Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Ph Pepe Russo
“L’atto comunicativo è l’elemento più importante per il teatro e per il ruolo dell’attore: la comunicazione con il pubblico fa in modo che la scena si distacchi dalla singola dimensione laboratoriale del teatro, mentre agevola il collegamento fra spettacolo, pubblico e autore.”
Lunedì 21 Marzo, all’interno della Sala Spadoni del Teatro Fiorentino della Pergola, Toni Servillo, accompagnato da Angelo Curti, ha tenuto una conferenza per introdurre il progetto di Teatri Uniti della Toscana. Nati dall’incontro fra Falso Movimento, teatro dei Mutamenti e Teatro studio di Caserta, dalla fine degli anni ’80, (più precisamente dal 1987) i primi spettacoli di Teatri Uniti hanno riempito gli spazi teatrali dell’area fiorentina e circostante.
Questo progetto significa dimostrare la specificità della recitazione, attraverso varie modalità di rappresentazione che attraversano teatro e cinematografia. Un punto nevralgico di Teatri Uniti è accrescere la partecipazione dei giovani ai progetti e alle iniziative promosse: “regna l’indifferenza fra i giovani – sostiene Servillo – e la più grande difficoltà dei rapporti è la condivisione di una passione, è lì che dobbiamo rimediare.”
Così Teatri Uniti ricerca nella partecipazione comunicativa del pubblico i valori di interesse sia teatrale che cinematografico mischiando il pubblico, non deteriorando il teatro ad una semplice anticamera del successo dello schermo. La prima anteprima fuori programma che apre Teatri Uniti in Toscana è Toni Servillo legge Napoli al Teatro Era di Pontedera, spettacolo andato diretto in sold out. L’attore propone la parola che ha posto la poetica napoletana alla base di un quadro artistico raffinato, che rispecchia una città dai mille volte e dalle mille contraddizioni.
Riapre così al pubblico la Sala Spadoni, dedicata ad Alfonso Spadoni, storico direttore del Teatro della Pergola morto nel 1993 a causa di una terribile malattia; qui verranno messe in scena alcune rappresentazioni programmate da Teatri Uniti.
“Questa rassegna non è raccontare la nostra storia di attori e autori, di come siamo arrivati qua e di cosa vogliamo fare in futuro, ma è semplicemente un manifesto di vitalità. Ci chiedete come facciamo a non cambiare, a non lasciare il percorso di innovazione continua: non ci siamo mai fossilizzati, ma grazie alla nostra curiosità ci siamo aperti a più tipi di discipline al fine di avvicinare molteplici tipologie di pubblico. È la felicità l’elemento di contagio e l’elemento più nobile della felicità è l’atto della recita, il momento della verifica dello spettacolo” – prosegue Servillo.
Teatri Uniti mira così ad essere un laboratorio permanente per la produzione dell’arte scenica, una barriera contro chi fa del sistema teatrale una forza distruttiva confusionale. Il teatro deve tornare ad essere considerato ambito di riferimento, contro le convenzioni dei media e della modernità circostante, celebrando il rapporto vitale fra attore e palcoscenico dove la felicità prende vita e “si sporca le mani” confrontandosi con il pubblico difronte.
Un’altra rappresentazione in scena dal 30 marzo al 3 aprile al teatro Niccolini è I Giocatori di Pau Mirò e diretto da Enrico Ianniello, vincitore del premio Ubu 2013 come miglior testo straniero: con Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Marcello Romolo e Luciano Saltarelli, in dialoghi perfetti fra ironia e concertato di poesia.
Alla domanda sulla dipendenza riguardo alla frequentazione teatrale in base alle celebrità che vi recitano, Toni Servillo dà una spiegazione lucida: “con la nostra esperienza noi smentiamo quest’idea di dipendenza, non c’è bisogno di una celebrità per riempire un ambiente. Il pubblico non è “fesso”, capisce quando una celebrità è vuota dentro o ha qualcosa da dire e così anche chi non è inizialmente molto famoso viene valorizzato grazie alle doti artistiche e tecniche che mette a disposizione di chi lo guarda.”
Viene inoltre presentato lo spettacolo di Andrea Renzi, in scena il 13 aprile, Fuochi a mare per Vladimir Majakovskij: tratto dai versi del poeta russo, si ingaggia uno scontro con i temi dell’amore, della religione e della vecchia poesia, toccando la rivoluzione.
Toni Servillo, alla fine della conferenza, si definisce “militante” del teatro, perché milita fra idee e sensazioni emotive che solo il palcoscenico riesce a dare e a diffondere fra pubblico di ogni età e gusto. Sostiene che la forza artistica risieda nel sapere dire “no” a determinate possibilità di carriera futura che destabilizzerebbero però i valori su cui si fonda la propria idea di arte e di tecnica. L’attore napoletano ha lavorato per circa 21 film, negando ogni collaborazione con almeno altri 60 progetti cinematografici, non partecipando a trasmissioni televisive e a pubblicità “perché – sostiene – vuole sparare cartucce di natura teatrale e non di finzione artistica, mettendo la comunicazione e al centro di ogni suo concetto”.
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