe sull’organismo umano.
I suoi studi, tuttavia, continuarono durante tutta la sua breve vita e si fecero sempre più intensi. Nel 1842 tradusse dal francese un opuscolo del matematico italiano Menabrea, questi, militare di carriera poi ministro del neonato stato italiano, aveva assistito a Torino ad una conferenza di Babbage sulla macchina calcolatrice e poi aveva riassunto l’intera lezione in un opuscolo di sole venti pagine pubblicato in lingua francese in Svizzera. La Lovelace tradusse il testo di Menabrea dal francese all’inglese affinché divenisse fruibile anche per il pubblico anglosassone, quando Babbage venne a conoscenza di tale traduzione invitò Ada a commentare il testo con note scritte. Le note, numerate con lettere dell’alfabeto dalla a alla g e molto più lunghe dell’articolo di Menabrea, costituiscono il contributo più determinate della Lovelace alla storia dell’informatica.
In pratica Ada ipotizza che la macchina di Babbage possa avere sviluppi imprevedibili non solo nel campo del calcolo matematico, ma anche in ogni altro campo del sapere umano per esempio nella musica o nel linguaggio, preconizzando così le funzioni dei moderni computer. Un altro contributo di Ada consiste nell’aver suggerito a Babbage l’uso delle schede perforate come mezzo per istruire la macchina. Le schede perforate, una recente invenzione del francese Joseph Marie Jacquard, erano applicate a nuovi tipi di telai, riducendo, così, la necessità di manodopera. Ada morì per un cancro a soli trentasette anni e il suo lavoro rimase, come spesso accade soprattutto per le donne, misconosciuto per molto tempo; è stato riscoperto solo a partire più o meno dagli anni settanta dello scorso secolo. Forse solo adesso si è compresa a pieno la portata delle sue intuizioni e le si è dato il dovuto riconoscimento: Ada è il nome che alcuni informatici americani hanno dato ad un particolare linguaggio di programmazione.
Ma dopo una madre colta e impegnata e una figlia genio dell’informatica, la discendenza femminile di Byron riserva ancora delle soprese, soprattutto nella persona di Anna, una delle figlie di Ada. Anna nacque nel 1837 e fin dalla prima giovinezza mostrò un amore profondo per i cavalli, come del resto accade a molti nobili inglesi. Si sposò con il poeta Wilfrid Blunt e il matrimonio sembrava fondarsi su solide basi, i due, infatti, condividevano molti gusti: il primo i cavalli, ma anche il desiderio di viaggiare. Il mondo che maggiormente li affascinava era quello del vicino Oriente e soprattutto dell’Arabia, univano così il loro interesse per l’esotico con la passione per gli animali, i bellissimi cavalli arabi. Insieme fondarono uno dei più importanti allevamenti equini inglesi, e si resero conto che questi splendidi animali potevano essere allevati con successo anche in Europa.
Ancora adesso molte delle linee di discendenza dei cavalli arabi provengono proprio dai loro allevamenti del secolo scorso. Alla lunga, però il matrimonio si rivelò fallimentare, si dice soprattutto per le infedeltà numerose e conclamate di lui che cercò addirittura di imporre una delle sue amanti nella loro casa coniugale; Anna, che come molte delle mogli di epoca vittoriana era disposta a sopportare molto, sostenne allora di non essere in grado di reggere un matrimonio di tipo orientale e chiese la separazione. Un fortissimo peso, in questa decisione, ebbero anche le divergenze sul tipo di allevamento e addestramento a cui i loro animali dovevano essere sottoposti. Il matrimonio si ruppe definitivamente nel 1906, furono divise le scuderie e Anne cominciò a vivere moti mesi all’anno in una tenuta vicina al Cairo di sua proprietà. Tuttavia Lady Anne non fu solo una viaggiatrice in anticipo sui tempi, aveva anche altre numerose abilità. Parlava fluentemente numerose lingue: il francese, il tedesco, lo spagnolo, l’italiano e l’arabo, aveva studiato disegno addirittura con John Ruskin e, infine, era una valente violinista; una piccola curiosità: un violino Stradivari di notevolissimo valore porta il nome di Anna che ne era stata la proprietaria.
E così Lord Byron, lontano dalle convenzioni, del tutto disinteressato a una famiglia tradizionale, trovò nella sua discendenza donne forse più interessanti e anticonformiste di quelle che aveva frequentato in vita.
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